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della deduzione stessa,
preda com'è dell'impossibilità di rifarsi a un'induzione e di garantirsi nella
legittimità del suo principio; e, allora, a maggior riprova dell'inutilità della definizione e del
procedimento deduttivo sillogistico che si è tenuto finora per dimostrare a sé
e ad altri la particolarità e l'apoditticità della particolarità del sensoriale,
l'insegnante batte un'altra strada, anch'essa indiretta: quando di un ontico
autocosciente non è lecita l'inferenza di un suo essenziale dalla sua ragion
sufficiente intelligibile, è lecito inferirlo dalle condizioni della sua
genesi, ossia dalle denotanti necessarie di quell'ontico autocosciente che è il
principio della sua ontità autocosciente, nel senso che è lecito rifarsi a
quegli ontici autocoscienti che entrando in rapporto reciproco generano
all'autocosciente l'ontico del cui essenziale si tratta, al fine di trarre da
quel complesso relazionale quei modi necessari che da esso si trasferiscono al
generato all'autocoscienza; è questo il mezzo a cui ho fatto ricorso io stesso
per dimostrare a me e ad altri questa particolarità del sensoriale e della cui
ontità è prova il fatto che lo stesso Bertrand Russel lo utilizza: si pone un
rapporto fra il pensiero di condizione umana in sé e un ontico e di esso si fa
il principio-causa della sensazione intesa come ontico autocosciente insorgente
entro l'autocoscienza del pensiero per il rapporto in cui questo si pone con
l'ontico, sicché la sensazione ha la sua causa nel rapporto d'azione in cui il
pensiero si pone con l'ontico; poi si attribuisce al rapporto una variazione
costante provocata o dagli incessanti mutamenti attraverso cui passa lo stesso
pensiero e che mai ripetono stati identici o ai precedenti e successivi o a
quelli degli altri pensieri o dalle differenze di modalità affettanti i momenti
del divenire gli organi sensoriali o gli organi stessi in quanto appartenenti a
differenti pensieri, i quali fanno del loro mutevole rapporto con l'ontico la
ragione del mutare del rapporto fra pensiero e ontico di cui è medio l'organo
sensoriale o dalle differenze nei rapporti che vincolano l'ontico a quegli
ontici che, rapportandosi ad esso, lo rendono biffa del rapporto col pensiero
generatore di sensazione, differenze che mutano o in funzione del mutare
diacronico di questi ontici o del mutare dei rapporti stessi fra questi e
l'ontico biffa in funzione del variare del rapporto fra il pensiero e l'ontico
biffa in quanto connesso a tali ontici o dai tre fattori uniti assieme; delle
tre ragioni sufficienti della incessante varietà del rapporto pensiero-ontico
che è causa delle sensazioni la più convincente pare la terza, in quanto la
prima attribuisce al pensiero una mutevolezza che non pare ad esso coessenziale
come sopra si è visto, mentre la seconda introduce un mediatore fra l' ontico e
il pensiero e con ciò complica ancor di più la relazione già di per sé
abbastanza complicata; di qui una dimostrazione della necessità o essenzialità
della particolarità entro la sensazione, che muove dall'ontico autocosciente,
che è ragion sufficiente della sua ontità, e che è concepito come una relazione
fra il pensiero e un ontico, definito in questa sua funzione di biffa dai
rapporti che lo vincolano ad altri ontici e che sono le ragioni sufficienti
della sua funzione di biffa del primo rapporto, procede ad attribuire a tale
ontico autocosciente la necessità di variare
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