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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 301-02
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[pag 496 (301 F4 /302 F1)]

che è la dialettica e insieme l'autocoscienza in generale che accompagna questa dialettica, la dialettica di sostituzione problematica è esclusa dalle dialettiche con autocoscienza hic et nunc, nel senso non già che sia priva di autocoscienza hic et nunc ma nel senso che, quand'essa entri in certi rapporti con le altre, l'autocoscienza hic et nunc che accompagna a queste nuove dialettiche non ha la liceità di identificarle con le altre, fin che non risulti sostituibile con una dialettica di sostituibilità fra gli stessi suoi due autocoscienti la quale sia ontica ossia sia giustapposta da autocoscienza hic et nunc in forza della giustapposizione dell'autocoscienza hic et nunc a quel complesso di operazioni che chiamiamo sostituzione; ora, le dialettiche con denotante di liceità di modificarsi le quali rimandano a un autocosciente della cui unità esse sarebbero la modificazione per unificazione, ammettendo per semplificare che siano due, istituiscono, ciascuna, un rapporto o dialettica fra sé e l'autocosciente che è di sostituibilità, rapporto che fa tutt'uno colla loro sostituibilità reciproca, e questo non già in forza dell'assioma dell'uguaglianza reciproca di due autocoscienti che sian ciascuno uguali ad un terzo, quanto in forza del dato di fatto immediato che è costituito dai legittimi giochi di sostituzione che si danno fra tre autocoscienti siffatti, ossia che sian tali da sostituire ciascuno di due fra essi il terzo, essendo, infatti, che il primo si sostituisce al secondo sulla base del punto di vista da cui s'opera la sostituzione e il secondo al terzo e così via sempre sulla stessa base; donde segue che, una volta posta immediatamente l'ontità di dialettiche autocoscienti che con la unificazione dei propri molteplici qualitativi unificati sostituiscono l'ontità di un autocosciente uno e semplice e tale sostituzione conservano anche quando l'una tra esse ponga a proprie biffe o a propri rapporti tra queste o a entrambi autocoscienti che sono qualitativamente altri da quelli che corrispondono nelle altre, è posta come problematica una dialettica di sostituibilità fra le dialettiche stesse la quale evidentemente non è verificata ossia non è sostituita da nessuna dialettica di sostituibilità con autocoscienza hic et nunc, e resta esclusa dalla serie delle dialettiche che dall'autocoscienza hic et nunc che le denota ricevono il diritto di esser trattate come dialettiche; ma la ragion d'essere della problematicità statica di siffatte dialettiche sta tutta nell'autocosciente di cui ciascuna è un sostituito sulla base di un certo criterio di sostituzione, con la conseguenza che, comunque venga interpretata la liceità o attitudine di quell'autocosciente a farsi sostituire da dialettiche insostituibili fra loro, indipendentemente dal fatto che esso sia predicato dalla divenienza, dalla pluralità, dall'inintelligibilità, ecc., esso pure è escluso dalla serie delle dialettiche con autocoscienza hic et nunc, nel senso che è esclusa la sua liceità di farsi biffa di una di queste ed è esclusa la liceità delle dialettiche che l'hanno a propria biffa di entrare in dialettiche autocoscienti quali le altre e che al pari delle altre patiscano un certo trattamento; le dialettiche dell'altra classe, invece, le quali hanno a loro denotante l'illiceità di modificarsi e di conservare il rapporto di sostituibilità con l'autocosciente cui si sostituiscono,


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[pag 497 (302 F1 /2)]

avanzano alla problematicità un unico rapporto o dialettica di sostituibilità, quello che le vincola ciascuna al proprio ontico autocosciente, dialettica problematica che sarà sempre sostituita e sostituibile da una dialettica di sostituibilità hic et nunc fra i due autocoscienti e con ciò entrerà a far parte di quella serie privilegiata di dialettiche con a connotante l'autocoscienza hic et nunc e trascinerà seco la dialettica che si sostituisce all'unità dell'ontico autocosciente e questo stesso autocosciente sia pure come biffa di dialettiche; pare che questo processo che abbiam qui tracciato sia l'unico che permetta di giungere alle denotanti formali dell'intelligibilità evitando ogni circolo vizioso o petizione di principio o postulato convenzionale o aprioristico; infatti, quando prendiamo partenza da Parmenide e da quel suo "l'essere è", e passiamo a identificare l'intelligibilità in generale con l'immanenza del principio d'identità e di non-contraddizione e con i qualitativi formali che un intelligibile deve verificare onde consentire siffatta immanenza, è evidente che il passaggio o inferenza è legittimo alla condizione che quell'"essere" abbia l'immanenza dell'identico e del non-contradditorio e di tutto ciò che è condizione della liceità di quest'immanenza, e che siffatta legittimità cela o un circolo vizioso, nel caso che da quelle condizioni di immanenza e di caratterizzazioni si proceda a stabilire l'inclusione della proposizione entro la serie delle dialettiche dotate di autocoscienza hic et nunc e di quel privilegio consistente in quel qualsivoglia trattamento che le si ritiene atte a consentire, e a inferire dall'inclusione la validità della dialettica della proposizione e di tutte le altre della serie privilegiata e dalla validità la necessità dell'ontità di quell'immanenza e di quella caratterizzazione come loro conseguenti necessari, o una petizione di principio, nel caso che l'immanenza e la caratterizzazione sian trattati da dipendenti funzionali dell'inclusione e della validità e quindi da loro conseguenti necessari in forza del fatto che senza una loro preordinata e assoluta priorità dipende la valutazione di necessità di tutto ciò che li contiene immanenti, o il postulato della loro convenzionalità, per il quale, una volta distinte le due classi di dialettiche, ci si è accordati di assegnare il privilegio di quel certo trattamento a una sola, quella a struttura immodificabile, a cui apporterebbe anche la proposizione, o il postulato della loro apriorità, in quanto dati primi ed evidenti garantenti con la loro immediatezza il privilegio del trattamento a tutti gli autocoscienti che li hanno immanenti; si parta, invece, dal dato di fatto della sostituzione, come quella certa operazione, in sé di autocoscienza immediata, che una coppia di autocoscienti consente e da cui consegue una certa dialettica dei due, e, una volta preso atto di questo che siffatto dato non ha a sua condizione se non altri dati, altrettanto primari, l'autocoscienza hic e nunc, lo spostamento d'attenzione, la dialettica, l'ontico e il problematico con tutte le denotanti qualitative che costituiscono ciascuno  di questi primari, e una volta resisi conto che l'operazione della sostituzione e la sua dialettica consentono di trattare in certo modo gli autocoscienti sostituiti ossia di farli biffe di dialettiche che godono di quel tanto di sicurezza che è proprio anche dell'immediatezza della sostituzione, la sicurezza della sostituzione e quella dei vari trattamenti o dialettiche


