Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 201 - 251
    • 246
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 313 -


[pag 313 (246 F1 /2)]

quantificabilequantitativo, la sua induzione diretta dall'intuito o negherebbe l'assioma o presupporrebbe l'altro di una intelligibilità immanente con inautocoscienza nell'intuito ma per qualitativi, ciò che di intelligibile si nello stesso giudizio categorico per qualitativi, ossia l'apoditticità dell'aggregazione in generale e la sua indipendenza funzionale dal numero e dal modo ontico qualitativo degli aggregati e insieme l'illegittimità di estendere l'intelligibilità ad altre denotanti del giudizio che non siano la mera sua dialettica di unificazione per l'illiceità di correlare dialetticamente gli aggregati in quanto intuiti distributivamente con simmetrici aggregati ma in quanto intelligibili e l'aggregazione in quanto unità per unificazione di intuiti con un'aggregazione in quanto unità di un intelligibile che è uno in sé e da sé e non dal rapporto che lo denota, impedisce una dialettica, quale una logica aristotelica consente fra una percezione e i giudizi categorici che ne sono l'intelligenza, e pone l'illiceità di porre a principio del giudizio immediatamente l'intuito in quanto tale, giacché siffatta induzione diretta dovrebbe instaurare non solo una dialettica di equivalenza fra l'intelligibile dell'unificazione e l'aggregazione di quei certi intuiti in quella certa percezione e quindi un nesso di equazionabilità fra l'apoditticità della prima e la costanza o invariabilità della seconda, ma anche una dialettica di equivalenza, fra l'intelligibile unità per unificazione e gli intelligibili unificati da un lato e la percezione aggregato per aggregazione e i singoli intuiti aggregati, la quale dovrebbe essere di equazionabilità fra l'apoditticità il qualitativo e il sovrappiù unitario, irriducibile alla mera unificazione, dell'unità intelligibile e l'apoditticità e il qualitativo degli unificati, da un lato con un qualcosa di più che dovrebbe essere intuito nella percezione assieme o oltre agli intuiti aggregati e dovrebbe essere intuito secondo immutabilità e costanza e con l'immutabilità e costanza degli intuiti aggregati, il che non è dato per l'assenza entro la percezione e gli intuiti che vi si aggregano degli ontici autocoscienti da equazionarsi con gli ontici intelligibili; d'altra parte la limitazione dell'apoditticità del corpo in quanto intelligibile al semplice modo dell'unificazione esclude una genesi diretta del suo ontico autocosciente in generale e degli ontici autocoscienti che sono conclassari con a ragione quest'ultimo dall'intuito il quale non sarebbe capace di offrire delle costanze di aggregazioni indipendentemente dalla costanza degli aggregati o, comunque, non è atto a fare dei componenti della sua giustapposizione senza percezioni, delle biffe di dialettiche per rapporto di aggregazioni indipendentemente da un certo numero e da un certo modo ontico qualitativo degli aggregati, sicché, se l'induzione di quegli intelligibili fosse dall'intuito sic et simpliciter, questo offrirebbe lo spunto al loro farsi autocoscienti in forza di certi caratteri, che son quelli assunti a principi costanti della verità e validità materiali e formali dell'indotto, fra ((?)) i quali deve riguardare anche il numero e il modo qualitativo degli aggregati senza i quali non c'è aggregazione e i quali simultaneamente debbono prescindere da quel numero e da quel modo, destinati ad esser esclusi da una trasposizione ad intelligibili per colpire solo l'aggregazione,


- 314 -


[pag 314 (246 F2 /3)]

