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e insieme è
qualitativo come quella in cui biffe intelligibili conservanti la stessa
autocoscienza che già avevano arricchiscono la propria qualificazione di
modalità nuove, e, inoltre o per conseguenza, di costituire una continuità
diacronica entro cui le variazioni quantitative e qualitative consentono di
distinguere fasi eterogenee l'una dall'altra entro ciascuna delle quali è dato
costantemente ritrovare, come porzioni componenti, dialettiche che, qualora
sian rese biffe di uno spostamento d'attenzione, rendono autocosciente una
certa sostituzione reciproca; in questa totalità in continuità diacronica
consentita dalle variazioni è da escludersi quel che chiamiamo errore, perché
questo, qualunque sia la sua natura, da qualunque causa o condizione tragga
origine, per qualunque conformazione dell'attività dialettificatrice di
condizione umana insorga, elide la continuità e unicità del tutto della sfera
che da flusso in interrotto scorrimento si fa molteplicità discontinua e
discreta di complessi dialettici contraddittori uno almeno dei quali non ha il
diritto dell'intelligibilità; la ragione della continuità diacronica per
costante variazione quantitativa e qualitativa del tutto entro la totalità
della sfera dialettica è l'imperfezione in quanto incompletezza della
sostituzione delle dialettiche agli intelligibili uni e semplici la quale è
della autocoscienza e della concentrazione d'attenzione di tipo umano e non
dell'errore, così come la ragione del fatto che quella successione diacronica
di sfere dialettiche, ciascuna delle quali è un tutto in sé eterogeneo da
quelli che lo prendono e lo seguono, è trattata come una continuità indiscreta,
sta non tanto in un 'ontica fluenza continua libera da soluzioni, quanto nella
liceità degli spostamenti d'attenzione che dall'una totalità si portano
sull'altra per correlarli a vicenda secondo il nesso di equivalenza consentito
dall'univoca funzione di sostituzione che ciascuno ha nei confronti
dell'intelligibile uno e semplice o degli intelligibili uni e semplici di cui
si pone come sostituto-sostituibile; quando in una di queste totalità -fasi
entra come biffa una dialettica la quale sia già stata utilizzata come biffa in
un'altra totalità -fase, la condizione che, nonostante l'eterogeneità che li
separa, consente a ciascuno dei due tutti di conservare verità e validità
formali e materiali e di costituire con l'altro le biffe di uno spostamento
d'attenzione che ne fa una totalità continua e quindi una totalità unica
intelligibile, è che le due dialettiche si faccian biffe di una dialettica di
sostituibilità reciproca e quindi di identità; ma se ci si chiede quali siano
le modalità di questa sostituzione-sostituibilità, si deve rispondere che non è
data la liceità di una sostituzione totale e puntuale la quale permetta di
assumere nell'autocoscienza hic et nunc il tutto di ciascuna dialettica e
insieme ciascuna delle porzioni in cui si disarticola, e precisamente ognuna
delle due biffe, la forma, la funzione esplicata da una biffa sull'altra, la
forma in cui la dialettica si lega al contesto cui appartiene, la funzione che
alle biffe e alle loro forme e alle loro funzioni deriva in funzione del nesso
tra la dialettica e il contesto, e di sostituirlo pari pari al tutto dell'altra
e a ciascuno delle sue porzioni, data l'eterogeneità del contesto cui ciascuna
delle due appartiene, con la conseguenza che se per sostituzione-identità
s'intende, qui,
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