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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 252 - 301 F2
    • 253-54
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[pag 339(253 F4 254 F1)]

che non consiste se non nella loro equazionabilità o per identità o per somiglianza e nella sostituzione a questa dialettica di equazione di una dialettica di uniforme sussunzione di ciascuna a quel fattore di identità o di somiglianza che è la ragione della classe o insieme; donde deriva che, quando in forza di questa dialettica di identificazione che è l'essenza della ripetizione scattano i meccanismi dell'abitudine e della credenza, l'intelligibile che ne deriva sarà ancora una successione diacronica di due ontici autocoscienti, ma arricchita degli attributi di necessità, e le biffe di tale successione non saranno se non o una delle sensazioni o gruppi sensoriali della prima classe e una delle sensazioni o gruppi sensoriali della seconda o la ragione della prima classe e la ragione della seconda, ontici questi che non sono del pari se non intuiti sensoriali, sicché il punto di arrivo del discorso, cioè la necessaria coincidenza o equivalenza di una dialettica intelligibile con tutto ciò che di materiale e di formale si in una dialettica fenomenica, è stato questa volta raggiunto pel medio dell'identità, o somiglianza, delle sensazioni che in differenti giustapposizioni fenomeniche si danno secondo il rapporto di quella dialettica, identità e somiglianza necessariamente inferite dalla serie di dialettiche che costituisce per Hume la ragione sufficiente e insieme l'essenza di una dialettica intelligibile in generale; siano gli ontici, ragione ed essenza dell'autocoscienza di dialettiche intelligibili, quelli assunti da Stuart Mill in questa funzione, ossia la ripetizione in successione di questa associazione di contiguità nel tempo, e aggiungiamo noi, nello spazio, il conseguente salto qualitativo della serie delle associazioni ripetute alla dialettica intelligibile e la sussunzione di questa sotto la dialettica intelligibile della costanza e uniformità di tutte le dialettiche che siano in forza di quel salto qualitativo: è lecito qui parlare di ripetizione se per essa s'intende una dialettica da associazione per successione o per simultaneità fra sensoriali a una associazione che sia un identico nesso fra sensoriali, se per tale dialettica vien seguita come falsariga e insieme portata all'autocoscienza la relazione di equivalenza fra le due, se il diritto di questa equivalenza sta in varie dialettiche, in cui si risolve la prima, l'una fra l'uno e l'altro nesso associativo, che ha a falsariga e innalza all'autocoscienza la loro reciproca identità o sostituibilità assoluta, e le altre due fra ciascun sensoriale, biffa delle due associazioni, con l'omologo, le quali seguono a falsariga e levano all'autocoscienza una loro sostituibilità reciproca e quindi equivalenza in forza non solo dell'identità della loro funzione o postazione diacronica, ma di una loro analogia o somiglianza, se la dialettica instauratasi fra la prima dialettica con a biffe le due prime associazioni e altre dialettiche con a biffe altre associazioni di identico nesso relazionale fra sensoriali ha a falsariga e leva all'autocosienza l'equivalenza reciproca delle parziali equivalenze in cui ogni dialettica dialettizzata si risolve, se questa dialettica di dialettiche fra queste associazioni acroniche o diacroniche di sensoriali è principio della riduzione di queste associazioni




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