Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 329
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 584 -


[pag 584 (329 F1 /2)]

ma, poiché la sostituibilità dei qualitativi è sempre la conseguenza di quella delle dialettiche in quanto sgorga sempre da una equivalenza, si che le dialettiche, che poi si riveleranno sostituibili, al tempo stesso che dotano i sensoriali della loro sostituibilità e del privilegio di cui godiamo, provocano una certa loro unificazione in un aggregato o nucleo che è l'insieme, unificato secondo una nuova individualità intima a quella originaria dell'unificazione, il quale sorto dall'insieme delle dialettiche se ne distingue come l'uno tutto in unità si distingue dall'uno tutto disarticolato e ricostruito mediante le dialettiche, sicché quella che abbiam chiamato porzione di sostituibilità è di fatto un aggregato unitario di qualitativi sensoriali che, immanente in una unificazione originaria di sensoriali, entra in dialettica di sostituibilità con l'aggregato unitario di un'altra unificazione originaria e insieme si lega nello stesso rapporto alla serie o gruppo delle dialettiche che correlano come biffe i vari qualitativi dell'aggregato e inoltre si correlano secondo la sostituibilità alla serie o gruppo delle dialettiche sostituibile all'altro aggregato; nell'atto stesso in cui una certa porzione di molte unificazioni vien privilegiata e col suo privilegio fa di queste una classe, ciascuna porzione si identifica con una dialettica di sostituibilità fra l'aggregato individuale dei qualitativi sensoriali che è fondamento della classificazione e il gruppo delle dialettiche che, avendo a loro biffe due o due gruppi di questi qualitativi e utilizzando secondo forme diverse ciascuno o ciascun gruppo di essi, pur nate come sono dallo stato di disgregazione dei loro dialettificati, han finito per stabilire una loro unificazione che, una volta predicata, anche solo problematicamente, come tale da essere in sé fuori dalla disarticolazione e dalla conseguente unificazione dialettica, diventa unità dell'aggregato, inconfondibile con il gruppo delle dialettiche in serie, ma pur sempre sostituibile ad esso se non altro come equivalente o come altro modo ontico di uno stesso ontico autocosciente; che se non si pone in mezzo al passaggio dalle dialettiche di sostituibilità che si danno fra porzioni di questa e porzioni di quella unificazione in quanto totalità a parti sostituibili e le stesse dialettiche fra unificazioni diverse in quanto membri di una classe questa dialettica di sostituibilità fra l'aggregato dei qualitativi e il gruppo delle loro dialettificazioni, vien meno la ragione di certe dialettiche di sostituibilità che insorgono non appena istituita una classe, quali ad esempio quel trattarle come membri equivalenti in funzione di una loro modalità qualitativa e non in funzione della serie delle dialettiche uniche e vere sorgenti dell'equivalenza, il qual modo di trattare od utilizzare dei conclassari sarà, se si vuole, arbitrario ossia di condizione umana, ma mai sarebbe senza che dialettiche e qualitativi fossero stati distinti e insieme dialettificati per sostituibilità, oppure quell'assumere un qualitativo o una molteplicità di qualitativi dell'aggregato di un'unificazione conclassificato come un di per sé sostituibile a quello o a quella dell'aggregato di un'altra della classe assumendo a ragione della sostituibilità non l'equivalenza ossia il gioco delle varie dialettiche di sostituzione, di cui si limita la funzione di principio alla presa di autocoscienza della sostituibilità, ma la modalità qualitativa dei qualitativi stessi,


- 585 -


[pag 585 (329 F2 /3)]

, il che è, se si vuole, di condizione umana, non solo ma addirittura contraddittorio con le molteplici ragioni di insostituibilità che in ciascuno dei due qualitativi o dei due molteplici di qualitativi immangono, e tuttavia rivela che la sfera delle dialettiche nell'atto di classificare le unificazioni vi ha distinto entro quel che nell'una si di sostituibile all'altra il qualitativo dal dialettico e ne ha fatto due distinti nella funzione e nella modalità ontica e insieme due sostituibili; c) quando in uno dei complessi successivi di intuiti simultanei si con autocoscienza l'unificazione prima o originaria di molti sensoriali, l'optimum di una sua inclusione od esclusione da una o da tutte le classi già autocoscienti di unificazioni prime è una serie di spostamenti d'attenzione dalle sue componenti, o qualitativi o dialettici, a quelli di una qualsiasi delle unificazioni conclassificate la quale ripeta puntualmente la serie di spostamenti che hanno portato a ciascuna classificazione e stabilisca l'autocoscienza o l'esclusione di quelle sostituibilità che questi ultimi hanno rilevato; ma è lecito dire che questo optimum è piuttosto un dato eccezionale della sfera delle dialettiche, mentre dato comune è una sua abbreviazione o semplificazione, che riduce la serie degli spostamenti ad alcuni assunti a fondamentali o a distintivi di tutta la serie, sicché ogni nuova unificazione originaria di sensoriali è inclusa od esclusa da una classe sulla base della condizione necessaria e sufficiente della sostituibilità o insostituibilità di qualche suo qualitativo o di qualche sua dialettica rispettivamente a un qualitativo di quell'aggregato di qualitativi che è biffa della porzione privilegiata a fondamento della classe o a una dialettica del gruppo di dialettiche che della stessa porzione è seconda biffa; ora in questa dialettica che è da ragione a conseguenza fra una parte del fondamento di conclassificazione e la totalità dello stesso, c'è un aspetto di diritto e un aspetto di fatto; evidentemente una sfera di dialettiche che alberghi siffatta dialettica tratta la porzione privilegiata che è fondamento della classe come un intelligibile la cui unità coi suoi attributi è principio dell'estensione di questi a tutte le sue componenti e insieme è un 'individualità assoluta in cui l'autocoscienza del tutto è condizione necessaria e sufficiente dell'autocoscienza di ciascuna delle parti e quindi della legittimità di una sua attesa nel caso che qualche parte non sia con autocoscienza e viceversa, sicché è dato il principio lecito alla questione del come tale sfera abbia proceduto a superare la soluzione di continuità fra il sensoriale con la sua autocoscienza in quanto autocosciente solamente ontico e lo stesso sensoriale con la stessa autocoscienza in quanto autocosciente apodittico e quindi anche problematico pel medio dell'utilizzazione di quegli unici autocoscienti che, per chi nega l'innatezza e l'autogenesi di intelligibili formali -materiali, sono l'intelligibilità formale con le sue connotanti, le dialettiche di sostituibilità con la loro forma, le dialettiche a livello del fenomenico con le varie loro forme, e il fenomenico stesso come complesso di simultanei, come successione  di questi complessi, come rottura di questi complessi in unificazioni da classificarsi; pare a questo punto che o si ammette tale innatezza o autogenesi e si pone il diritto della sfera delle dialettica ((dialettiche??)) ad operare quella dialettica


