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è di ciascuna unificazione alla porzione non sono che una stessa e
sola cosa, ossia l'autocoscienza dell'immanenza in una unificazione di un
sensoriale o di una dialettica che è al tempo stesso sostituibile con un
sensoriale o una dialettica immanente in ciascuna delle restanti unificazioni,
autocoscienza che è principio di una distinzione del sostituibile
dall'insostituibile e di un trattamento del sostituibile come di autocosciente
che per quanto molteplice è ripetuto secondo le richieste della sostituibilità
e quindi è trattabile come un uno unico; non c'è pretesa di intelligibilità
perché le due estensioni, in quel che sono e in quel che sottintendono, ossia l'assunzione
del sostituibile al ruolo di autocosciente uno ed unico, son spoglie di
necessità e sono assunte per quel che sono ossia dei dati autocoscienti
conseguenze di altri autocoscienti e destinate a restare con autocoscienza, nel
servizio che da essi si attende, fin che restano gli autocoscienti loro
principio: la classe dei corpi celesti, la cui porzione privilegiata era
l'insieme dei sensoriali e delle dialettiche sostituibili complicati in teoria
da Aristotele, è divenuta un ricordo o, se si vuole, la biffa di certe
dialettiche insorgenti quando l'attenzione si concentra su di essa in quanto
dialettica in genere ma non in quanto autocosciente utile ad essere principio
di nuove dialettiche elevanti all'autocoscienza nuovi ontici di quel complesso
di sensoriali che chiamiamo cielo, perché si è lasciata sostituire dalla classe
dei corpi celesti con a porzione privilegiata l'insieme dei sensoriali e delle
dialettiche sostituibili complicati in teoria da Keplero, e altra difficoltà
non c'è stata se non quella di dover escludere dalla sfera degli autocoscienti
utilizzabili come validi e veri materialmente e formalmente e come principio di
dialettiche altrettanto vere e valide non solo la classe ma anche quel che se
ne inferiva, il che mai avrebbe avuto la liceità di avvenire se la classe
aristotelica dei corpi celesti ((si)) fosse lasciata segnare da un sigillo di
necessità e di intelligibilità; ogni classe costruita su fenomenici e con
fenomenici in quanto complesso di dialettiche di una certa forma, se da un lato
si pone sempre come una dualità di complessi di dialettiche, da una parte
stando le dialettiche di sostituibilità di sensoriale a sensoriale e di
dialettica a dialettica e le dialettiche di sostituzione di ogni unificazione
di sensoriali a qualsiasi altra della stessa classe, dall'altra stando la
porzione privilegiata come dialettica di sostituibilità del gruppo delle
dialettiche sostituibili, all'aggregato dei sensoriali sostituibili e le
dialettiche di trasposizione di ciò che è delle unificazioni, in quanto
conclassari sostituibili, alle biffe della porzione privilegiata e di ciò che è
di queste biffe a ciascuna delle unificazioni in quanto conclassari
sostituibili, è in sé e per sé fuori dal segno dell'intelligibilità formale, e,
anche se nulla impedisce che le vengano predicati gli attributi
dell'intelligibilità formale, la predicazione è capace solo di rendere
problematicamente immanenti gli attributi nella classe, non di modificarla
attraverso l'ontità autocosciente e quindi apodittica di siffatta immanenza;
con la conseguenza che il gioco dialettico di quelle dialettiche di
trasposizione, come porzione dell'intero complesso di dialettiche che chiamiamo
classe, ha immanenti solo problematicamente gli attributi formali
dell'intelligibilità,
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e, con ciò, ha la sua ragion d'essere in sé in quanto ontico
autocosciente che assolutamente preso vede esclusi gli attributi formali
dell'intelligibilità, e non la trae dagli attributi, che in esso son tutt'al
più dei problematici in attesa di trarre il loro diritto a farsi ontici e
apodittici da qualcosa che sarà altro dalla mera modalità qualitativa del gioco
dialettico stesso; in parole più semplici, la trasposizione di ciò che è di
ogni unificazione in quanto conclassario alle biffe della porzione privilegiata
e la trasposizione capovolta, in quel che essi sono nelle loro modalità
qualitative pure((prime??)), non contengono immanente nessun attributo formale
di intelligibilità e perciò hanno la propria ragion d'essere dall'unità delle
loro modalità qualitative pure e non dall'intelligibilità formale che non
rinserrano, e neppure hanno la liceità di offrire né l'unità delle loro
modalità qualitative pure né una o alcune di queste come condizione necessaria
e sufficiente alla predicazione degli attributi formali d'intelligibilità e
quindi come ragioni dell'autocoscienza di un'immanenza in esse di siffatti
attributi, che dovranno andare a cercare altrove il principio della propria
predicazione e della propria immanenza; si enuclei ora la forma delle
dialettiche di trasposizione e quel che resta è l'assenza del dictum de omni:
se una classe di fenomenici è di diritto e di fatto la dialettica di
sostituibilità che vincola reciprocamente una porzione, che a sua volta è
dialettica di sostituibilità fra l'aggregato unificato di sensoriali e il
gruppo unificato delle dialettiche che li ((??))hanno a biffe, di un
