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la
medesimezza che è di un unico ontico autocosciente che salga all'autocoscienza
in diacronia, quest'identità non esiste; e allora si deve stabilire entro quali
limiti e secondo quali modalità siffatta sostituzione dev'essere presa, dal
momento che le due dialettiche, assunte nella loro interezza, sono due
eterogenei la cui sostituibilità non è un lecito; e quest'illiceità diventa
ancor più palese quando si tenga presente che ciascuna di tali dialettiche
immersa nel proprio contesto ne riceve denotazioni, arricchenti la connotazione
o di una delle due sue biffe o di entrambi o della sua forma o di una o
entrambe le funzioni delle biffe, delle quali non è data autocoscienza hic et
nunc per l'altra dialettica che si pretende ad essa sostituibile benché
appartenga ad altro complesso, e che, viceversa, da questa è esclusa
l'autocoscienza delle denotanti che son proprie della prima; ma, allora, se
nonostante queste eterogeneità l'attenzione procede a spostarsi dall'una
all'altra dialettica per rilevare il loro reciproco nesso di sostituibilità e
se nonostante l'illiceità di una sostituibilità perfetta e puntuale conduce
all'autocoscienza di una sostituibilità in genere, dev'essere anzitutto fornito
un principio o ragione che consenta la costruzione iniziale della dialettica di
sostituibilità e insieme dev'essere fornito un punto di vista tale dal quale
divenga lecito oltrepassare la crosta dell'eterogeneità reciproca per scendere
a una piattaforma comune su cui le due dialettiche si facciano sostituibili;
ora, il punto di partenza verso una dialettificazione di sostituibilità delle
due dialettiche non è fornito dalla forma verbale-linguistica di giudizi che
esse si danno a rispettivo indice come dimostra il fatto che quando si muove da essa non è data nessuna garanzia di
sicurezza da errori logici, sicché non basta la sostituibilità dei due
complessi linguistici e di ciascun loro momento, la quale tutt'al più è avvio
alla presa di contatto con ciò sulla cui base si procede alla dialettificazione;
quel che, una volta ammessa l'ontità autocosciente di sfere dialettiche alla
Aristotele o alla Platone, si pone come spunto per una correlazione tra due
dialettiche di due differenti sfere intelligibili, è il fatto che ciascuna di
esse rimanda a un intelligibile uno e semplice di cui pretende di essere il
sostituito-sostituibile o mediato o immediato e che coincide e fa tutt'uno e
quindi è unico con quello cui l'altra pretende di correlarsi come al suo
sostituito((sostituto??))-sostituibile o mediato o immediato; e quando sia data
all'autocoscienza hic et nunc la legittimità di entrambe le sostituzioni,
quando cioè si dia con autocoscienza la legittima sostituibilità di entrambe le
dialettiche, in quanto unificazioni in sé secondo una certa forma e un certo
sistema di correlazioni funzionali entro cui si connettono le materie che fuor
dalle dialettificazioni sono alcuni dei disarticolati in cui l'unità semplice
dell'intelligibile si è infranta ed entro le dialettificazioni sono degli
orientati a ripristinare l'unità perduta, risulta come dato di fatto la
sostituibilità reciproca delle due dialettiche; ma ciò evidentemente ha avuto
la liceità di darsi all'autocoscienza pel medio di una disarticolazione e
separazione di ciascuna dialettica dal rispettivo contesto e pel medio di
un'artificiale spoliazione di ciascuna da ciò che l'immanenza le aggiungeva
come nuova denotante e come ulteriore qualificazione: e allora,
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sotto questo
punto di vista astratto e artificiale, le due dialettiche ricavano il diritto
alla sostituibilità e identità reciproca non solo dalla legittima
sostituibilità di ciascuna all'unico intelligibile uno, ma anche dall'ontica
loro unicità; quando, però, si fuoriesca da quell'operazione di isolamento e di
assolutizzazione per reimmettere ciascuna dialettica nel suo contesto e quindi
per riempirla di tutti quegli apporti donatile dal contesto e trascurati dalla
disarticolazione e dall'estrazione precedenti, allora la sostituibilità per
unicità vien meno perché l'una dialettica non sarà mai quello stesso ontico che
è l'altra;che, se ciononostante, si persiste a mantenerle nella sostituibilità,
non resta che conservare la precedente sostituibilità reciproca con a ragione
la legittima e comune sostituibilità all'unico intelligibile, e insieme
garantirla al di là dell'eterogeneità facendo di quel che di diverso c'è
nell'una dialettica dall'altra un approfondimento e completamento
dell'unificazione mediante cui si tenta di adeguare più da presso l'unità
originaria dell'intelligibile, sicché l'eterogeneità non cassa la legittimità
della sostituibilità così come la diseguaglianza da un più ad un meno non
impedisce di equazionarli nel caso che entrambi sian dei sostituti di un unico
quantitativo col quale l'uno, il più, attui l'equazione con maggior
accostamento alla medesimezza di quanto non faccia l'altro, quello del meno; il
processo di sostituibilità delle due dialettiche delle due differenti fasi
dialettiche è quindi qualcosa di complesso, che muove dall'identità per unicità
delle due dialettiche in quanto disarticolate dal loro contesto e
legittimamente sostituibili ad un unico intelligibile uno e semplice, perviene
all'illiceità di siffatta identità in forza dell'eterogeneità che annulla la
loro unicità date le differenti connotazioni che ad entrambe spettano a seconda
che siano dell'uno o dell'altro contesto dialettico da cui son state
artificialmente avulse((o)), e infine ritorna a un diritto di sostituibilità e
quindi di identità sulla base della costante legittimità con cui ciascuna,
nonostante l'eterogeneità dall'altra, permane in sostituibilità con l'unico
intelligibile uno di cui rappresenta un ontico sostituibile al pari dell'altro
ma non nello stesso modo dell'altro; con la conseguenza che quando queste tre
operazioni dialettiche sian state verificate nella loro verità e validità
formali e materiali, le due dialettiche han diritto di esser prese per
identiche, quel che dalla loro immissione in due differenti contesti deriva, e
cioè un certo aumento e precisazione di qualità di un intelligibile ha diritto
di esser assunto con autocoscienza come legittimamente sostituibile all'unico
intelligibile uno, le denotanti che dall'immissione di ciascuna dialettica nel
proprio contesto derivano alla connotazione di essa e dell'intelligibile uno di
cui è sostituto-sostituibile hanno il diritto di essere immanenti nella
connotazione dell'altra e dello stesso intelligibile; e allora, la serie di
queste operazioni con la sua conclusione della sostituibilità di diritto di due
dialettiche eterogenee per immanenza in due contesti eterogenei diviene nella
sua struttura formale il modulo formale che dev'essere verificato ossia trovato
immanente entro la varietà formale di qualsiasi coppia di dialettiche la cui
appartenenza a contesti diversi non impedisca di utilizzarli come la presa di
coscienza con una somma sempre maggiore di qualità denotanti la disarticolata
unità e semplicità
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