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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 315
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[pag 538 (315 F1 /2)]

la medesimezza che è di un unico ontico autocosciente che salga all'autocoscienza in diacronia, quest'identità non esiste; e allora si deve stabilire entro quali limiti e secondo quali modalità siffatta sostituzione dev'essere presa, dal momento che le due dialettiche, assunte nella loro interezza, sono due eterogenei la cui sostituibilità non è un lecito; e quest'illiceità diventa ancor più palese quando si tenga presente che ciascuna di tali dialettiche immersa nel proprio contesto ne riceve denotazioni, arricchenti la connotazione o di una delle due sue biffe o di entrambi o della sua forma o di una o entrambe le funzioni delle biffe, delle quali non è data autocoscienza hic et nunc per l'altra dialettica che si pretende ad essa sostituibile benché appartenga ad altro complesso, e che, viceversa, da questa è esclusa l'autocoscienza delle denotanti che son proprie della prima; ma, allora, se nonostante queste eterogeneità l'attenzione procede a spostarsi dall'una all'altra dialettica per rilevare il loro reciproco nesso di sostituibilità e se nonostante l'illiceità di una sostituibilità perfetta e puntuale conduce all'autocoscienza di una sostituibilità in genere, dev'essere anzitutto fornito un principio o ragione che consenta la costruzione iniziale della dialettica di sostituibilità e insieme dev'essere fornito un punto di vista tale dal quale divenga lecito oltrepassare la crosta dell'eterogeneità reciproca per scendere a una piattaforma comune su cui le due dialettiche si facciano sostituibili; ora, il punto di partenza verso una dialettificazione di sostituibilità delle due dialettiche non è fornito dalla forma verbale-linguistica di giudizi che esse si danno a rispettivo indice come dimostra il fatto che quando si muove  da essa non è data nessuna garanzia di sicurezza da errori logici, sicché non basta la sostituibilità dei due complessi linguistici e di ciascun loro momento, la quale tutt'al più è avvio alla presa di contatto con ciò sulla cui base si procede alla dialettificazione; quel che, una volta ammessa l'ontità autocosciente di sfere dialettiche alla Aristotele o alla Platone, si pone come spunto per una correlazione tra due dialettiche di due differenti sfere intelligibili, è il fatto che ciascuna di esse rimanda a un intelligibile uno e semplice di cui pretende di essere il sostituito-sostituibile o mediato o immediato e che coincide e fa tutt'uno e quindi è unico con quello cui l'altra pretende di correlarsi come al suo sostituito((sostituto??))-sostituibile o mediato o immediato; e quando sia data all'autocoscienza hic et nunc la legittimità di entrambe le sostituzioni, quando cioè si dia con autocoscienza la legittima sostituibilità di entrambe le dialettiche, in quanto unificazioni in sé secondo una certa forma e un certo sistema di correlazioni funzionali entro cui si connettono le materie che fuor dalle dialettificazioni sono alcuni dei disarticolati in cui l'unità semplice dell'intelligibile si è infranta ed entro le dialettificazioni sono degli orientati a ripristinare l'unità perduta, risulta come dato di fatto la sostituibilità reciproca delle due dialettiche; ma ciò evidentemente ha avuto la liceità di darsi all'autocoscienza pel medio di una disarticolazione e separazione di ciascuna dialettica dal rispettivo contesto e pel medio di un'artificiale spoliazione di ciascuna da ciò che l'immanenza le aggiungeva come nuova denotante e come ulteriore qualificazione: e allora,


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[pag 539 (315 F2 /3)]

sotto questo punto di vista astratto e artificiale, le due dialettiche ricavano il diritto alla sostituibilità e identità reciproca non solo dalla legittima sostituibilità di ciascuna all'unico intelligibile uno, ma anche dall'ontica loro unicità; quando, però, si fuoriesca da quell'operazione di isolamento e di assolutizzazione per reimmettere ciascuna dialettica nel suo contesto e quindi per riempirla di tutti quegli apporti donatile dal contesto e trascurati dalla disarticolazione e dall'estrazione precedenti, allora la sostituibilità per unicità vien meno perché l'una dialettica non sarà mai quello stesso ontico che è l'altra;che, se ciononostante, si persiste a mantenerle nella sostituibilità, non resta che conservare la precedente sostituibilità reciproca con a ragione la legittima e comune sostituibilità all'unico intelligibile, e insieme garantirla al di dell'eterogeneità facendo di quel che di diverso c'è nell'una dialettica dall'altra un approfondimento e completamento dell'unificazione mediante cui si tenta di adeguare più da presso l'unità originaria dell'intelligibile, sicché l'eterogeneità non cassa la legittimità della sostituibilità così come la diseguaglianza da un più ad un meno non impedisce di equazionarli nel caso che entrambi sian dei sostituti di un unico quantitativo col quale l'uno, il più, attui l'equazione con maggior accostamento alla medesimezza di quanto non faccia l'altro, quello del meno; il processo di sostituibilità delle due dialettiche delle due differenti fasi dialettiche è quindi qualcosa di complesso, che muove dall'identità per unicità delle due dialettiche in quanto disarticolate dal loro contesto e legittimamente sostituibili ad un unico intelligibile uno e semplice, perviene all'illiceità di siffatta identità in forza dell'eterogeneità che annulla la loro unicità date le differenti connotazioni che ad entrambe spettano a seconda che siano dell'uno o dell'altro contesto dialettico da cui son state artificialmente avulse((o)), e infine ritorna a un diritto di sostituibilità e quindi di identità sulla base della costante legittimità con cui ciascuna, nonostante l'eterogeneità dall'altra, permane in sostituibilità con l'unico intelligibile uno di cui rappresenta un ontico sostituibile al pari dell'altro ma non nello stesso modo dell'altro; con la conseguenza che quando queste tre operazioni dialettiche sian state verificate nella loro verità e validità formali e materiali, le due dialettiche han diritto di esser prese per identiche, quel che dalla loro immissione in due differenti contesti deriva, e cioè un certo aumento e precisazione di qualità di un intelligibile ha diritto di esser assunto con autocoscienza come legittimamente sostituibile all'unico intelligibile uno, le denotanti che dall'immissione di ciascuna dialettica nel proprio contesto derivano alla connotazione di essa e dell'intelligibile uno di cui è sostituto-sostituibile hanno il diritto di essere immanenti nella connotazione dell'altra e dello stesso intelligibile; e allora, la serie di queste operazioni con la sua conclusione della sostituibilità di diritto di due dialettiche eterogenee per immanenza in due contesti eterogenei diviene nella sua struttura formale il modulo formale che dev'essere verificato ossia trovato immanente entro la varietà formale di qualsiasi coppia di dialettiche la cui appartenenza a contesti diversi non impedisca di utilizzarli come la presa di coscienza con una somma sempre maggiore di qualità denotanti la disarticolata unità e semplicità




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