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generalissimo di azione e reazione e nei quali il permanere del
rapporto non è in funzione dell'identità di certi sensoriali che sono degli
agenti e di certi altri che sono dei reagenti, ma è in funzione del permanere
del rapporto che di certi sensoriali fa gli agenti e del rapporto che degli
altri sensoriali fa i reagenti; ma se ciò si accetta per un certo intelligibile
che è specie di un altro, si chiede come si debba intendere la ragione della
conclassificazione di alcuni dei fenomeni già cogeneri per la loro sussunzione
sotto il primo, quando di questi "alcuni" si faccia una classe per la
loro sussumibilità sotto un intelligibile che sia specie del secondo: in questo
caso evidentemente il ricorso all'immanenza di un certo rapporto intelligibile
entro i due insiemi variabili a piacimento e correlati dal nesso apodittico che
li faceva ((faccia??)) sussunti sotto l'intelligibile specie del generalissimo
non è sufficiente a dar ragione dell'intelligibilità per cogenerità dei vari
fenomeni che sono cogeneri rispetto a una specie della specie del
generalissimo, così come avviene quando la cogenerità o conclassificazione di
più fenomeni è rispetto all'intelligibile che è la gravitazione di masse
gassose; ma si voglia pure che anche questa terza sussunzione ricavi la sua
legittimità dall'apoditticità del rapporto che unifica e insieme riempie di
apoditticità i gruppi sensoriali in quanto unificati in aggregati
l'apoditticità del cui nesso li fa sussunti di un intelligibile sussunto ad un
intelligibile che è specie di un intelligibile generalissimo; si chiede allora
se questo modo di trattare l'identità dei sensoriali la cui rapportazione
apodittica consente tante sussunzioni sotto intelligibili che sono
gerarchicamente sottoordinati quanti sono gli intelligibili che son specie e
quante sono le modalità ontiche di maggior ricchezza qualitativa che affettano
la rapportazione apodittica, ossia se questa riduzione della identità dei
sensoriali a identità dei rapporti intelligibili concomitanti e sussidiari
della rapportazione apodittica fondamentale, se cioè questo modo di intendere
l'intelligibilità di più fenomenici come l'apoditticità di una rapportazione
fra due apodittici che sono rapporti di sensazioni altrimenti assolutamente
eterogenee, sia lecito condurla fino a che non sia raggiunta la sussunzione dei
fenomenici sotto quell'intelligibile che è rapporto apodittico tra rapporti
apodittici e che insieme è specie infima, senza mai che il pensiero abbia
bisogno di fondare l'apoditticità dei secondi rapporti su una qualsivoglia
identità dei sensibili da essi rapportati; se ciò fosse si darebbero due
aporie, a) in primo luogo che o ad ogni intelligibile che è rapporto tra
rapporti deve corrispondere un intelligibile determinato costituito dal rapporto
rapportato, sicché gli intelligibili dovrebbero essere tanti quanti sono i
rapporti tra rapporti con in più i rapporti rapportati dai rapporti, il che, se
è la teoria ideale per sganciare in tutto l'intelligibilità e la sua immanenza
del fenomenico da qualsiasi confronto fra intuizioni fenomeniche irrelate l'una
l'altra per essenza e per definizione e da qualsiasi rapporto funzionale fra
queste intuizioni e quegli intelligibili, sarebbe lecito e legittimo se
riuscisse a fondare una corrispondenza biunivoca che sarebbe fra la gerarchia
degli intelligibili che sono rapporti di rapporti e la gerarchia degli
intelligibili che son rapporti rapportati
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e che esigerebbe un numero dei secondi intelligibili perfettamente
eguale a quello dei primi e per ogni intuito fenomenico una duplice sussunzione
sotto un intelligibile della prima gerarchia e sotto il corrispondente della
seconda, il che non pare sia né di fatto né di diritto in un pensiero di
condizione umana il quale ha sì dialettiche intelligibili della prima gerarchia
e dialettiche intelligibili della seconda, ma delle prime non ne ha un numero
eguale a quelle della seconda, o fra gli intelligibili che son rapporti di
rapporti e gli intelligibili che son rapportati da rapporti non c'è siffatta
corrispondenza numerica in quanto alcuni di questi, ad un certo grado di
gerarchia intelligibile, sono per dir così biffe di un numero molto superiore
dei primi, il che pare sia quello che si dà in un pensiero di condizione umana
che fa entrare in parecchi degli intelligibili che son rapporti di rapporti,
dei rapportati intelligibili di identica struttura e grado ossia un solo
intelligibile rapportato, e allora si ha il diritto di chiedere da qual ragione
inferiscano gli intelligibili che son rapporti di rapporti e che rapportano
rapporti identici, la varietà della loro comprensione che è o maggiore o minore
complessità, ossia mutamento di funzione da speciale a generica e viceversa,
differente denotazione nella stessa complessità ossia mutamento di qualità
sullo stesso piano cogenerico o speciale o generico, dal momento che non lo
deducono né dal loro genere né dai rapporti che essi rapportano e che son
sempre gli stessi né tanto meno dagli intuiti rapportati dai rapporti che essi
rapportano, per la quale aporia serve come caso particolare la serie gerarchica
dell'azione e reazione, della gravitazione fra solidi o fra gas e solidi ecc.,
della gravità, della gravità, della gravità fra solidi o fra gas o fra gas e
solidi ecc., b) in secondo luogo che, essendo l'illiceità di fondare
l'apoditticità di un intelligibile su di un'identità di intuiti fenomenici sia
degli intelligibili che sono rapporti di rapporti sia degli intelligibili che
sono rapporti rapportati da rapporti, anche questi ultimi, rinunciando a
rifarsi a una qualsivoglia identità dei fenomenici da essi rapportati, fanno di
sé nessi apodittici di rapporti apodittici, i quali a lor volta son nessi tra
nessi, sicché la moltiplicazione delle gerarchie degli intelligibili rapportanti giustappone tanti ordini quanti
sono i gradi e i membri della gerarchia di intelligibili che son solo rapporti
senz'essere rapportati da nessun altro rapporto e ciascun ordine è in
dipendenza funzionale dall'altro della cui ontità e dei cui modi ontici è condizione,
donde non solo alle aporie già viste in a) si aggiunge anche l' altra che la
giustapposizione e il rapporto reciproco di dipendenza funzionale
sussisterebbero se veramente si desse che l'intelligibile di una gerarchia è
soltanto il condizionante dell'intelligibile condizionato dell'altra e degli
intelligibili delle altre condizionati da questo senza che il nesso si
capovolgesse e si desse quel che di fatto si dà, che un intelligibile che è
rapportato da rapporti si fa esso stesso rapporto rapportante il rapporto di
cui prima era un nesso rapportato, ma, anche ammesso che nella sfera dialettica
di condizione umana si desse quella sistemazione pacifica per cui le gerarchie
degli intelligibili si susseguono l'una l'altra secondo una gerarchia che le ordina
in modo che fra l'una e l'altra si dia un rapporto irreversibile di dipendenza
funzionale
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