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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 151 - 200
    • 156
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[pag 15 (156 F1/2)]

dovrebbe avere a medio non certo un intelligibile nella cui connotazione inerisca il predicato come connotante generica assoluta, perché siffatto medio non inerirebbe come connotante generica relativa nel soggetto e con ciò non consentirebbe l'ottemperanza al dictum de omni, bensì esclusivamente la connotante specifica necessaria del soggetto alla quale il predicato potrebbe essere attribuito come a quell'intelligibile che su di esso necessariamente s'articola; ma allora delle due l'una o il medio è assunto nella sua pura funzione di connotante specifica assoluta, e in questo caso nella sua connotazione non può inerire il predicato che è connotante generica della connotazione di cui il medio è specifico, e la premessa maggiore del prosillogismo è falsa, o il medio è assunto come l'intelligibile in cui necessariamente immane la connotante specifica e la cui connotazione integra è riguardata precipuamente sotto il punto di vista di ciò che in essa si necessariamente come specifico, e in questo caso la maggiore del prosillogismo è legittima, ma la minore è una mera identità o ripetizione di un unico intelligibile, che non rappresenta per nulla il rapporto inerenziale su cui il discorso deve fondarsi in forza del dictum de omni né esplica la funzione di principio di dimostrazione cui una premessa in genere è tenuta nei confronti della conclusione; che se dunque la pretesa del sillogismo di partenza a completarsi con un prosillogismo che gli offra la conclusione a premessa maggiore è contraria a tutte le leggi del pensiero, al sillogismo non resta che articolarsi su di un prosillogismo la cui conclusione assuma a propria premessa minore, con la conseguenza che il sillogismo sovraordinato dovrà essere in Barbara e dovrà articolare i propri intelligibili in modo che l'inerenza della connotante generica assoluta nella specie infima si ponga a conseguenza necessaria dell'inerenza della prima in una connotazione inerente nella seconda come connotante generica relativa, la quale è o specie immediatamente subordinata al predicato e con ciò connotazione entro cui il predicato è il termine su cui immediatamente s'articola lo specifico necessario della specie o specie mediatamente subordinata al predicato e con ciò connotazione nella quale lo specifico necessario della specie s'articola indirettamente sul predicato; ora, se il polisillogismo ha a medio la specie non immediatamente sottoordinata al predicato, il medio o è genere immediatamente sovraordinato al soggetto, sicché non gli è dato articolarsi se non su di un prosillogismo dalla cui conclusione ricavi la propria premessa maggiore, o è genere mediatamente sovraordinato al soggetto e, di conseguenza, gli è dato articolarsi su di un prosillogismo che, se da un lato riprende a propria conclusione la premessa minore del primo, dall'altro deve articolarsi su di un ulteriore prosillogismo il quale conserverà a suo soggetto il soggetto del suo episillogismo se il medio di questo è ancora genere non immediatamente sovraordinato al soggetto, mentre dovrà assumere a propria premessa maggiore la conclusione dell'episillogismo qualora il medio di questo sia il genere immediatamente sovraordinato al soggetto; comunque un prosillogismo il cui medio sia specie sottoordinata al predicato solo mediatamente ascende o mediatamente o immediatamente a un prosillogismo che ritrae dall'episillogismo sottoordinato solo la premessa maggiore, e quindi solo il predicato ma non il soggetto


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[pag 16 (156 F2/3)]

