- 423 -
[pag
423 (279 F4 /280 F1)]
esso, che è la dialettica di
un giudizio categorico universale affermativo, nell'atto in cui ritrae le
ragioni della propria legittimità e verità-validità formali e materiali dalle
esigenze di tutte le nostre dialettiche intelligibili, si pone a ragione della
legittimità degli stessi intelligibili uni e semplici che son biffe di
equivalenza con gli intelligibili dialettizzati e quindi della legittimità di
tutte le dialettiche intelligibili, e in forza di questi rapporti di ragione
immettono nell'autocoscienza umana e nella sfera delle dialettiche umane
l'ontità di intelligibili uni semplici in sé e per sé, ma inautocoscienti o
privi di autocoscienza umana; l'intelligibile autocosciente di siffatti ontici
inautocoscienti avrà poi la liceità di trarre da sé l'immanenza inautocosciente
di questi ontici entro l'esperienza, il rapporto, diretto e indiretto, di uno o
altro tipo, di genesi degli intelligibili autocoscienti da tali inautocoscienti,
la serie delle questioni, e delle soluzioni, che l'immanenza degli
intelligibili inautocoscienti nell'esperienza e la genesi da essi degli
intelligibili autocoscienti sollevano; se fra gli altri modi che è lecito
attribuire a un'intelligibilità divina, in quanto ontico problematico in cui
siano la completezza la simultaneità l'identità costante che sono escluse da
quella umana, c'è anche l'autocoscienza coessenziale agli spostamenti
d'attenzioni, anche la sfera delle dialettiche di autocoscienza divina coincide
con unificazioni di materie e forme intelligibili disarticolate fra le quali
compaiono alla condizione di apodittici definiti e completi quel qualitativo
dell'intelligibile uno e semplice e quel nesso funzionale, che lo lega a ciascuna
delle denotanti dell'intera comprensione e da cui ritraggono completa
connotazione i rapporti funzionali fra denotante e denotante, i quali nella
sfera umana sono concetti problematici; ma anche nel dialettico divino l'unità
dell'intelligibile non promana dalla dialettica, ma dall'unità
dell'intelligibile uno e semplice, sicché anche lì dev'essere data una
dialettica di equivalenza fra un intelligibile uno e semplice in sé e
l'intelligibile corrispondente ma biffa di dialettiche, in forza di una
identità del qualitativo del primo col qualitativo del secondo e di una
differenza tra la sinteticità indivisa del primo e la simultaneità di unità
sintetica e di molteplicità disarticolata e unificata del secondo; ivi, però,
l'ontico autocosciente che è biffa di partenza di questa dialettica che è di
equivalenza e insieme di legittimità per ragion sufficiente e che coincide con
l'intelligibile uno e semplice in sé, trae la propria legittimità da una
dialettica differente da quella che ha la stessa funzione nell'autocoscienza
umana, in quanto essendo tale ontico un autocosciente apodittico e non
problematico non si pone a conseguenza di una dialettica che predichi un'ontità
di autocoscienza altra da quella di cui esso gode all'intelligibile uno e
semplice come a soggetto, ma ritrova in sé allo stato di intuizione la
coincidenza dell'autocoscienza con l'apoditticità della sua unità semplice e
della concomitante qualità, così come in una sensazione di autocoscienza umana
l'unità semplice e il qualitativo a questa correlato del dato coincidono con
l'autocoscienza, sicché l'attenzione divina che si concentra sull'intelligibile
unitario ne coglie, senza nessuna necessità di disarticolazione, la
simultaneità e coincidenza
|