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per l'identità dei
sensoriali sia tutt'un errore, o se piuttosto alla nozione di contingenza non debba
sostituirsi un altro intelligibile da predicarsi dei sensoriali per quella loro
inettitudine a farsi o di diritto e di fatto, come vuole l'empirismo, o solo di
fatto, come pone la scienza nelle sue dialettiche, biffe immediate e immutabili
di dialettiche che sono intelligibili di diritto e di fatto e che traducono
nella loro intelligibilità autocosciente o l'intelligibilità che è
inautocosciente entro le dialettiche di cui son biffe di diritto e di fatto i
fenomenici o qualcosa che le corrisponde; d'altra parte, le stesse
considerazioni che hanno portato alla parola"contingente" e alla
nozione autocosciente corrispondente che con la mia esclusione ho ridotto al
concetto-zero del contraddittorio assoluto e non relativo del necessario, hanno
dato vita alla parola "particolare", alla nozione autocosciente che
dovrebbe supporlesi, a un rapporto dialettico di convertibilità delle due
nozioni per cui il contingente è particolare e il particolare è contingente;
delle difficoltà cui la parola "particolare" va incontro quando le
nostre dialettiche tentino di riempirne la nozione che vi si suppone di una
comprensione, o definizione o descrizione che sia, hanno esperienza tutti
coloro che si trovano nella necessità di insegnare a un principiante di
filosofia che cos'è il particolare, quali ontici autocoscienti sono particolari
e perché le sensazioni sono particolari;evidentemente ci sono due strade per
insegnare e dimostrare ad altri, il che poi è un insegnarlo e dimostrarlo a se
stessi, che è autocosciente e legittimo un certo intelligibile e che questo è
essenza ossia predicato necessario di un ontico autocosciente non coincidente
con esso, a seconda che il soggetto dell'intelligibile è un ontico che è
nell'autocoscienza intuitivamente e immediatamente o che vi è mediatamente per
dialettiche che ne riempiono la comprensione di denotanti senza però mai
adeguare la completezza che l'intuizione immediata offre; ora, nel nostro caso,
abbiamo a che fare con due ontici autocoscienti entrambi immediatamente
intuiti, l'uno, il particolare in quanto intelligibile, per la definizione che
ne vien data, l'altro, il sensoriale in quanto soggetto dell'intelligibile, per
l'intuizione che se ne ha come ontico autocosciente in sé e come autocosciente
conclassario di infiniti altri in una classe a univoca ragione; le difficoltà
che la definizione del particolare incontra sono o paiono meno gravi di quelle
della contingenza: se particolare è il modo proprio di ciò che è porzione di un
tutto in quanto eterogenea dalle altre e avente per ciò il diritto a porsi
discontinua dalle altre entro il tutto, la particolarità di un ontico
autocosciente è l'essenza che gli deriva dall'appartenere a un pensiero di
condizione umana che è altro dal resto del tutto fenomenico cui appartiene e
inidentificabile con altre parti dello stesso tutto, comprese quelle che sono
altrettali pensieri di condizione umana, con la conseguenza che la dialettica
che fra un particolare s'instaura e un pensiero di condizione umana è da una
parte coessenziale e un tutto e quindi
dall'essenza del tutto a un' identica essenza della parte, il che impone il
trasferimento dell'assoluta differenza tra i pensieri di condizione umana e tra
tutti i momenti di ciascuno di essi all'assoluta differenza di un ontico
autocosciente in ciascun pensiero e in ciascun momento di un pensiero;
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