con la conseguenza che a un certo livello del polisillogismo la dialettica analitica modifica la direzione e la modalità cui fino allora si era attenuta come quella che dal particolare rilievo dato all'inerenza entro la connotazione della specie infima di una connotante generica relativa e dal particolare rilievo dato all'inerenza entro la connotazione di questa della connotante generica assoluta trapassa ad assumere come connotazione che sia principio di analisi quella di una connotante generica relativa entro cui è già data una connotante generica relativa in quanto inerente sicché non le è più lecito prendere in considerazione la connotante generica assoluta, e nell'istante stesso della modificazione della dialettica resta modificata l'intera struttura del polisillogismo che in tal modo cessa di perseguire il suo scopo subordinato e derivato di dimostrare la conclusione del sillogismo di partenza; di conseguenza, solo se il polisillogismo su cui il sillogismo di partenza s'articola in forza dell'identità della sua premessa minore con la conclusione di quello, ha a suo medio la specie immediatamente subordinata al predicato, e solo se tale prosillogismo s'articola su di un ulteriore prosillogismo che ripeta rispetto ad esso lo stesso rapporto in cui esso s’è posto col sillogismo di partenza, la dialettica discorsiva si conserva immutata e il discorso trapassa dalla connotazione integra alla connotante generica assoluta e di qui alla connotante generica relativa secondo uno schema di rapporti di inerenza la cui costanza ed uniformità garantisce al prosillogismo le funzioni seconde di dimostrare la validità della conclusione del sillogismo di partenza e di ordinare i concetti secondo la scala completa dei generi e delle specie; b) del terzo tipo di sillogismo BG con M specie non immediata di P è lecito dire che: I) se s'articola su di un episillogismo, di questo, che sarà o in Camestres, se la specie infima vi è predicato, o in Darapti, con la specie infima a medio, o in Barbara, se assume a medio il predicato del sillogismo di partenza, o in Cesare, se conserva le funzioni di predicato il predicato del sillogismo di partenza e insieme ne fa il proprio medio, vale quanto si è detto degli episillogismi in Camestres, in Darapti, in Barbara, in Cesare, che siano articolati su di un prosillogismo il cui soggetto sia una specie infima e il cui predicato sia una connotante generica assoluta predicata alla connotazione che le è specie immediatamente sottoordinata; II) se s'articola su di un prosillogismo, cui offra la propria conclusione a premessa maggiore, medio del prosillogismo sarà o il genere immediatamente sovraordinato al soggetto, nel qual caso il prosillogismo avrà il diritto di ascendere a tanti prosillogismi quanti sono gli intelligibili medi che son generi immediatamente sovraordinati al soggetto e specie non immediatamente sottoordinate al predicato, o un genere mediatamente sovraordinato al soggetto, nel qual caso il prosillogismo o non ascende o ascende ad altri prosillogismi a seconda che il medio sia o non sia specie immediatamente sottoordinata al predicato, ma in entrambi i casi la dialettica discorsiva strutturante il polisillogismo o i polisillogismi sovraordinati, fondata com' è sullo spostamento d'attenzione da una connotante generica relativa alla connotante generica relativa in essa immanente e da questa alla connotante generica assoluta immanente in entrambe è altra dalla dialettica discorsiva strutturante il sillogismo di partenza,


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[pag 17 ( 156 F3/ 4)]

, la quale è spostamento d'attenzione da una connotazione integra che non è connotante di nessun intelligibile a una sua connotante generica relativa e da questa alla connotante generica assoluta immanente in entrambe, con la conseguenza che, o il medio del sillogismo di partenza è genere immediatamente sovraordinato al soggetto e in questo caso il polisillogismo che ne risulta è progressivo perfetto, ma non ha nulla che fare con un sillogismo BG di terzo tipo il cui medio è specie sottoordinata mediatamente o immediatamente al predicato, ma non genere immediatamente sovraordinato al soggetto, o il medio del sillogismo di partenza non è genere immediatamente sovraordinato al soggetto, e in questo caso il polisillogismo che ne risulta, pur tendendo a convalidare la conclusione del sillogismo di partenza con una forma progressiva, non adegua il suo fine come quello che è costretto a ignorare la continuità delle connotanti generiche relative che s'inseriscono tra la connotante generica assoluta, P del sillogismo di partenza, e la connotante generica relativa attribuita come medio al soggetto; III) se s'articola su di un prosillogismo la cui conclusione s'identifica con la sua premessa minore, il polisillogismo s'arresta a quest'unico prosillogismo qualora il medio del sillogismo di partenza sia il genere immediatamente sovraordinato al genere immediatamente sovraordinato al soggetto, oppure, in una situazione diversa, si compone con prosillogismi ulteriori fino ad arrivare all' ultimo che trovi nel proprio episillogismo un medio siffatto: comunque, tuttavia il polisillogismo da un lato non potrà ascendere oltre perché l'ulteriore prosillogismo non potrebbe non assumere a conclusione la premessa maggiore del precedente e non potrebbe non strutturarsi in un sillogismo in Barbara impossibile o per assurdità o per offesa alla legge dei tre intelligibili, dall'altro sarà il segno di una rappresentazione che da un lato non adegua l'integrità della dialettica corrispondente in quanto pone il dirompere di una connotazione integra, quella della specie infima, in tutte le sue connotanti fino alla connotante generica assoluta, ma non la discontinuità fra la connotante generica relativa che è medio dell'episillogismo infimo e la connotante generica assoluta, data l'impossibilità di far comparire nel polisillogismo tutte le connotanti che mediano tra le due, dall'altro non soddisfa alle due conseguenze secondarie del polisillogismo in generale di stabilire una dimostrazione sufficiente della validità della conclusione dell'episillogismo infimo e di sistemare gli intelligibili che lo compongono in una serie ordinata e completa di generi e di specie; del quarto tipo di sillogismo BG, in cui P immanga come connotante generica assoluta nella connotazione di M, connotante generica relativa immanente nella connotazione di S, specie non infima di P, è lecito dire che: I) se M è specie sottoordinata a P e genere immediatamente sovraordinato a S, in quanto da un lato è l'intelligibile la cui connotazione ha a sua connotante generica assoluta P ed è la connotante generica relativa su cui immediatamente s'articola connotante specifica necessaria di S,