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[pag 498 (302 F3 /4)]

di cui i sostituiti si fan biffe costituisce il privilegio di una serie di dialettiche le quali si distinguono da tutte le altre indipendentemente o al di della comune autocoscienza che tutte le connota; ora, fra le dialettiche di sostituibilità ce ne son di quelle che hanno a biffa un ontico autocosciente e una dialettica immodificabile o che almeno fino alle autocoscienze hic et nunc che si giustappongono agli ontici e li rendono hic et nunc si danno immodificate, mentre ce ne sono altre che hanno a biffe un ontico autocosciente e più dialettiche che sono l'una la modificazione dell'altra: fra i due gruppi si deve, allora, distinguere il primo che verifica la sostituzione, cui pretende, in tutti i casi e in tutti i modi e punti di vista sotto cui le sue dialettiche sono riguardate, dal secondo che la sostituzione non verifica affatto e le cui dialettiche sono meramente problematiche e con ciò sono escluse da quel privilegio; è logico che dallo stesso privilegio siano escluse anche la serie delle biffe che entrano nel rapporto di sostituibilità, ossia gli ontici autocoscienti e le molteplici dialettiche equivalenti e pretendenti a sostituire legittimamente l'unico ontico autocosciente; che se si obietta che surrettiziamente faccio entrare nel discorso quei concetti di immanenza dell'identico e del non-contraddittorio e di caratterizzazione ad opera di quei formali che quest'immanenza consentono, perché la verifica delle dialettiche di sostituzione non avviene costantemente se non alla condizione che costante e uniforme sia l'ontico autocosciente da cui la dialettica costante e uniforme proviene e perché, di conseguenza, sottintendo alla costanza dei due la loro identità, unicità, immutabilità, ecc., rispondo che io non pretendo affatto che ((la)) verifica sia costante: io prendo contatto con la sfera delle dialettiche di condizione umana e cerco di farne un oggetto immediato della mia concentrazione d'attenzione e quindi degli spostamenti della mia attenzione; osservo così che, posta la sostituzione e tutto quel che essa significa, mi trovo dinanzi la dialettica di liceità di sostituzione A e la dialettica di liceità di sostituzione B, essendo A lo spostamento d'attenzione dall'ontico autocosciente, di autocoscienza problematica nella sua unità e semplicità, "Socrate" all'ontico autocosciente, in sé dialettica e spostamento d'attenzione, "Socrate è mammifero", oppure dall'ontico autocosciente, di autocoscienza ontica nell'unificazione immediata e inarbitraria dei molteplici sensoriali costituenti, della percezione"Socrate" all'ontico autocosciente della dialettica "Socrate è mammifero", essendo B lo spostamento d'attenzione dalla percezione" Socrate"alle dialettiche"Socrate è giovane","Socrate è anziano", Socrate è vecchio", essendo  entrambi gli spostamenti dialettiche di sostituibilità di " Socrate è mammifero" all'unico ontico autocosciente "Socrate", concetto o percezione, o di "Socrate è giovane, anziano, vecchio" alla percezione Socrate; noto che la prima sostituibilità è verificata ossia è fondata su una sostituzione che è un'operazione di fatto, mentre la seconda sostituibilità è problematica perché non verificata nella sostituzione delle tre dialettiche all'unica percezione o delle tre dialettiche  l'una all'altra; con ciò non pretendo affatto che la prima sostituibilità sia sempre verificata, mi limito a dire che l'autocoscienza hic et nunc che l'accompagna è la stessa che l'ha accompagnata in tutti i rapporti di sostituibilità precedenti;




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