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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 151 - 200
    • 161
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[pag 33 (161 F 1 / 2)]

se tale modo di sillogismo s'articola su di un prosillogismo, che sarà solo di prima figura e affermativo, escluse per illegittimità formale le strutture in cui il prosillogismo ripete nella propria conclusione la premessa maggiore o la minore del sillogismo di partenza, e non tenendo conto delle strutture in cui il prosillogismo ha a sua minore la minore del sillogismo di partenza, perché o i due membri del polisillogismo sono identici o il prosillogismo varia capricciosamente e disordinatamente la struttura materiale del suo episillogismo, resta valida la sovraordinazione di prosillogismi la cui conclusione sia la premessa minore dell'episillogismo sottordinato, i quali tuttavia offrono nel polisillogismo risultante la scomposizione dello specifico necessario nelle connotanti generiche, che già era data da uno dei polisillogismi scaturiti dall'articolarsi su episillogismi del sillogismo di partenza; questo terzo modo è tuttavia l'unico che faccia apparire nella sfera degli intelligibili utilizzati da una delle sue dialettiche legittime tutti gli intelligibili di cui deve tener conto una dialettica interessata da una connotante specifica necessaria; ora, i polisillogismi legittimi che s'organizzano attorno ad esso hanno tre strutture diverse a seconda che la conclusione di ogni loro prosillogismo sia o costantemente premessa maggiore o costantemente premessa minore o indifferentemente premessa maggiore o premessa minore dell'episillogismo immediatamente sottoordinata: il polisillogismo di prima struttura è capace di offrire la rassegna  di tutti gli intelligibili interessati, ad eccezione della nota generica assoluta connotante lo specifico necessario e delle note generiche relative inerenti alla connotante generica relativa che è P del prosillogismo esterno e legittimo, come quello che è in grado di sovraordinare prosillogismi all'episillogismo che ha a suo M la nota specifica necessaria e a suo S l'intelligibile di cui M è differenza specifica, alla condizione che il P di questo episillogismo non sia genere immediatamente sovraordinato di M, e fino a quel prosillogismo che, avendo P genere immediatamente sovraordinato di M e ponendosi ad estremo e a inarticolabile su di un ulteriore prosillogismo, ha tutt'al più a suo P il generico relativo immediatamente sottoordinato al generico assoluto della nota specifica necessaria, destinata con ciò a restare costantemente esclusa dalla dialettica; il polisillogismo di seconda struttura offre la rassegna solo degli intelligibili che sono o la connotante specifica necessaria o la nozione di cui questa è differenza specifica o le connotanti generiche dello specifico necessario, ma in alcun modo è atto a far intervenire nella dialettica gli intelligibili


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che son interessati in quanto ad essi inerisce come generico relativo l'intelligibile della cui differenza specifica si parla; si riuscirebbe, invece, con la terza struttura a far intervenire anche questi se, dopo aver articolato sul sillogismo di partenza un polisillogismo la premessa minore dei cui episillogismi sia conclusione del prosillogismo subordinato sino all'episillogismo avente a P il generico assoluto, si procedesse con episillogismi che ripetano la conclusione del prosillogismo, ma come propria premessa maggiore, alla condizione cioè di deviare a un certo punto la dialettica e la rassegna analitica che ne risulta, e, con ciò, di giustapporre due differenti dialettiche aggregate l'una all'altra senza la necessaria connessione reciproca che pone l'unità formale del discorso; e così pure si riuscirebbe a concentrare in un unico discorso tutti gli intelligibili interessati se dal centro del sillogismo di partenza si scendesse ad episillogismi che, ripetendo nella propria maggiore la conclusione del prosillogismo, ordinino le specie della nozione di cui lo specifico necessario è differenza specifica, e si risalisse a prosillogismi che, ripetendo nella propria minore la conclusione dell'episillogismo, analizzino la comprensione della nota specifica necessaria, con la conseguenza però che il discorso solo in apparenza sarebbe uniforme e che si dovrebbe ricorrere ad un rapporto formale tra sillogismi che la logica pretende escludere; per il terzo tipo di sillogismo BS relativo, una volta escluse dall'attenzione le articolazioni su sillogismi di figura altra dalla prima, si procede a una classificazione che ne distingue la struttura in cui M è la connotante generica relativa dello specifico necessario e insieme la connotazione in cui immediatamente immane P, che ne è il genere immediatamente sovraordinato, dalla struttura in cui M è la connotante generica relativa che immediatamente inerisce nella nota specifica necessaria di cui è genere immediatamente sovraordinato, ed entro le due classi conviene distinguere tre strutture a seconda che S sia o l'intelligibile che ha la nota specifica necessaria a sua differenza specifica, o la sua specie infima o una sua specie non infima: I) la prima struttura, se ha a suo S la specie infima, ha la propria conclusione solo come premessa minore dell'episillogismo, alla condizione però che a P si assuma la definizione-descrizione della connotante generica assoluta, e non gli è lecita altra articolazione su di un episillogismo che non può avere né nella propria premessa maggiore un S che sia specie infima né nella propria minore un predicato che sia specie immediatamente sottoordinata a P; se ha a suo S l'intelligibile di cui lo specifico necessario è specie infima, articolandosi su di un episillogismo, non gli cede la propria conclusione a premessa minore se non per attribuire ad S un predicato che sia la descrizione- definizione della connotante generica assoluta, né gli cede la propria premessa minore a premessa maggiore se non per predicare il suo M a una sola delle specie sottoordinate al suo S senza poi riuscire a procedere oltre secondo lo stesso schema, né gli cede la propria premessa minore a premessa minore se non per vedere nell'episillogismo o la ripetizione di se stesso, non essendo dato alcun predicato che si ponga come P dell'episillogismo senza coincidere con il suo P,


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ma ha unicamente la liceità di offrire all'episillogismo la propria conclusione come premessa maggiore, dando così luogo a una serie discendente di episillogismi i cui S, specie sottoordinate all'S del sillogismo di partenza, sono predicati tutti da P pel medio del soggetto della conclusione del prosillogismo sovraordinato; la stessa situazione si ripete, se S è una specie non infima dell'intelligibile di cui la connotante specifica necessaria è differenza specifica, con l'unica differenza che nel solo caso legittimo di articolazione su di un episillogismo, la cui premessa maggiore sia la sua conclusione, non compare come medio l'intelligibile di cui S è specie; d'altra parte, la prima struttura, con S specie infima, non s'articola né su di un prosillogismo che ne riprenda la premessa maggiore a propria conclusione per l'offesa che questo recherebbe alla triplicità dei termini, né su di un prosillogismo cui ceda la propria maggiore a premessa minore se non per predicare al nuovo soggetto la definizione-descrizione della connotante generica assoluta divenuta M, né su di un prosillogismo che ne conservi la minore nella stessa funzione se non a rischio di produrre inutilmente  o un proprio doppione o un sillogismo viziato da offesa alla triplicità dei termini, bensì ha tutt'al più la liceità di salire a un unico prosillogismo che, prendendone la minore a propria conclusione, assuma a medio uno dei generi sovraordinati alla specie infima, oltre il quale tuttavia non si può risalire né nel caso che il genere sovraordinato sia il sommo tra quelli che hanno a propria nota lo specifico necessario né nel caso che sia una specie ad esso subordinata; la prima struttura poi, se ha a S l'intelligibile di cui lo specifico necessario è differenza specifica, non s'articola né su di un prosillogismo cui ceda la propria conclusione a maggiore, che risulterebbe inottemperante alla triplicità dei termini, né su di un prosillogismo che ne riprenda la conclusione nella propria minore se non per predicare a S e a P del sillogismo di partenza la definizione-descrizione di P, né su di un prosillogismo che ne ripeta la minore nella propria minore, il quale tutt'al più potrebbe essere la puntuale ripetizione del sillogismo di partenza, ma, tutt'al più, s'articola su di un prosillogismo cui cede come conclusione la propria minore, nel qual caso il prosillogismo, momento insuperabile del polisillogismo, si limiterebbe a predicare all'intelligibile che ha la nota specifica necessaria a propria differenza specifica, una delle connotanti generiche medie tra la specie infima e la generica relativa che è P del sillogismo di partenza; le stesse osservazioni si ripetono per la prima struttura che abbia ad S una specie non infima dell'intelligibile di cui la nota specifica è differenza specifica, con l'eccezione che il prosillogismo che riprenda come maggiore la conclusione, è in grado di proseguire in tanti prosillogismi fino a uno sommo che abbia a medio la stessa nota specifica necessaria, e quindi di organizzare un polisillogismo i cui medi sono lo specifico necessario e i generi di questo ordinatamente allineati fino al generico relativo che è M del sillogismo di partenza; la seconda struttura, se ha ad S la specie infima, non s’ articola su di un episillogimo formalmente ineccepibile, od articolandosi su di un prosillogismo, vita a un unico prosillogismo formalmente ineccepibile, quello che ne ripete la minore nella propria conclusione, il quale, dopo aver necessariamente assunto a medio




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