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che non consiste se non
nella loro equazionabilità o per identità o per somiglianza e nella
sostituzione a questa dialettica di equazione di una dialettica di uniforme
sussunzione di ciascuna a quel fattore di identità o di somiglianza che è la
ragione della classe o insieme; donde deriva che, quando in forza di questa
dialettica di identificazione che è l'essenza della ripetizione scattano i
meccanismi dell'abitudine e della credenza, l'intelligibile che ne deriva sarà
ancora una successione diacronica di due ontici autocoscienti, ma arricchita
degli attributi di necessità, e le biffe di tale successione non saranno se non
o una delle sensazioni o gruppi sensoriali della prima classe e una delle
sensazioni o gruppi sensoriali della seconda o la ragione della prima classe e
la ragione della seconda, ontici questi che non sono del pari se non intuiti
sensoriali, sicché il punto di arrivo del discorso, cioè la necessaria
coincidenza o equivalenza di una dialettica intelligibile con tutto ciò che di
materiale e di formale si dà in una dialettica fenomenica, è stato questa volta
raggiunto pel medio dell'identità, o somiglianza, delle sensazioni che in
differenti giustapposizioni fenomeniche si danno secondo il rapporto di quella
dialettica, identità e somiglianza necessariamente inferite dalla serie di
dialettiche che costituisce per Hume la ragione sufficiente e insieme l'essenza
di una dialettica intelligibile in generale; siano gli ontici, ragione ed
essenza dell'autocoscienza di dialettiche intelligibili, quelli assunti da
Stuart Mill in questa funzione, ossia la ripetizione in successione di questa
associazione di contiguità nel tempo, e aggiungiamo noi, nello spazio, il
conseguente salto qualitativo della serie delle associazioni ripetute alla
dialettica intelligibile e la sussunzione di questa sotto la dialettica
intelligibile della costanza e uniformità di tutte le dialettiche che siano in
forza di quel salto qualitativo: è lecito qui parlare di ripetizione se per
essa s'intende una dialettica da associazione per successione o per
simultaneità fra sensoriali a una associazione che sia un identico nesso fra
sensoriali, se per tale dialettica vien seguita come falsariga e insieme
portata all'autocoscienza la relazione di equivalenza fra le due, se il diritto
di questa equivalenza sta in varie dialettiche, in cui si risolve la prima,
l'una fra l'uno e l'altro nesso associativo, che ha a falsariga e innalza
all'autocoscienza la loro reciproca identità o sostituibilità assoluta, e le
altre due fra ciascun sensoriale, biffa delle due associazioni, con l'omologo,
le quali seguono a falsariga e levano all'autocoscienza una loro sostituibilità
reciproca e quindi equivalenza in forza non solo dell'identità della loro
funzione o postazione diacronica, ma di una loro analogia o somiglianza, se la
dialettica instauratasi fra la prima dialettica con a biffe le due prime
associazioni e altre dialettiche con a biffe altre associazioni di identico
nesso relazionale fra sensoriali ha a falsariga e leva all'autocosienza l'equivalenza
reciproca delle parziali equivalenze in cui ogni dialettica dialettizzata si
risolve, se questa dialettica di dialettiche fra queste associazioni acroniche
o diacroniche di sensoriali è principio della riduzione di queste associazioni
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