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3) il terzo
tipo ha nella sua formula come P la connotante generica assoluta di M e quindi
di S in cui P immane come una delle note specifiche necessarie, come S la
specie infima di P in quanto specie infima del genere nella cui comprensione P
immane come nota specifica necessaria a funzioni di differenza specifica, come
M la connotante generica relativa immediatamente sottoordinata a P - ad
esempio: il costante e uniforme è razionale, Socrate è costante ed uniforme,
Socrate è razionale -; si considerano ancora del terzo tipo un sillogismo che
ripete la struttura formale del precedente, ma assume ad S un intelligibile che
non è specie infima di P- ad esempio: il costante e uniforme è razionale,
l'uomo è costante e uniforme, l'uomo è razionale- e un sillogismo che abbia la
stessa struttura formale, ma ponga ad M la connotante generica che è genere
immediatamente sovraordinato alla nota specifica necessaria e ad S
l'intelligibile in cui lo specifico necessario immane come differenza
specifica, o una sua specie infima oppure non -ad es. il generatore è causa,
l'uomo è generatore, l'uomo è causa-; 4)il quarto tipo ha nella sua formula
come P una connotante generica relativa della nota specifica necessaria, come M
la nota specifica necessaria, come S o l'intelligibile di cui la nota specifica
necessaria è differenza specifica, o una sua specie infima oppur non _ ad es.:
il viviparo è generatore, il mammifero è viviparo, il mammifero è
generatore;5)il quinto tipo coinvolge nella sua formula un P che è la nota
generica assoluta immanente nella comprensione della nota specifica necessaria,
un M che non è la nota specifica necessaria e che quindi dev’essere una sua
connotante generica relativa, un S che è uno degli intelligibili nella cui
comprensione immane come nota lo specifico necessario; nel primo tipo del
sillogismo BS relativo è lecito porre i seguenti casi: I) si pone che abbia ad
S la specie infima di P: in primo luogo non s'articola o legittimamente o
costruttivamente su di un episillogismo, che ne riprenda la conclusione e ne
faccia la propria premessa maggiore, perché se il soggetto della premessa
maggiore deve essere medio dell'episillogismo con funzioni di predicato della
minore, onde l'episillogismo conservi lo stesso modo del suo prosillogismo,
l'episillogismo non è in grado di darsi un soggetto, mentre, se il predicato
della premessa maggiore si pone a predicato della minore negativa e a medio
dell'episillogismo, o se il soggetto della premessa maggiore si pone a soggetto
della minore e a medio dell'episillogismo, le conclusioni dei due sillogismi,
rispettivamente in Camestres e in Darapti, offrono rappresentazioni delle quali
la prima è apoditticamente vincolata per la sua validità al raziocinio di cui
fa parte ma è secondaria e sussidiaria per particolari stati o scopi dal
conoscere e insieme sposta la dialettica ad abbracciare un intelligibile la cui
immanenza entro la sfera del moto dialettico è contingente e relativa, e la
seconda trae benissimo la validità propria per una semplice dialettica
immediata di subalternazione da giudizi costitutivi di altri polisillogismi e
quindi non trova affatto la sua ragione necessaria nel polisillogismo di cui fa
parte; alle medesime affermazioni si giunge quando si consideri l'articolazione
del sillogismo di partenza su di un episillogismo che ne ripeta la conclusione
nella propria premessa minore; in secondo luogo, se s'articola su di un
prosillogismo cui ceda la propria premessa minore a conclusione, questa, come
giudizio A S, entra in un sillogismo in Barbara che a medio tra il soggetto e
il predicato non ha diritto di porre se non un intelligibile la cui
connotazione inerisca nella comprensione del soggetto e accolga come inerente
il predicato, intelligibile che deve essere o l'intera connotante specifica
necessaria predicata al soggetto nella conclusione, ma rappresentata con una
concentrazione dell'attenzione
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su di una
sua connotante generica o relativa o assoluta e indicata col termine designante
quest'ultima, oppure la connotante generica che inerisce nel soggetto e in cui
la connotante specifica è inerente: ora, se il medio è la connotante specifica
necessaria, il sillogismo in Barbara o offende la legge della triplicità dei
termini, conservando solo apparentemente una legittimità formale, in forza
dell'appuntarsi dell'attenzione su una sola componente dell'intera comprensione
e in forza della designazione di questa mediante il termine dell'altra, e
offendendola di diritto e di fatto in forza dell'identità che viene a
stabilirsi tra il soggetto e il predicato della premessa maggiore, o si riduce
alla mera formulazione linguistica del modo categorico in Barbara che di fatto
e di diritto è un sillogismo ipotetico, il quale da un lato rileva la immanenza
di un intelligibile nel soggetto del prosillogismo, dall'altro definisce la
necessità dell'esistenza del predicato del prosillogismo come apodittica
conseguenza della supposta esistenza di siffatto intelligibile in generale,
grazie al nesso necessario che vincola l'intelligibile al predicato come una
connotante generica alla connotante specifica che su di essa s'articola, e
dalle due affermazioni necessariamente deduce l'immanenza del predicato nel
soggetto; ma, anche se in quest'ultimo caso l'offesa alla forma è meramente
verbale, il prosillogismo, cui è lecito articolarsi su di un ulteriore
prosillogismo ipotetico, instaura una dialettica tra gli intelligibili che non
è certo quella del sillogismo di partenza e che non è definita dalla
formulazione o qualitativa o quantitativa del dictum de omni, con la
conseguenza che il polisillogismo è un formalmente eccepibile, tanto più che la
prima dialettica, quella del sillogismo di partenza, tratta dell'immutabilità
di rapporti di costruzione qualitativa, mentre la seconda riguarda la costanza
di un rapporto di simultaneità; che se il medio è la connotante generica relativa
immediata del soggetto, delle due l'una, o il medio non coinvolge nella sua
comprensione la nota specifica necessaria come sua differenza, e il
polisillogismo s'articola su di un sovraordinato prosillogismo di identica
struttura formale che rimanda a un nuovo prosillogismo formalmente identico,
secondo una serie di sillogismi il cui medio è sempre la connotante generica
relativa immediata del soggetto e che s'arresta al prosillogismo supremo
assoluto il cui medio ha la nota specifica necessaria a sua differenza
specifica, o la nota specifica necessaria che nel prosillogismo è predicato
immane come differenza specifica nel medio, e allora il prosillogismo è supremo
e assoluto, ma in entrambi i modi il polisillogismo, che è valido e legittimo
perché rispetta la struttura formale di una dialettica che da una connotazione
integra procede nella direzione delle connotanti generiche o specifiche che vi
immangono, dà una rappresentazione soltanto parziale della sfera di concetti di
cui il sillogismo di partenza è parte interessata, e precisamente della serie
degli intelligibili la cui connotazione è denotata dalla connotante specifica
necessaria considerata nel predicato, e della connotante generica assoluta
denotante lo specifico necessario stesso, e lascia da parte tutte le connotanti
generiche relative medianti fra quella e la connotazione integra di questa;
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