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per cui ciascun membro dell'una è condizionante solo condizionante di
un membro di quella che le è immediatamente adiacente o sovraordinata e insieme
condizionato e solo condizionato da quel membro correlato di quella che le è
immediatamente adiacente per così dire dal lato opposto o sottordinato, il
canone fisso della struttura delle comprensioni di ciascun intelligibile che ne
fa dei rapporti di rapporti, vuole che il processo di generazione di una
gerarchia di intelligibili che servono a quella che viene ultima nella serie
delle gerarchie come quei rapporti che sono rapportati dagli intelligibili di questa
vada all'infinito, mentre il numero fisso degli intelligibili che costituiscono
la gerarchia che vien prima nella gerarchia delle gerarchie in quanto son solo
rapporti, impedisce che il processo vada all'infinito e che le gerarchie della
gerarchia si moltiplichino indefinitamente non già perché sia illecito a un
pensiero di condizione umana porre degli intelligibili ciascuno dei quali sia
rapporto fra enti, ciascuno dei quali è un rapporto tra enti ciascuno dei quali
è a sua volta un rapporto e così via, ma perché la limitazione degli
intelligibili che di diritto e di fatto son dialettiche di un pensiero di
condizione umana risulta un apodittico per l'inferenza di fatto dalla gerarchia
dei rapporti che non sono rapportati di nessun rapporto e per l'inferenza di
diritto dai modi generici di una dialettica intelligibile in genere della quale
è canone o la necessità di uno spostamento d'attenzione di fatto tra un
intelligibile che è primo assoluto a un intelligibile che è ultimo assoluto o
la necessità di uno spostamento d'attenzione di diritto fra un intelligibile
che sia primo assoluto di diritto, anche se non coincide con quello che è tale
di fatto, e un intelligibile ultimo assoluto di diritto anche se è altro da
quello che di fatto si dà autocosciente come ultimo, e della quale, in quanto
formalmente strutturata secondo siffatto canone, è argomento il numero fisso
degli intelligibili della prima gerarchia, con la conseguenza che, anche
ammesso che la dialettica di condizione umana si dia per l'ontità di una
gerarchia di gerarchie di intelligibili che son rapporti, dev'essere sempre
data un gerarchia di intelligibili che son rapporti la cui intelligibilità
dipende dalla loro rapportazione non di rapportati, ma di intuiti fenomenici, e
non consiste se non nell'identità di almeno alcuni degli intuiti di cui il
rapporto fa un complesso unitario; ma si ammetta che l'intellezione di un
fenomenico naturale dipenda da altro che dalla sussumibilità di esso sotto una
ragione assieme ad altri fenomenici che si faccian per questo cogeneri tra loro
e cogeneri al primo, che cioè il fenomenico ad intelligibilità fisica e non
soltanto matematica sia unico o perché tale di diritto o di fatto o perché
astratto e isolato dalla classe di cogeneri di cui è membro: si tratta di
sapere se la sua intelligibilità sia non solo conoscibile ma conservabile, come
un prototipo o un precedente, dal pensiero di condizione umana che l'ha intuito
e che per ipotesi si pone unico, e insieme comunicabile da questo ad altri
pensieri di identica condizione nell'atto stesso in cui viene intuito, senza
appello a identità degli intuiti sensoriali che lo costituiscono; l'unicità,
che è assoluta e irripetibile per presupposto, del fenomeno non è per Kant
condizione elidente una o più dei principi metodici
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