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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 201 - 251
    • 210
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[pag 192 (210 F1/2)A]

va ricercato entro la denotazione della ragione stessa in quella sua denotante che ne fissa l'insufficienza ontica; che questa denotante relativa divenga nota al pensiero e sia riconducibile alla sua natura di intelligibile articolato in generici e in specifici è problematico, è problematico cioè che della connotazione di A generico assoluto della classe A A1, A A2... A An sia lecito portare all'attenzione non solo le denotanti assolute a1 a2...an, ma anche quella denotante relativa a1 (alfa) che ((è??))polarizza necessariamente con lo specifico necessario A1 del conclassario A A1, come pure è problematico che il pensiero di condizione umana riesca a definire il rapporto in cui una denotante relativa viene a porsi con le denotanti generiche e specifiche della ragione di una classe; ma è certo che nessun principio che pretenda non limitarsi alla mera ottemperanza della connotazione di un intelligibile al principio di identità e che intenda fornire alla giustapposizione delle denotanti dell'intelligibile un fondamento altro dalla costante sua ripetizione indipendentemente dalla variazione dei rapporti in cui la connotazione entra, prescinde dall'attribuzione alla comprensione della nota generica della classe di una denotante relativa la quale presa in assoluto è segno e voce di una insufficienza ontica, di una incapacità ad albergare nel pensiero quando sia scissa ossia contemplata isolatamente dallo specifico necessario che necessariamente si giustappone al generico assoluto; il concetto platonico di dicotomia e il concetto aristotelico di una potenza intelligibile non offrono nessun principio di intelligibilità alla connessione necessaria fra generico e specifico.

E' lecito bollare questa nostra nozione delle denotanti relative di illegittimità, affetta come sarebbe da contraddizione sia perché costruirebbe l'interpretazione della struttura del mondo intelligibile con l'introduzione di un terzo elemento non necessario a fianco delle note generiche e di quelle specifiche, con palese offesa al principio di semplicità, sia perché l'analisi di una qualsiasi nozione non ne enuclea denotanti assolute analizzabili in sé e non confondibili le quali abbiano da un lato quella funzione di appello a uno specifico necessario in vista di un completamento ontico e dall'altro quella perspicuità di cui godono le denotanti generiche e quelle specifiche, sia infine perché l'immanenza di una denotante relativa nella connotazione di un generico assoluto affetterebbe questo di una inettitudine alla rappresentazione assoluta e di incompletezza nozionale che sembrano tipiche piuttosto delle denotanti specifiche la cui implicita dialettica con il generico correlativo sarebbe il segno di quella complementarità da cui ogni denotante generica è sganciata: il rasoio della semplicità non pare essere un principio incondizionato al pari di certe altre leggi di ragione, perché il suo uso è sempre il frutto di uno stato in cui il pensiero di condizione umana è tenuto a scegliere fra un superfluo e un sufficiente e il suo criterio di applicazione cessa di essere valido quando si lasci privo di un concetto di intellezione un complesso inintelligibile pur di non aumentare il numero delle nozioni che col loro intervento sarebbero atte a dare intellezione; d'altro canto che la serie degli intelligibili entro cui un pensiero di condizione umana sposta la sua concentrazione attentiva sia di tale semplicità di elementi,


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[pag 193 (210 F2/3)]

e precisamente il binomio delle denotanti generiche e di quelle specifiche, per cui basterebbe sussumere tutte le nozioni sotto l'uno o l'altro di questi due intelligibili formali e insieme seguire il gioco delle loro reciproche giustapposizioni per ottenere dialettiche formalmente vere e valide e analisi chiarificatrici di tutte quelle unità che sono gli intelligibili e di tutti i rapporti che li connettono, appare alquanto illusorio, infatti basta scindere tutti i concetti di una classe nelle loro denotanti e sottoporre queste ad un'analisi che si prosegua fino ad esaurire le note in rappresentazioni irriducibili per ottenere un quadro in cui la complessità degli specifici che s'articolano su specifici i quali a loro volta agiscono su specifici risulta dalla straordinaria o forse irrapresentabile molteplicità delle correnti di intelligibilità; il senso di insufficienza ontica colpisce fortemente le denotanti specifiche e pone il pensiero di condizione umana che se le voglia rappresentare in assoluto nello stato di attuarsi secondo due piani dialettici, l'uno per dir così primario e immediato sul quale l'attenzione si sposta da quel tutto che è lo specifico alle sue denotanti, l'altro secondario sotterraneo e implicito sul quale l'attenzione permane costantemente bipolarizzata fra lo specifico e il generico correlativo, quasi che una deficienza ontica attingesse la denotante specifica a tal punto da non consentirle una totale astrazione; la denotante specifica su cui si concentri l'attenzione deve conservare intatto il cordone ombelicale che la lega al generico assoluto di cui è complemento, sicché, ammesso che sia lecito introdurre delle denotanti relative queste denoterebbero lo specifico e non il generico; questo è senz'altro vero e ogni pensiero di condizione umana che incentri la luce attentiva sulle dialettiche che hanno a loro principio una denotante specifica coglie la propria impossibilità di isolare la nota e di impedire che nella sua ispezione si inseriscano rappresentazioni che sono note del generico assoluto su cui lo specifico s'è articolato; ma io mi sono costretto allo sforzo di operare dialettiche su varie denotanti generiche assolute, le ho offerte alla mia concentrazione attentiva nella comprensione materiale posseduta indifferente alla verità e validità materiale loro e unicamente preoccupato che nessuna offesa esse recassero ai principi di ragione e che nulla s'opponesse alla loro verità e validità formale e ho avuto per certo che la mia attenzione godeva della liceità di farne altrettanti principi di una dialettica alla condizione che una ulteriore concentrazione attentiva facesse da sostrato alla prima connettendo dialetticamente le comprensioni dei generici assoluti almeno al primo degli specifici necessari con cui entrano nella connotazione dei conclassari; per la verità, se è vero che la posizione di una denotante specifica necessaria a soggetto di un giudizio universale categorico è in funzione di un'astrazione sulla cui assolutezza gioca una finzione pragmatica o psicologica, nel senso che la perfetta avulsione dell'intelligibile considerato dalla comprensione cui appartiene è più un atto di comodo che un modo legittimo delle dialettiche razionali, se è vero cioè che nell'atto stesso in cui vien denotata attraverso gli intelligibili che le son predicabili di diritto una denotante specifica vien conservata costantemente in connessione con le note




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