fonte dell'intelligibilità dell'unificazione; dunque, nel rapporto immediato fra l'intelligibilità autocosciente del corpo, come autocosciente in sé e come classe di autocoscienti, e la totale giustapposizione degli intuiti la direzione della dialettica legittima è dalla prima alla seconda, come da principio a conseguenza in quel che la giustapposizione ha di legittima suddivisione in percezioni; d'altra parte, poiché, la dialettica in generale  dall'intuito all'intelligibile è, per ciò che riguarda la genesi ossia l'autocoscienza che li accompagna, dal primo al secondo, non resta che mediare siffatta genesi relativamente all'intelligibile corpo con una dialettica che è quella veramente immediata dall'intuito e ((a??)) l'intelligibile e che è costituita dalla equivalenza funzionale fra quantitativi variabili, non resta cioè che interpretare la genesi dell'intelligibile corpo, che non è lecito sia un autocosciente apriori, come un processo di dialettiche in serie, alcune delle quali, le prime, costituiscono la ragione della legittimità di un autocosciente intelligibile la cui comprensione è questa definita equivalenza funzionale fra questi definiti quantitativi variabili entro la quale immane inautocosciente prima autocosciente poi l'autocoscienza di un intelligibile che è equivalenza funzionale in generale fra quantitativi variabili in generale, altre delle quali, le seconde, costituiscono la ragione o principio della legittimità di un autocosciente intelligibile la cui comprensione è da un lato la dipendenza condizionale di quella definita equivalenza quantitativa dall'unificazione di un certo numero di intuiti dai certi modi qualitativi e insieme l'indipendenza e incondizionatezza di essa da tal numero e da tali modi, dall'altro l'immanenza nella stessa comprensione dell'autocoscienza, inautocosciente prima, autocosciente poi, di un intelligibile che è la stessa dipendenza condizionale ma di una equivalenza quantitativa in generale da un'unificazione di intuiti in generale e le stesse indipendenza e incondizionatezza ma di una equivalenza quantitativa in generale dal numero e dal modo qualitativo in generale degli intuiti, le ultime delle quali, le terze, non sono che l'inferenza dalle prime e dalle seconde dell'ontità autocosciente dell'intelligibilità di quell'unificazione di quel certo numero di intuiti da quei certi modi che è questo corpo, intelligibilità nella quale immane, inautocosciente prima autocosciente poi, l'autocoscienza dell'intelligibile corpo in generale e dell'ontità autocosciente di quella percezione e di una percezione in generale; donde, sul piano operativo in generale, scaturiscono l'apoditticità di indurre dall'intuito in generale l'intelligibile in generale del corpo in generale o di questo corpo pel medio dell'immanenza in esso di un'equivalenza quantitativa e il diritto di avere l'intelligenza di una giustapposizione di intuiti mediante l'ontico autocosciente del corpo, di spartire problematicamente e di diritto la giustapposizione in percezioni sulla ragione dell'immanenza in essa con inautocoscienza dell' intelligibilità del corpo in quanto definita limitatamente come abbiam visto sopra, di suddividere onticamente di diritto e di fatto questa giustapposizione in questa percezione o, il che è lo stesso, di aggregare in essa questi intuiti in questa percezione sulla ragione dell'immanenza con inautocoscienza in questa aggregazione dell'intelligibile corpo,


- 315 -


[pag 315 (246 F3 /4)]

solo pel medio dell'autocoscienza della dialettica fra questa percezione e questa equivalenza quantitativa in quanto spostamento d'attenzione che è dipendenza funzionale e che è da un ontico autocosciente che è funzione indipendente a un ontico autocosciente che è funzione dipendente: se sul piano dell'empirismo il circolo vizioso era uno e semplice, qui sul piano della scienza i circoli viziosi si moltiplicano: se è vero che, operativamente, ossia dal punto di vista degli spostamenti d'attenzione fattisi autocoscienti da ontico autocosciente ad ontico autocosciente, il processo è formalmente vero e valido perché dall'intuito l'attenzione si sposta all'intelligenza autocosciente di questa equazione quantitativa che vi immane, da questa intelligenza si sposta alla costanza della equazione in quanto però connessa alla costanza della sua immanenza in un aggregato di intuiti e alla dipendenza condizionale di quella sua costanza dalla permanenza di questo, dalla costanza e dalla dipendenza si porta alla loro intelligenza e apoditticità, da questa si trasferisce all'intelligenza o apoditticità dell'aggregato, indicate col segno di unificazione, e da questa apoditticità dell'aggregazione o unificazione si porta infine alla permanenza dell'aggregato degli intuiti come a ciò in cui immane l'intelligibilità dell'unificazione e che di diritto tollera tutti quegli spostamenti, fra i suoi intuiti e gli intuiti altri da questi, che ne fanno una percezione, se è vero, cioè, che sul piano operativo l'intelligibile dell'equivalenza quantitativa è ragione e principio dell' intelligibile del corpo e l'intuitivo, secondo i modi che legittimano l'induzione è ragione dell'autocoscienza di entrambi, immediatamente del primo e mediatamente del secondo e i due intelligibili sono ragione della validità dell'intelligenza dell'intuitivo in quanto costante nel rapporto di ciò che in esso è stato quantificato e nella sua spartizione in intuiti aggregati in percezioni, è altrettanto vero che, a parte il fatto che, data l'eminente qualitatività dell'autocosiente corpo come classe o come ragione di una classe, l'intelligibilità come ontico autocosciente deve essere sdoppiata in una intelligibilità per qualitativi e in una per quantitativi, data l'eterogeneità assoluta delle due intelligibilità che vieta di instaurare fra esse dialettica altra da quella della loro conclassificazione nell'intelligibile in generale e di ritrovare nell'una un qualsivoglia aspetto che la renda ragione o principio della seconda e consenta di instaurare fra le due un nesso unitario o di sussunzione o di genesi [infatti, l'assoluta indipendenza dell'intelligibile qualitativo dal numero e dal modo ontico degli intuiti aggregati e la conseguente variabilità incondizionata e infunzionale di questi entro la costanza dell'aggregazione e l'apoditticità dell'unificazione dissolvono l'intelligibilità e l'intuitivo in una discontinuità e irrelazione  ontiche che si fanno unità e continuità solo per l'apoditticità dell'immanenza inautocosciente della prima nella seconda, ossia per un dato di fatto che è di diritto per altro e non per sé, quantunque dall'altro che è sua ragione sufficiente sia lecito solo che ne inferisca la necessità della propria ontità non del proprio modo ontico qualitativo, mentre la dipendenza e correlazione che, in un modo e in un altro, deve essere dialetticamente inserita fra l'intuitivo e l'intelligibile quantitativo




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License