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di introdurre nella sfera degli intelligibili autocoscienti innati o
autogenetici degli ontici autocoscienti che non sono intelligibili, che vengono
giustapposti ad altri intelligibili come dei coincidenti con questi che
dovrebbero far tutt'uno con essi ma non hanno il diritto di farlo, e dei quali
qualcosa in generale è assunto come sostituibile a qualcosa in generale del
fenomenico; ma parlare di una inintelligibilità dell'immanenza
inautocosciente((za)) di intelligibili entro il fenomenico, se non significa
cadere in una contraddizione in termini in quanto solo dimostrando che siffatti
intelligibili sono ragione non solo delle forme di intelligibilità che albergano
ma anche della loro immanenza inautocosciente nel fenomenico si renderebbe
contraddittorio il loro concetto, in quanto basterebbe dimostrare che la
ragione delle forme è altra da quella dell'immanenza per far risalire a una sua
denotante la giustificazione dell'inintelligibilità dell'immanenza, in quanto
infine tra le ragioni formali dell'intelligibilità di un intelligibile
autocosciente in generale non compare quella di godere da inautocosciente di
tutte le modalità che gli spettano da autocosciente, significa però concludere
in quell'inintelligibilità del fenomenico e in quell'illiceità di una sua
scienza che sono il presupposto dell'innatezza o autogenesi dell'intelligibile;
e così cercare la ragione della legittima sostituibilità di qualcosa del fenomenico
a qualcosa dell'intelligibile fuori dalla sostituibilità stessa come dato
immediato significa non tanto introdurre la liceità dell'errore con tutte le
complicazioni che l'errore introduce nella descrizione del conoscere, quanto
piuttosto rendere inutile l'innatezza o l'autogenesi dell'intelligibile il cui
sorgere all'autocoscienza o in sé o nelle sue esplicitazioni indipendentemente
dall'intuito fenomenico non serve ad estendere quel che esso consente al
fenomenico e quindi a trattare questo come un intelligibile, giacché siffatta
ragione non sarà certo trovata entro autocoscienti che siano della sfera degli
intelligibili, ma solo entro autocoscienti che sono dell'ammasso dei
fenomenici, con la conseguenza che o questo vien giudicato impotente a fornirla
secondo il postulato da cui si è mossi per giungere all'innatezza o
all'autogenesi dell'intelligibile, nel qual caso qualsivoglia sostituibilità di
porzione di intelligibile a porzione del fenomenico resta un problematico in
attesa di una ragione che, non venendo mai, condannerà all'inintelligibilità il
fenomenico e casserà il presupposto stesso di tale innatezza o autogenesi, o lo
stesso fenomenico vien ritenuto atto ad offrire la ragione della sostituibilità
di sue porzioni, e allora non solo la ragione dell'intelligibilità del
fenomenico è dal fenomenico stesso, ma la verità e validità formali e materiali
dell'intelligibile innato o autogenetico, in quanto intelligibile e in quanto
fonte di intelligibilità del fenomenico, non sono nella sua innatezza o nella
sua autogenesi, ma nella sua sostituibilità al fenomenico il quale si fa in tal
modo principio dell'autocoscienza se non delle modalità ontiche
dell'intelligibile in tutte le sue denotanti formali, sicché di innatezza o
autogenesi di un intelligibile è lecito ancora parlare purché per esse
s'intenda qualcosa che ha tutto l'aspetto dell'originarietà e incondizionatezza
dell'ipotesi; che, se infine, la sfera dell'intelligibile alberghi coppie o
pluralità di intelligibili che dovrebbero coincidere l'uno con l'altro,
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