Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
dalla qualità che è di quest'altro medio, dalla qualità che è della loro unificazione, sicché mentre pretende che la totalità dell'uno sia qualcosa a sé inidentificabile coi suoi momenti e con ciò deve attribuirgli un qualitativo suo proprio in forza della convertibilità fra diversità di funzione e diversità di qualitativo, priva quel tutto della liceità di avere una funzione propria inidentificabile con quella di altro nello stesso momento in cui identifica la sua qualità con il compenso che il qualitativo dell'uno dei medi offre a quello dell'altro, ossia con la semplice somma o giustapposizione dei due qualitativi; perché delle due l'una o veramente il divenire esaurito o assunto ad esaurito è un intelligibile uno e in sé che solo per disarticolazione dà in discrezione le qualità attraverso cui è passato, e in questo caso deve avere una propria qualificazione che disarticolata è lecito anche che sia un concetto problematico, ma mai un concetto -zero, e la qualificazione deve essere altra da quella dei momenti del divenire, o la qualità del divenire è l'unificazione, e non la sintesi, delle qualità dei due momenti, e allora non si vede come esso sia assunto a quella totalità una semplice e unitaria che è l'autocosciente intelligibile da correlarsi con le dialettiche che lo sostituiscono, a meno che non si voglia fare del divenire un mero rapporto intelligibile e non un qualitativo, nel qual caso dovrebbero escludersi, come fa Kant e come non vuole Hegel, le qualità in generale dell'intelligibilità; e allora la definizione delle funzioni dei qualitativi di ciascun medio va operata con un rapporto di ciascun medio col tutto del divenire, nei confronti della cui qualità il suo qualitativo esplica una funzione che non è quella dell'altro, funzione che è quella di porsi come organo della sua organicità rispetto alla quale opera in un certo modo, che non sarà quello operato dall'altro, ma che comunque impedisce di esser colto con autocoscienza con un confronto immediato col modo dell'altro; allo stesso modo che la funzione della maschilità non è quel parziale che è completato dalla funzione della femminilità indipendentemente da quell'unità che è la generazione, fuori dalla quale né l'una qualità né l'altra hanno funzioni neppure se sono unificate l'una all'altra secondo un nesso che non coincida con quel qualitativo altro dalla maschilità e dalla femminilità che è la generazione, sicché in universo privo di generazione ma non dei due qualitativi, questi si differenzierebbe ((ro)) ed entrerebbero in contraddizione solo per la qualificazione che compete a ciascuno, ma non per le funzioni, e di conseguenza avrebbero la liceità di scomparire o l'uno o l'altro senza che il restante cessasse di conservare ontità e assolutezza qualitativa, riuscendo invece impossibile, in seguito a quella scomparsa, il tutto della generazione che necessita((à)) delle due funzioni e insieme le rende contraddittorie ma nel proprio seno, tutto che d'altra parte per ipotesi non esiste, così è di A e di B, i qualitativi medi del divenire X esaurito o assunto per tale, i quali hanno funzione solo rispetto a X e solo rispetto X differenziano le loro funzioni, ma fuori da X o hanno qualità diverse ma non funzione e quindi neppure funzioni diverse, nel caso che X non sia, o, avendo X ontità, oltre alle qualità reciprocamente diverse contrarie e contraddittorie, hanno funzione e insieme funzioni diverse contrarie e contraddittorie, ma solo indirettamente pel medio della diversità delle funzioni che ciascuno esplica nell'unità di X; sicché immediatamente, e diversamente da quel che Aristotele vuole, i due qualitativi medi in sé sono irrelati rispetto alla funzione e se si correlano l'uno l'altro dal punto di vista della loro medietà rispetto al tutto del divenire cui appartengono hanno la stessa funzione che è appunto quella di esser dei medi, e solo nei confronti del qualitativo del divenire hanno ciascuno una funzione che non è quella del tutto e non è quella che entro il tutto esplica l'altro; donde segue che il primo e oggettivo rapporto funzionale è da medio a tutto, mentre il rapporto funzionale da medio a medio non ha in sé nessuna ragione d'essere, e l'acquisisce solo entro il tutto in cui però ogni medio non esercita funzione sull'altro ma solo sul tutto; ora, quel che chiamiamo contraddizione è un processo complesso o meglio la dialettica conclusiva di un processo complesso di dialettiche: essendo la forma, o modalità di rapporto, di una dialettica fra due ontici che non godono della liceità di ricevere simultaneamente entrambi la predicazione di una stessa denotante che all'uno solo spetta quando venga posto in relazione con un terzo ontico, essa conduce alla negazione reciproca dei due in quanto esclusione di ciascuno dall'immanenza nell'altro come identificazione di esso sia con la totalità che con una a piacere delle connotanti dell'altro, ma non scaturisce da questa negazione anche se, ponendosene a ragione, finisce per identificarsi con essa; di fatto, presuppone almeno una coppia di dialettiche, che, identiche nella forma ossia nella modalità del rapporto unificante a due a due le biffe, ma differenti in almeno due di queste l'una delle quali è correlata ad una terza secondo la stessa forma con cui alla terza è correlata la seconda, son poste simultaneamente o meglio acronicamente in una dialettica di sostituibilità con un unico e medesimo autocosciente; con la conseguenza che, poiché il rapporto utilizzato dalle dialettiche sostituenti è uno formalmente ma molteplice materialmente, la comune funzione di sostituti o sostituibili di un unico ontico, comportando la sostituzione reciproca delle due dialettiche, illecita per la loro diversità, pone l'illiceità della sostituzione dei due all'uno e l'illiceità della ragione di questa sostituzione, ossia la coimmanenza delle due biffe differenti nell'unica connotazione, sicché delle due l'una o tale coimmanenza è un a parte subiecti, e allora l’ontico unitario nulla perde della sua ontità legittima ad eccezione della sua funzione di biffa di sostituzione delle due dialettiche e della sua condizione di connotato dalle due differenti biffe di queste due dialettiche, o l'immanenza è a parte obiecti, e allora l'ontico autocosciente o è un meramente problematico ad autocoscienza in generale la cui ontità è illegittima e che con la sua ontità e le sue dialettiche non ha il diritto di entrare nella sfera dell'intelligibilità, o è un ontico ad autocoscienza hic et nunc, che, ciononostante, non ha la liceità di entrare con la sua ontità e le sue dialettiche nella stessa sfera; quando tutte queste dialettiche sian state operate e connesse in rapporto ciascuna di principio alla sua immediata conseguenza, il loro complesso si fa principio di quelle dialettiche in forza delle quali le due biffe costituenti la varietà formale delle due dialettiche di sostituzione sono chiamate contraddittorie o neganti, in rapporto reciproco di contraddizione o negazione;
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |