- 169 -
[pag 169 (203 F1/2)]
, ma che risulta meramente data e quindi ignorabile appena l'attenzione
si porta sulla qualità senza incentrarsi sui modi che essa deve assumere
nell'ontico, in terzo luogo una varietà qualitativa e quantitativa fra gli
intelligibili i quali si distinguono reciprocamente perché o offrono nella
propria connotazione un numero maggiore di rappresentazioni disarticolabili e
con ciò danno un numero più grande di modi secondo cui ciascuna rappresentazione
connotante esiste oppure comprendono un numero minore di siffatte
rappresentazioni e con ciò lasciano ogni rappresentazione connotante vuota dei
modi secondo cui esiste, infine un rapporto che deve connettere intelligibile a
intelligibile, rapporto per il quale, data una serie di intelligibili ciascuno
dei quali abbia una connotazione che si differenzia da quella degli altri per
una minore quantità delle rappresentazioni componenti e quindi sia da
considerarsi per dir così un residuo delle altre private di una porzione di
connotanti, ogni intelligibile meno complesso e meno composito deve essere
rappresentato come una parte di ogni altro intelligibile più complesso e più
composito e come immanente in esso, scaturendo da questo quadro dialettico da
un lato il diritto di pensabilità per entrambi dall'altro un aumento di
conoscenza sia per il contenente che dalla più accurata e attenta
disarticolazione del contenuto ricava un approfondimento della distillazione
delle proprie connotanti sia per il contenuto che dall'immersione nella
connotazione del contenente ritrae la fissazione dei modi di esistenza della
sua qualità altrimenti problematici; a quest'ultimo rapporto, che fissa per gli
intelligibili il ruolo di genere e di specie che ciascuno di essi ha nei
confronti degli altri e che è alle sorgenti di tutti i movimenti che d'ora in
poi il pensiero di condizione umana ha consapevolezza di aver diritto di
compiere entro gli intelligibili, non sovrastano né le difficoltà della logica
platonica che non riesce a render conto della predicazione in generale in
quanto riferimento di due ontici che saran sempre eterogenei né giustifica il
senso di maggior ricchezza che il pensiero prova di fronte alle specie, né
quella della logica aristotelica che non riesce a render chiara la priorità
genetica della specie sul genere né dà ragione di certe predicazioni, quella ad
esempio di una differenza specifica a una specie o dei generi di una differenza
specifica alla loro specie che solo una complicazione pesantissima del giorno
fra plasma intelligibile potenziale e ontità intelligibile in atto giustifica,
quantunque poi allo stesso rapporto sfuggano le risposte a varie domande
intorno alla genesi della conoscenza degli intelligibili, intorno al principio
delle denotanti generiche e delle specifiche, intorno alla costruzione degli
intelligibili in sé, intorno alle ragioni per cui la fissazione dei modi di una
qualità sia questa e non quella, ecc.
Tuttavia da questa presa di
contatto del pensiero con se stesso qualcosa di più chiaro scaturisce: le
dialettiche costruite entro un certo numero di intelligibili e confortate dal
costante controllo dei rapporti che
esse instaurano sulla connotazione degli intelligibili rapportati finiscono per
dar vita a un ordine secondo cui gli intelligibili del gruppo sono sistemati
scalarmente in gradi successivi;
- 170 -
[pag 170 (203 F2/3)]
a un certo momento ci troviamo dinanzi a un genere sotto cui si
dispiegano le sue specie ciascuna delle quali è sottesa dalle proprie specie; e
qui si apre la porta a qualche movimento dialettico nuovo rispetto a quelli
promossi dal mero nesso di immanenza; se da un lato l'attenzione, posata sulle
specie sottese in sottoposizione indiretta al genere, ritiene di avere il
diritto di coglierle tutte assieme con un atto sintetico grazie al quale tutte
sono rappresentate pel medio del genere in essa immanente, dall'altro la stessa
attenzione, spostandosi dalle specie indirette alle dirette e cogliendo la
necessaria immanenza di queste in quelle, si vede costretta a distinguere i
vari modi di immanenza e a separare ciascuno di essi dagli altri, cogliendo di
questa discrezione anche la ragione nel fatto che la contraddizione reciproca
dei modi problematici secondo cui la qualità del genere esiste si trasporta
alla fissazione di ciascuno di essi: di qui il giudizio disgiuntivo; ma
l'attenzione che coglie la subordinazione indiretta di varie specie a uno
stesso genere e che dall'immanenza di questa univoca rappresentazione nelle
specie indirette ritrae il diritto di coglierle tutte in unità sotto il punto
di vista dell'univoca denotazione, se si sposta dal rapporto fra il genere e le
sue specie indirette al rapporto fra queste e le specie direttamente
subordinate al genere e non depone la pretesa di conoscere unitariamente le
specie indirette pel medio della loro denotazione ad opera del genere, ha anche
il diritto di rappresentarsi la simultanea immanenza delle varie specie
direttamente subordinate entro la connotazione delle specie indirettamente
subordinate e con ciò di affermare la simultaneità dell'immanenza entro le
