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senza però fonderli in
un'unità, inscindibile almeno fin che è conservato nell'autocoscienza il loro
rapporto; si dice che lo spostamento d'attenzione da un autocosciente a un
altro che provoca la traduzione di questi a membri di una classe stabilisce o
segue come falsariga o instaura, ossia, con termine esatto e sottratto a
problematiche ulteriori, dota di autocoscienza un rapporto fra le due biffe che
è di identità o di equivalenza o di
somiglianza il quale connette, sulla base di quanto or ora abbiam visto, due
qualitativi che son parti della totalità
qualitativa di ciascuno; ma ci si deve chiedere che cosa sia tale rapporto
ossia a quale ontico autocosciente tali locuzioni rimandino, a meno che non si
voglia ricadere in quell'isomorfismo di parola e autocosciente intelligibile
che tanto la dottrina delle classi condanna negli aristotelismi, e in fondo a
ragione; e la domanda interessa perché riguarda uno dei principi delle
dialettiche della matematica; cominciamo col rapporto di identità: in geometria,
si parla di identità o di uguaglianza tra due autocoscienti quando sovrapposti
coincidono, ma non si tien conto che questa operazione, a parte il fatto che è
limitata agli ontici autocoscienti in quanto immaginari - diamo qui per
scontato che la qualificazione di questo autocosciente che è l'immaginario si
dia con autocoscienza, ossia si sappia che cosa vuol dire questa parola -, a
parte il fatto che cassa l'ontità autocosciente di uno di essi sicché il
rapporto che pure deve instaurarsi fra la situazione dialettica dei due
geometrici prima dell'operazione e la situazione in cui i due dovrebbero
venirsi a trovare dopo l'operazione, rapporto che dovrebbe verificare
l'identità delle due situazioni e cioè lo stato di un autocosciente che
dovrebbe essere coincidente con un altro per sovrapposizione, esce
dall'autocoscienza perché la seconda situazione è l'autocoscienza di un solo
geometrico, a parte tutto ciò, tale operazione nullifica tutti gli ontici
autocoscienti, ossia tutti i rapporti spaziali in cui il geometrico spaziale
spostato per verificare la coincidenza giace rispetto al primo geometrico o ad
altri, e spesso anche altri, quali l'orientamento e il rapporto reciproco delle
componenti del geometrico spostato in quanto determinate da certi rapporti con
altri ontici che non sono tali componenti, e attraverso tale annullamento non
solo verifica quella distinzione fra qualitativo variabile e
qualitativo-principio invariabile, di cui si parla sopra, e fa di questo
qualcosa i cui attributi richiamano l'essenzialità
e la sostanzialità degli intelligibili
aristotelici, ma fa di se stessa e delle sue conseguenze l'unico ontico
effettivamente autocosciente allorchè si parla di identità; infatti, se
l'identità è la coincidenza per
sovrapposizione, delle due l'una o l'identità è un ontico autocosciente in sé e
assolutamente definito e qualificato il quale entra in un certo rapporo con
l'autocoscienza di quell'altro ontico che è la coincidenza per sovrapposizione
e instaura con esso, pel medio del rapporto, un nesso funzionale che è
dall'identità alla coincidenza o come da ragione a conseguenza o come da
conseguenza a ragione e che, non essendo se non secondo il primo modo,
dev'essere problematico e non apodittico, nel senso che è lecito che avvenga e
avvenendo consente di risalire dall'autocoscienza dell'effetto a quella della
ragione, e allora, in questo primo caso l'identità dev'essere un qualificabile
per sé e da sé,
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