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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 252 - 301 F2
    • 257-58
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- 352 -


[pag 352 (257 F4 /258 F1)]

della deduzione stessa, preda com'è dell'impossibilità di rifarsi a un'induzione e di garantirsi nella legittimità del suo principio; e, allora, a maggior riprova  dell'inutilità della definizione e del procedimento deduttivo sillogistico che si è tenuto finora per dimostrare a sé e ad altri la particolarità e l'apoditticità della particolarità del sensoriale, l'insegnante batte un'altra strada, anch'essa indiretta: quando di un ontico autocosciente non è lecita l'inferenza di un suo essenziale dalla sua ragion sufficiente intelligibile, è lecito inferirlo dalle condizioni della sua genesi, ossia dalle denotanti necessarie di quell'ontico autocosciente che è il principio della sua ontità autocosciente, nel senso che è lecito rifarsi a quegli ontici autocoscienti che entrando in rapporto reciproco generano all'autocosciente l'ontico del cui essenziale si tratta, al fine di trarre da quel complesso relazionale quei modi necessari che da esso si trasferiscono al generato all'autocoscienza; è questo il mezzo a cui ho fatto ricorso io stesso per dimostrare a me e ad altri questa particolarità del sensoriale e della cui ontità è prova il fatto che lo stesso Bertrand Russel lo utilizza: si pone un rapporto fra il pensiero di condizione umana in sé e un ontico e di esso si fa il principio-causa della sensazione intesa come ontico autocosciente insorgente entro l'autocoscienza del pensiero per il rapporto in cui questo si pone con l'ontico, sicché la sensazione ha la sua causa nel rapporto d'azione in cui il pensiero si pone con l'ontico; poi si attribuisce al rapporto una variazione costante provocata o dagli incessanti mutamenti attraverso cui passa lo stesso pensiero e che mai ripetono stati identici o ai precedenti e successivi o a quelli degli altri pensieri o dalle differenze di modalità affettanti i momenti del divenire gli organi sensoriali o gli organi stessi in quanto appartenenti a differenti pensieri, i quali fanno del loro mutevole rapporto con l'ontico la ragione del mutare del rapporto fra pensiero e ontico di cui è medio l'organo sensoriale o dalle differenze nei rapporti che vincolano l'ontico a quegli ontici che, rapportandosi ad esso, lo rendono biffa del rapporto col pensiero generatore di sensazione, differenze che mutano o in funzione del mutare diacronico di questi ontici o del mutare dei rapporti stessi fra questi e l'ontico biffa in funzione del variare del rapporto fra il pensiero e l'ontico biffa in quanto connesso a tali ontici o dai tre fattori uniti assieme; delle tre ragioni sufficienti della incessante varietà del rapporto pensiero-ontico che è causa delle sensazioni la più convincente pare la terza, in quanto la prima attribuisce al pensiero una mutevolezza che non pare ad esso coessenziale come sopra si è visto, mentre la seconda introduce un mediatore fra l' ontico e il pensiero e con ciò complica ancor di più la relazione già di per sé abbastanza complicata; di qui una dimostrazione della necessità o essenzialità della particolarità entro la sensazione, che muove dall'ontico autocosciente, che è ragion sufficiente della sua ontità, e che è concepito come una relazione fra il pensiero e un ontico, definito in questa sua funzione di biffa dai rapporti che lo vincolano ad altri ontici e che sono le ragioni sufficienti della sua funzione di biffa del primo rapporto, procede ad attribuire a tale ontico autocosciente la necessità di variare




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