connotazioni di una serie di intelligibili sia di un unico intelligibile sia di
quegli intelligibili che si son costituiti articolando differenti differenze specifiche su questo, e di ciò è
in grado di ritrovare l'interpretazione nella presa di coscienza che al
pensiero è data la contemporaneità di molteplici ed eterogenee fissazioni di
modi secondo cui la qualità dell'intelligibile generico è necessitato ad
esistere; questa seconda rappresentazione che è insieme una dialettica è la
conoscenza della classe o schieramento di intelligibili cogeneri in quanto
simultaneamente denotati da differenti note specifiche e in quanto
simultaneamente classificabili o schierabili in più altre classi tutte però
simultaneamente appartenenti alla stessa classe dei cogeneri, e perciò è
indicata da un giudizio categorico il cui predicato ripete il predicato del
disgiuntivo sostituendo tuttavia al nesso disgiuntivo di questo il nesso
copulativo di quello - se D ed E sono specie di B che è specie di A e F e G
sono specie di C che è specie di A, la rappresentazione di D E F G, in quanto
tutti denotati da A, nei rapporti con B e con C è tale che impedisce di
cogliere la simultanea immanenza di B e di C in D E F G e impone di accettare
solo l 'immanenza di B in D E o di C in F G se B e C sono rappresentati come i
due opposti modi di esistenza secondo cui la qualità di A è capace di esistere,
e in questo caso la sua manifestazione, è il giudizio disgiuntivo "tutti gli
A sono o B o C ", mentre la stessa rappresentazione di D E F G, in quanto
tutti denotati da A, nei loro rapporti con B e con C costringe a riconoscere la
simultanea immanenza di B e di C nel gruppo D E F G
- 171 -
[pag 171 (203 F3/4)]
e la simultaneità con cui nell'ontità del pensiero i modi di cui A deve
rivestirsi per esistere son dati, alla condizione che di tali modi sia tenuta
presente non l'opposizione reciproca ma la comune attitudine a consentire alla
qualità da essi arricchita ad esistere, e in questo caso la sua manifestazione
è il giudizio categorico "tutti gli A sono B e C"; il primo giudizio
è il segno della rottura dell'unica classe in tante classi eterogenee e
irrelazionabili conseguente al rilievo dell'intolleranza reciproca delle
denotanti specifiche, il secondo giudizio è il segno non solo dell'immanenza
delle classi eterogenee entro l'unica grande classe del cogenere, ma anche
della completezza gnoseologica che da tale rappresentazione scaturisce -; il
linguaggio quotidiano che costantemente sostituisce alla disgiunzione delle
classi di una classe la rassegna delle classi in una classe e che alla frase
"gli animali sono o vertebrati o invertebrati " " le piante sono
o monocotiledoni o dicotiledoni " preferisce sempre l'altra "gli
animali sono vertebrati e invertebrati " " le piante sono
monocotiledoni e dicotiledoni", attestano l'esistenza di questa dialettica
nel pensiero; nelle mie ricerche ho sempre accuratamente evitato di muovere
nell'interpretazione del reale da ciò che ne fa l'uomo nella sua vita immediata
per una connaturale insofferenza di ogni forma di antropomorfismo, ma qui
ritengo legittimo questo appello all'esercizio irriflesso delle capacità umane
perché non si tratta già di definire che cosa l'uomo col suo pensiero abbia il diritto
di fare, ma che cosa fa: l'analisi fin qui condotta ha distinto la dialettica
razionale legittima e valida nelle sue forme pure dalla dialettica razionale di
fatto e non ha mai preteso che la seconda sia principio della prima, ma ora
abbiamo volutamente deposto qualunque punto di vista valutativo e normativo per
fermarci solo al fenomenico, al riflesso intuitivo e i dati fenomenici del
linguaggio servono appunto a convalidare i dati fenomenici del pensiero; per la
logica aristotelica le classi di una classe non sono predicate alla classe se
non disgiuntamente, se non cioè in modo che la predicazione dell'una escluda la
predicazione delle altre e l'esclusione della predicazione di tutte all'infuori
di una comporti la predicazione di questa, perché la rappresentazione dei
cogeneri della classe pel medio della forma della classe ossia del genere
dev'essere accompagnata alla denotazione formale della forma e quindi alla
problematicità dei suoi modi di esistenza e alla loro contradditorietà o
insofferenza reciproca; per una fenomenica della logica del pensiero di
condizione umana la rappresentazione delle classi di una classe è anche la
presa di coscienza della simultanea immanenza delle classi nella classe,
indipendentemente dal fatto che al pensiero di condizione umana siano dati il
diritto di operare siffatta dialettica e la liceità di attribuirle una pienezza
cognitiva pari a quella delle altre dialettiche; quando la logica aristotelica
predica le classi di una classe alla classe pretende che al pensiero umano non
sia lecito in alcun modo fondere la rappresentazione della ragione per cui di
vari intelligibili è fatta una classe con la rappresentazione degli
intelligibili cogeneri assiepantisi entro la sfera della classe, e con ciò
sottrae al pensiero umano la capacità di utilizzare la denotante comune a tutti
i membri conclassari
|