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il che nessun innatista o razionalista puro riuscirebbe a
controbattere validamente, e che tutt'al più occorre un possesso innato o
autogenetico di intelligibili formali su cui commisurare quelle dialettiche che
di per sé mai offrirebbero l'intelligibilità pura né di una loro
intelligibilità mai darebbero ragione senza il ricorso ad altro;//
la necessità di una innatezza o di una autogenesi di intelligibili
formali-materiali cade, dunque, al venir meno della sua liceità, negata da un
lato dal fatto che in corrispondenza della inescludibile simmetria fra
l'intelligibilità dell'intelligibile innato ed autogenetico e l'intelligibilità
dell'intuito o dell'aggregato di intuiti, in corrispondenza cioè della
sostituibilità delle dialettiche che fanno loro forme e materie i disarticolati
dell'intelligibile innate alle dialettiche che fanno loro forme e materie i
disarticolati dell'intuito o dell'aggregato di intuiti nessuna ragione è data
della verità e validità della simmetria e della sostituibilità, dall'altro dal
fatto che in corrispondenza dell'immutabilità dell'intelligibile innato ed
autogenetico non è posta un’ altrettanto sicura immutabilità delle modalità di
intuiti o di aggregati di intuiti che debbono essere conclassificati con gli
altri già sussunti sotto l'intelligibile e resi pazienti della stessa
sussunzione per ragioni non coincidenti con quelle per cui gli altri han patito
la conclassificazione e la sussunzione: in qualunque modo sia fissata la
differenza che divide un complesso unificato di autocoscienti intelligibili da
un ammasso di intuiti che è successione di complessi di intuiti entro ciascuno
dei quali l'unificazione degli intuiti è posta se non altro dalla simultaneità
della loro autocoscienza, è illecito situare in discrezione((??)) assoluta il
complesso degli intelligibili e l'ammasso degli intuiti, se non altro perché
l'autocoscienza dei primi deve essere assunta a principio dell'autocoscienza di
certe modalità dei secondi in modo tale
che una volta instaurato questo rapporto di ragione a conseguenza tra le
prime e le seconde, qualcosa che si dà autocosciente nella sfera dei primi
diviene sostituibile con qualcosa che si dà autocosciente nell'insieme dei secondi;
in forza di questa sostituibilità in generale di qualcosa in generale dei primi
a qualcosa in generale dei secondi, si parla di una razionalità del mondo e
della liceità di una scienza del fenomenico, mentre per l'esclusione della
stessa sostituibilità non si conclude ad un'esclusione [[Nota a
matita dell'autore:”alludo a certe religioni”]] di un intelligibile
in genere dall'ontità in generale o dall'autocoscienza in genere o di
condizione umana, ma solo all'inintelligibilità del fenomenico ossia
all'inutilità della sfera degli intelligibili di autocoscienza ontica o
problematica per la predicazione di certe modalità all'insieme degli intuiti e
per quel che questa predicazione consente; in qualunque modo sia posta la
materia degli autocoscienti intelligibili, la differenza che deve esser
inserita a dividerli dall'ammasso degli intuiti comporta che la sostituibilità
in generale di qualcosa che in generale è ontico e autocosciente nella sfera
dei primi a qualcosa che in generale è ontico e autocosciente entro i secondi,
una volta ammessa, debba essere interpretata da un lato come una mera
sostituzione parziale, nel senso che solo alcune porzioni dei due qualcosa
generici genericamente sostituibili siano sostituibili le une alle altre in
genere, e non come la liceità che un qualcosa che in generale è nella sfera
dell'intelligibile sia da prendersi
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pari pari e da trasportarsi nell'altra sfera e viceversa, dall'altro
come il segno di un'immanenza inautocosciente entro l'intuito di qualcosa di
generale che è totalmente sostituibile a un qualcosa in generale entro
l'intelligibile autocosciente e come l'effetto di una certa azione di questo
immanente su quel qualcosa di genericamente sostituibile all'intelligibile che
appartiene all'intuito autocosciente; dato il presupposto di questa
sostituibilità in generale e quindi della liceità di una scienza del
fenomenico, l'innatezza o autogenesi di un intelligibile porta seco due
conseguenze: da un lato che una volta divenuto autocosciente o l'intelligibile
o quel che di implicito c'è nell' autocosciente, quel qualcosa in generale, che
di genericamente sostituibile a qualcosa in generale entro il fenomenico vi si
ritrova estenda al suo sostituto-sostituibile gli attributi formali
dell'intelligibilità dei quali gode e, con ciò, fissi entro il qualcosa del
fenomenico l'attitudine, tra l'altro, a conservare immutata la materia e la
forma delle dialettiche che vi si esercitano; dall'altro che, quando grazie a
questo rapporto tra intelligibile e intuito si siano costruite classi finite di
porzioni dell'intuito l'una all'altra sostituibili, si verifichi che ad ogni
porzione di intuito la quale si dia sostituibile alle altre di una classe per
la sostituibilità di certe sue porzioni con quelle delle sue conclassarie,
senza tuttavia che queste porzioni sostituibili coincidano con tutte o anche
soltanto con alcune di quelle porzioni che già si davano sostituibili con
porzioni di un intelligibile, debba estendersi la sostituibilità totale di
tutte le sue porzioni con quelle delle conclassarie e con quelle sostituibili
dell'intelligibile, o almeno con queste e con quelle delle conclassarie a
queste sostituibili; ma la prima conseguenza non si è sempre verificata perché
le nostre dialettiche hanno verificato o che forme e materie di dialettiche
esercitate sul fenomenico e destinate a conservarsi immutate in forza della
loro sostituibilità con qualcosa delle dialettiche di un intelligibile han
dovuto essere modificate o che forme e materie di dialettiche da esercitarsi
immutate entro il fenomenico per una presunta loro sostituibilità con quelle
dell'intelligibile si son date costantemente altre da ciascuno di quelle
onticamente costruite sul fenomenico; una volta che si rinunci agli attributi
della particolarità e della contingenza come propri del fenomenico e come
ragioni sufficienti dell'esclusione di questa conseguenza dall'ontico
autocosciente, giacché, a parte che, ammesso il presupposto di una
intelligibilità del fenomenico, questo non è più né particolare né contingente,
l'azione esercitata dal sostituto dell'intelligibile autocosciente, immanente
con inautocoscienza entro il fenomenico, sul fenomenico stesso deve spogliarlo
della contingenza e della particolarità, non resta che giustificare
l'esclusione con una di queste quattro ragioni: o l'intelligibile autocosciente
non è né un innato né un ontogenetico ((autogenetico??)) o l'immanenza
inautocosciente entro il fenomenico dell'intelligibile sostituto-sostituibile
all'intelligibile autocosciente non gode degli attributi dell'intelligibilità o
l'autocosciente dialettica di sostituibilità del qualcosa dell'intelligibile
sostituibile al qualcosa del fenomenico non gode di verità e validità formali e
materiali in sé ma li ricava da altra ragione o è data la liceità
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