- 586 -


[pag 586 (329 F3 /4)]

con quel che dal diritto consegue, e precisamente la dialettica stessa, o la si nega, e allora, mentre si priva la sfera di quel diritto, si lascia come ontico autocosciente una dialettica che pure tale diritto esige come quello che cade sotto la giurisdizione del principio di ragione; questo aspetto del fenomeno in parola, se affrontato con questo procedimento alla Platone e alla Aristotele che non conduce se non all'immanenza nella sfera delle dialettiche di un intelligibile che non è dal fenomenico, dev'essere affrontato in altro modo, perché, prima ancora di parlare di un diritto e quindi di una ragione dell'ontità del fenomeno, si deve analizzare il fatto e considerare se veramente è quel che si vuole che sia, ossia una pretesa all'intelligibilità della porzione sostituibile; basta quello da cui siamo partiti ossia la differenza fra un optimum della classificazione e la sua semplificazione per rendersi conto che il fenomeno, in quanto fatto, non contiene una pretesa a siffatta intelligibilità; se veramente, ogni volta che da alcune dialettiche di sostituibilità offerte da una unificazione nuova si salta all'autocoscienza della totale sostituibilità richiesta da una classe indipendentemente dall'autocoscienza di tutte le dialettiche di sostituibilità e di qui alla conclassificazione dell'unificazione, fosse immanente in questo salto un sigillo di intelligibilità impresso sulla porzione di sostituibili che è fondamento privilegiato della classe, la sfera delle dialettiche avrebbe ignorato il metodo dell'optimum, non tanto perché lo avrebbe confinato alla sorgente della classificazione, quanto perché non lo avrebbe posto neppure qui, alla genesi della classe, e si sarebbe limitata, come in fondo pretendono quanti si rifanno a Platone e ad Aristotele, ad albergare fin da allora alcune dialettiche di sostituibilità per valersi della loro autocoscienza come sollecitatrice dall'insorgere o della presa d'autocoscienza della porzione di sostituibilità privilegiata in quanto intelligibile, affidando poi alle successive nuove dialettiche di sostituibilità il compito di farsi promotori dell'analisi della sua totalità una ed unica; ma, a parte l'ontità di quell'optimum, il fenomeno, come fatto, rivela tutti i suoi limiti, dentro i quali non c'è pretesa d'intelligibilità purchè si lasci la sfera delle dialettiche libera d'operare spontaneamente fuori dal giogo dei pregiudizi filosofici, non appena si osservi che il procedimento di semplificazione dell'optimum da cui procede lascia alla conclassificazione della nuova unificazione tutta l'incertezza del problematico o del provvisorio e non offre mai alla sfera nessun diritto di servirsi della conclassificazione con la stessa sicurezza che hanno gli usi delle precedenti conclassificazioni; il fatto del fenomeno in parola è una facilitazione, diciamo così, che la sfera delle dialettiche offre a se stessa, facilitazione che mai sarebbe avvenuta se non fosse stato dato il possesso di un'intelligibilità formale [[Nota a matita dell'autore:”ancora una prova per l'innatezza dell'intelligibilità formale”]], giacché è sotto l'evidente segno dell'intelligibilità, come quello che si comporta come se qualcosa di ciò che è utilizzato fosse un intelligibile, ma non sotto il sigillo della medesima, dal momento che ogni suo verificarsi è sempre lasciato fuori dalla certezza delle operazioni consentite da una classe; ma quel che importa è che il fenomeno, nel suo fatto, ha a sua condizione necessaria e sufficiente un certo stato delle dialettiche che l'hanno preceduto:




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License