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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 201 - 251
    • 233
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[pag 272 (233 F1 /2)]

la cui attuazione nei confronti del fenomeno è conoscenza della sua intelligibilità, perché questa conoscenza è immediata ed automatica consistendo, secondo una teoria la cui struttura formale ha un certo sapore di platonismo o di aristotelismo, nella sussunzione attiva che è operata da una categoria trascendentale sia sul molteplice fenomenico che sul suo concetto e che consiste nel farsi essa rispettivamente nesso universale e necessario dei molti intuiti del primo e denotante del secondo con la conseguenza che da un lato tale categoria erige sé a genere o principio di intelligibilità di entrambi instaurando fra questi e sé un rapporto che è di legittima sussunzione attiva, dall'altro il pensiero di condizione umana inferisce automaticamente e immediatamente da questa il diritto di assumere a genere del fenomeno e del suo concetto la categoria e quindi di fissarne l'intelligibilità con un atto che questa volta è di sussunzione per dir così passiva o per altro; ma, a parte il fatto che la sussunzione attiva, in quanto inserzione del trascendentale come rapporto nell'insieme degli intuiti, non ha il diritto di prescindere da qualsiasi influsso sui singoli intuiti i quali dopo l'inserzione non solo debbono esser pensati intelligibili in quanto relazionati in un certo modo ma debbono anche esser pensati come ripetibili con una certa identità reciproca che riguarda la stessa materia con cui sono intuiti o qualche porzione di essa se non si vuole che una successiva sussunzione attiva della stessa categoria su altri insiemi di intuiti generi dei fenomeni intelligibili che son classificabili come cogeneri solo per il rapporto comune, la stessa sussunzione attiva, operata sul concetto dell'insieme di intuiti, presupponendo questo stesso concetto ha presupposto una intelligibilità altra da quella del suo trascendentale e quindi una antecedente ed eterogenea sussunzione attiva la quale non solo ha posto come ulteriormente necessaria l'identificabilità degli intuiti dell'insieme con altri ad essi cogeneri, ma ha anche fissato che il loro insieme sia un concetto e quindi un intelligibile, la cui intelligibilità non consiste solo nell'identità del rapporto che si ritrova in tutti i ripetuti ontici o problematici di quell'insieme ma anche nell'identità dei loro intuiti sensoriali; d'altra parte, se non si vuole rilevare l'aporia dell'immediatezza dell'intellezione per la sussunzione attiva di un conosciuto ad opera di una categoria, sussunzione la quale in quanto operata simultaneamente anche su di un concetto presuppone l'intelligibilità di questo e quindi una acronicamente o diacronicamente anteriore sussunzione attiva attuata da una categoria su di un conosciuto che non è concetto se non per una acronicamente o diacronicamente anteriore sussunzione attiva dello stesso tipo, e così via all'infinito, si deve pure osservare che siffatta sussunzione ad opera delle dodici categorie esaurisce, e cioè è ragione di un solo aspetto dell'intelligibilità dell' insieme intuito come unico nella sua intelligibilità, appunto per quanto sopra dicevamo che un'intelligibilità, anche ridotta a rapporti ad attributi intelligibili, patisce la stessa gerarchizzazione in generi e specie di quella delle forme sostanziali o intelligibili -cose, che sono insieme rapporti e rapportati ad attributi intelligibili, di una dottrina logica di tipo aristotelico, sicché l'intellezione di quell'insieme non è lecito


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[pag 273 (233 F3 /4)]

stia ((sia??))solo nella sussunzione attiva o passiva, ossia assoluta e immediata o relativa e mediata, in forza della sola categoria, ad esempio, di causa, essendoci più intelligibili che sono specie di questa o specie di sue specie, sotto cui il fenomenico dev'essere sussunto per avere esauriente intelligibilità; che se Kant non ci dice come questa intellezione avvenga conservando l'automaticità e adialetticità della genesi della prima, questa reticenza non esclude la necessità che le definizioni della categoria somma negli intelligibili sottordinati abbiano a che fare prima o poi con la materia stessa degli intuiti dell'insieme fenomenico unico, materia che entrerà nell'intellezione solo grazie a qualcosa di identico che vi venga pensato; se poi l'intellezione del fenomenico unico o astratto non ha la genesi automatica e per dir così superindividuale che Kant le assicura, ma passa attraverso la trafila di un metodo di ricerca di tipo galileiano ad esempio, si chiede come sia lecito per un pensiero di condizione umana che abbia per dir così preso contatto immediato con qualcosa di intelligibile che si nella lampada oscillante, garantirsi della validità di questa presa di contatto senza servirsi di insiemi fenomenici che ripetono il primo e come sia lecito o cercare nell'intuizione sensoriale che chiamiamo spontanea e che dovremmo piuttosto dire coattiva o suscitare in essa degli insiemi fenomenici in cui si dia lo stesso rapporto intelligibile senza che negli insiemi spontanei o in quelli suscitati a lato di quest'identità non sia data l'identità di una porzione almeno degli intuiti in quanto assolutamente intuiti, senza cioè che in ciascuno dei due o più complessi fenomenici che dovrebbero rapportarsi nel nesso intelligibile entro l'insieme fenomenico con la cui intelligibilità si è preso contatto la prima volta non si dia qualcosa di intuito nella materia che è ritrovato nei complessi fenomenici omologhi degli insiemi ripetuti in modo tale che la concentrazione d'attenzione su quei vari((??))qualcosa di materialmente((??)) intuiti il diritto di correlarli come identici non solo per l'omologia in funzione della funzione che hanno nel rapporto intelligibile e non solo sulla base della loro comune intuitività e non solo in forza della loro conclassificazione sotto il comune sensorio con cui la loro intuizione pare necessariamente rapportata, ma anche e soprattutto sulla base della loro conclassificazione sotto la stessa classe che assieme alle altre costituisce l'insieme della conclassificazione sotto il comune sensorio, o addirittura in forza della loro comune partecipazione a una sfumatura o classe di tale classe; inoltre il pensiero di condizione umana è tenuto ad assumere siffatto fenomeno unico come precedente o prototipo di una certa intelligibilità e a tale scopo lo consente nella memoria con un atto che è ripetizione indefinita dell'intuito primo e che rende autocoscienti tante per dir così sue copie ciascuna delle quali si identifica all'originale sia nel rapporto che nella materia degli intuiti rapportati: ora, se questa identificazione nulla dice dell' identità apodittica degli intuiti stessi che debbano essere conclassari per una loro comune sussunzione sotto uno stesso rapporto intelligibile, le cose non stanno così quando dinanzi all'intuizione di altri insiemi fenomenici il pensiero di condizione umana si vale dell'intellezione di quel primo insieme fenomenico




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