- 384 -
[pag 384 (267 F4 /268 F1)]
ma la cui materia non è mai
né immediatamente né autonomamente intelligibile come quella che fonda il
diritto a connotare le biffe di dialettiche intelligibili non su una propria essenziale
intelligibilità né su una intelligibilità conseguenza apodittica di una ragione
intelligibile, ma su alcune sue connotanti formali, la ripetizione ad esempio,
le quali si pongono a condizioni sufficienti ma non necessarie del suo ingresso
entro la forma intelligibile e la conseguente serie di dialettiche
intelligibili di cui è biffa, oppure sulla perfetta identità che lega la
rapportazione sotto cui si dà nell'intuito fenomenico a una delle rapportazioni
intelligibili, identità che è ragione apodittica non dell'apoditticità della
sua intelligibilità, ma dell' apoditticità del suo diritto a entrare in forme
intelligibili e in dialettiche
intelligibili; conseguenze immediate derivano da ciascuna di queste nozioni
che entra come sottofondo del rispettivo
presupposto: un innatismo deve concludere dal suo sottofondo che ogni
dialettica intelligibile è e deve essere vera e valida, che dialettiche dubbie
o bisognose di verifica e di convalida e dialettiche false non sono ontici
autocoscienti della sfera delle dialettiche intelligibili ma appartengono ad
altri insiemi di ontici autocoscienti entro cui agisce a lato
dell'apodittici((tà)) la volontà e la scelta non condizionata da ragione
necessaria, che la immediata verità e validità di una dialettica intelligibile
fa tutt'uno con l'unità unicità e identità di tutto ciò che connota la
dialettica nella sua totalità composita e sintetica, che l'unità unicità
identità di tutte le connotanti della dialettica sono la stessa cosa
dell'intelligibilità della materia e l'intelligibilità della forma sia delle
biffe dialettizzate che del nesso della dialettica, che non è lecito
distinguere e separare nelle biffe e nella dialettica la materia dalla forma,
sia perché la prima al tempo stesso che pone se stessa con le sue denotanti di
intelligibilità fa di sé la ragione della rapportazione intelligibile, nel
senso che offre, entro le denotanti che ne disarticolano l'unità e che per
quanto disarticolate si spezzano in note che sono altre da un rapporto, la
ragion sufficiente della funzione che ciascuna nota altra da un rapporto
contiene essenzialmente come principio del rapporto che la collega a un'altra,
sicché è illecito porre con autocoscienza un rapporto dialettico fra le note
escludendo le funzioni reciproche delle note dialettizzate in quanto
coincidenti con la totalità della loro rispettiva connotazione, ed è apodittico
instaurare fra il nesso apodittico della dialettica e le funzioni reciproche
delle note un rapporto tale per cui il primo è conseguenza necessaria delle seconde
e non viceversa, sia perché ogni forma che acquista autocoscienza con una
dialettica, se in sé è una rapportazione denotata dall' intelligibilità,
rispetto alle due biffe entro cui è rilevata è un modo necessario con cui
l'intera essenza di ciascuna è autocosciente e fa tutt'uno con la loro essenza,
sicché la dialettica non si sovrappone alle biffe ma muove dalle biffe stesse e
non cerca la ragione della propria intelligibilità in sé ma nella materia delle
biffe; in parole più semplici, in un innatismo la materia dell'intelligibile è
principio e ragione della forma e materia e forma di un intelligibile fan
tutt'uno, perché nell'unità innata dell'intelligibile da disarticolare
|