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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 201 - 251
    • 235
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[pag 279 (235 F2 /3)]

dai precedenti i rapportati intelligibili nei rapporti intelligibili in cui son stati posti e, in uno o altro modo, li unificano in gruppi che non solo sono unità degli uni e degli altri le quali entrano sia con gli uni che con gli altri in una relazione che è dal tutto, non già composito ma sintetico, alle porzioni componenti, non già addendi giustapposte e giustapponibili ma frazioni organizzate e organizzabili o articolate e articolabili l'una sull'altra secondo nessi reciproci che sussistono solo in vista dell'unità cui appartengono e in forza di questa, ma anche entrano per dir così in simmetria con le giustapposizioni succedentisi di intuiti autocoscienti e rifrangono entro queste i loro modi sostituendovi alla totalità dispersa un certo numero di raggruppamenti di intuiti dotati di una certa permanenza che resiste alla successione, comprensivi degli intuiti il cui rapporto è simmetrico del nesso intelligibile dei giudizi universali ipotetici, capaci di sostituirsi alle singole intuizioni come ontici autocoscienti la cui molteplicità consente di essere trattata come una ripetizione di intuiti compositi da classificarsi in forza delle dialettiche che andando dall'uno all'altro raggruppamento si fanno a loro volta estremi di una dialettica che vi ritrova identità altre da quelle dei rapporti simmetrici dei giudizi ipotetici e coincidenti con quello di una cosa o sostanza in generale - è il caso di osservare che di questo fenomeno autocosciente complesso si rende ben conto John Stuart Mill il quale all'esclusione da un pensiero di condizione umana di enunciati che siano principi di intelligibilità unisce una teoria della genesi di enunciati che sarebbero intelligibili, ma non principi, il che pare contraddittorio,[[Nota a matita dell'autore:”Andare a vedere la critica del sillogismo: contraddizione la premessa maggiore è un intelligibile che nasce nel modo qui detto ma che poi non può funzionare da premessa maggiore]], assicurando la liceità di una successione di giudizi affermativi individuali costituenti una serie di conclassari sulla base dell'analogia, che non è lecito non sia se non l'analogia di ciascun rapportato in un giudizio col suo omologo in ciascuno degli altri e del rapporto di ciascun giudizio col rapporto degli altri conclassari e facendo di siffatta liceità l'antecedente, acronico o diacronico, della liceità di un giudizio affermativo universale in cui i rapportati non sarebbero se non autocoscienti, omologhi ai rapporti ((dei??)) omologhi dei giudizi individuali ma investiti di intelligibilità, e il cui rapporto non sarebbe se non la stessa dialettica dei precedenti giudizi individuali ma essa pure investita di intelligibilità: quel che interessa osservare a proposito di questa teoria non è tanto quella nozione di analogia, che rimanda a quanto già abbiam detto sopra sulla somiglianza utilizzata dalla dottrina logica delle classi, e sulla quale ritorneremo più avanti in altra parte di questo lavoro, e neppure quel salto qualitativo da una serie di conclassari individuali inintelligibili anche se analogici a un intelligibile, salto per il quale torna fuori quella surrezione, di cui sopra, di un pensiero autocosciente come complesso di modi ontici, di qualità che sono coessenziali a ciò cui apartengono e che insieme sono capaci di qualificare di sé ontici altri da questo facendone la loro essenza coessenziale a ciò cui appartengono, di operazioni dialettiche che sono il presupposto condizionatore


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[pag 280 (235 F3 /4)]

di siffatto trasferimento di qualità, quanto piuttosto ciò che a Mill è sfuggito, che la seriazione o classificazione di giudizi affermativi individuali, ossia di dialettiche fra intuiti, non è primaria  se assume la forma di elencazione, seriale per analogia, di dialettiche da un raggruppamento di intuizioni, o percezione, a uno o più intuiti che vi partecipano, in quanto il diritto alla primarietà della serie delle dialettiche conclassarie per analogia, antecedente o acronico o diacronico di una dialettica unica e univoca per intelligibilità, spetta alla giustapposizione per analogie degli spostamenti d'attenzione da intuito ad intuito o da gruppo di intuiti a gruppo di intuiti che non stiano fra loro in un rapporto da tutto a parte ma in quel qualsivoglia rapporto tra distinti (che tutt'al più sono parti di un'intera giustapposizione simultanea degli intuiti che stia fra una giustapposizione simultanea antecedente e una successiva), il cui simmetrico intelligibile è un giudizio ipotetico; se non è autocosciente questa serie col suo intelligibile prima ancora dell'autocoscienza della serie dei giudizi individuali a rapportati che stan tra loro come il tutto alla parte, con il loro intelligibile o se di siffatta priorità una dottrina empiristica non parla, delle tre l'una, o la priorità viene ignorata a bell'a posta in quanto già rilevata da quell'anteriore descrizione dei fatti autocoscienti da cui si prende le mosse per approfondirla, nel caso di Mill dalla teoria humiana che non solo tale primato rileva riducendo le dialettiche operate sui simultanei autocoscienti intuiti a una giustapposizione che in quanto tale è per associazione per contiguità nello spazio e in quanto punto di applicazione di una pretesa intelligibilità è per contiguità nel tempo ossia per successione e insieme per una ripetizione che è un dato a priori fuori da qualunque ragion sufficiente, o surrettiziamente si sostituisce alla presupposizione di una simultaneità di intuiti autocoscienti che da un lato sono nella loro molteplicità simultanea solo perché si danno in essa con un modo ontico che è da porsi apriori e ininferibile da altra ragion sufficiente che non sia questo stesso modo e della cui necessità non è neanche il caso di parlare, e dall'altro vedono questo loro modo che è mera molteplicità con mera simultaneità, entrambe autocoscienti per l'autocoscienza di ciascun intuiti, farsi giustapposizione autocosciente in virtù di una rapportazione spaziale reciproca alla quale è lecito predicare l'attributo di associazione, ossia di elaborazione attiva da parte di qualcosa che non è né uno dei molti intuiti né la loro molteplicità solo quando surrettiziamente si salti da questa molteplicità, unico ontico autocosciente di cui sia legittimo tener conto, a un pensiero o soggetto, che il presupposto non comprende, e che di fatto è una certa dialettica che è spostamento d'attenzione secondo rapporti costanti o presunti tali non solo da questo a quello degli intuiti ma anche da questo a quello dei gruppi di intuiti senza però che in ciascuno dei gruppi spazialmente dialettizzati si dia alcuna necessità di mantenere constantemente entro l'unità spazialmente dialettizzata ciascuno degli intuiti che vi sono unificati e sia tolta la liceità di rompere tale unità per sostituirle un'altra unità a componenti intuiti altri dai primi, il presupposto di una molteplicità simultanea di intuiti autocoscienti




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