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[P 18 (157 F 1/ 2)]

da un lato si completa o con un episillogismo in Camestres, la cui conclusione rappresenta che un qualsiasi intelligibile che non abbia a connotante P non ha a connotante S, il che è già noto nella stessa conclusione del sillogismo di partenza, o con un episillogismo in Darapti, la cui conclusione è la rappresentazione dell'inerenza di P in una parte soltanto degli intelligibili che entrano in rapporto di predicazione con S, il che è già noto per subalternazione da uno dei giudizi di uno dei prosillogismi che comprendono il sillogismo di partenza, o con un episillogismo in Barbara, la cui conclusione rappresenta l'immanenza di P nell'intelligibile cui M, soggetto del sillogismo di partenza, inerisce come connotante generica relativa, essendo siffatto intelligibile o la specie infima non immediatamente sottoordinata a M, nel qual caso l'episillogismo o è infimo ed assoluto o tende a scendere ad un episillogismo che sia tale senza però che l'ordine degli intelligibili sia dato nella sua serie completa ed integra, o la specie immediatamente sottoordinata ad M, nel qual caso l'episillogismo è infimo ed assoluto se l'intelligibile è al tempo stesso specie infima di P e s'articola su uno o più episillogismi, che ripetendo la stessa struttura formale concludono in un episillogismo infimo ed assoluto avente S a specie infima di M, situazione quest'ultima che formalmente rispetta tutte le condizioni formali di un polisillogismo ed offre rappresentazioni primarie, indeducibili da nessun'altra dialettica operabile sulla dialettica dei concetti del sillogismo di partenza, dall'altro va a ricercare il suo completamento in un prosillogismo ineluttabilmente in Barbara, il quale o ripete nella sua conclusione la premessa minore del sillogismo di partenza, e allora sia nel caso che S di questa premessa che è S del prosillogismo sia specie immediatamente sottoordinata a M della premessa che è P del prosillogismo, sia nel caso nel caso che, non essendo S della premessa minore e del prosillogismo specie immediatamente sottoordinata di M della minore che è P del prosillogismo, il prosillogismo si pone come supremo ed assoluto oppure tende a pervenire, attraverso prosillogismi intermedi rispettanti tutti lo schema formale che lega ciascuno di essi all'episillogismo sottoordinato, a un prosillogismo supremo ed assoluto, i cui tre concetti stanno tutti fra loro come specie immediatamente sottoordinate a un genere immediatamente sovraordinato e il cui concetto che è genere sovraordinato a tutti gli altri è specie immediatamente sottoordinata al P che è genere sommo e insieme connotante generica assoluta, oppure ripete nella sua conclusione la premessa maggiore del sillogismo di partenza, e allora sia nel caso che la serie ordinata in generi e specie degli intelligibili utilizzati sia rispettata sia nel caso che non si rispetti quest'ordine, il polisillogismo conclude in un prosillogismo supremo ed assoluto i cui tre concetti stanno tra loro nella successione di genere sommo, specie immediatamente sottoordinata, specie immediatamente sottoordinata a questa:




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