conclassario alla porzione sostituibile di ciascun altro conclassario, la
condizione per la quale la classe conserva ontità ed autocoscienza è che ogni
autocosciente che si dà in un conclassario in quanto tale e quindi nella
porzione che in esso è sostituibile si dia al tempo stesso nella porzione
sostituibile in genere ossia in ciascuna delle porzioni sostituibili immanenti
in ogni conclassario e che ogni autocosciente che si dà immediatamente nella
porzione sostituibile in genere si dia in ciascuna delle porzioni sostituibili
di ogni conclassario e quindi in ciascun conclassario stesso, e tale condizione
si verifica automaticamente all'insorgere di una classe in genere e fa tutt'uno
con alcuni dei modi della classe, perché sono di una classe la sostituibilità
distributiva di ciascuno dei sensoriali dell'aggregato e di ciascuna delle
dialettiche del gruppo ((e)), la sostituibilità complessiva dell'intero
aggregato dei sensoriali e dell'intero gruppo delle dialettiche e, di qui, la
necessaria immanenza nell'aggregato o nel gruppo rispettivamente del sensoriale
e della dialettica che sia di un'unificazione e in essa si dia sostituibile con
un corrispondente immanente in ciascuna delle altre unificazioni conclassarie,
donde la necessaria immanenza nella porzione privilegiata e al tempo stesso in
ciascuna unificazione conclassaria del sensoriale o della dialettica
sostituibili; e la necessità di queste immanenze nulla ha che fare con la
necessità dell'intelligibile, in forza della quale l'autocoscienza
dell'immanenza di una denotante nell'ontico sussumente è condizione sufficiente
alla trasposizione della stessa immanenza in tutti gli ontici sussunti e
l'autocoscienza dell'immanenza di una denotante in uno o alcuno degli ontici
sussunti, relativamente però a quanto di qualitativo si dà come principio della
sussunzione,
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è condizione sufficiente alla trasposizione della stessa immanenza
all'ontico sussumente; quella necessità deduce se stessa dalla verificata
ripetizione con sostituibilità in ciascun conclassario, che sia ontico
autocosciente in questa sua funzione, della porzione privilegiata e dalla certa
inferenza del sensoriale o della dialettica sostituibili da uno o alcuni dei
restanti sostituibili dell'aggregato o del gruppo in forza dell'unità di
entrambi, nel caso che si muova dalla porzione ai conclassari per trasporre
l'immanenza del sostituibile dalla prima entro ciascuno dei secondi, mentre
deduce se stessa dalla verificata sostituibilità del sensibile o della
dialettica sostituibile entro ciascuno dei conclassari e quindi dalla
ripetizione di tutte le dialettiche di sostituibilità che debbono esser compiute
per ciascun sostituibile entro una classe, quando la trasposizione
dell'immanenza del sostituibile sia da uno o più dei conclassari alla porzione
privilegiata; in questo suo modo la necessità del dictum de omni fa tutt'uno
con certune delle porzioni formali disarticolabili entro l'unità di una classe
in genere in quanto autocosciente che s'è costruito anche con siffatte
porzioni; che se per necessità s'intende l'illiceità ad essere in altro modo e
l'immutabilità indipendentemente dalle situazioni di tempo di spazio di
dialettiche in cui la porzione privilegiata e le unificazioni conclassarie si
trovano e si troveranno, se per necessità s'intende la liceità della classe ad
adunare un numero di conclassari all'infinito che sian tutti ontici autocoscienti
e non problematici e per tutti i quali valgano i modi e le condizioni della
conclassarietà, non ci si rende conto che questa denotazione della necessità
del dictum de omni è l'inferenza dalla problematica predicazione alla porzione
privilegiata degli attributi dell'intelligibilità formale, mentre la stessa
necessità, in quanto denotante di diritto e di fatto del dictum de omni, modo
della classe e delle sue dialettiche in quanto ontici autocoscienti in sé,
fuori da ogni predicazione di intelligibilità formale la quale tutt'al più è
lecito consegua alla predicazione di quella necessità di cui invece si pone di
fatto a principio, è il diritto che si ha di trasporre ciò che è della porzione
ai conclassari e viceversa purché però sian date certe condizioni subordinanti
il diritto e quindi la legittimità della trasposizione, ed è limitata alle
condizioni di tempo di spazio di dialettiche entro cui la classe è stata
costruita; il che nulla toglie all'impossibilità di negare la trasposizione
dalla porzione ai conclassari e dai conclassari alla porzione limitatamente ai
conclassari di numero finito che sono entrati nella classe all'atto della sua
costituzione, e neppure esclude come illecita l'inclusione di nuove
unificazioni di sensoriali come conclassarie alle altre, anche in differenti
condizioni di tempo spazio dialettica altre dalle prime, e quindi
indipendentemente dalle condizioni temporali spaziali dialettiche in generale,
purché vengano costantemente verificate per ciascun nuovo membro tutte le
condizioni in forza delle quali ogni unificazione precedente è diventata
conclassario di una classe, il che consente all'inclusione di proseguirsi
almeno problematicamente all'infinito, perché se è vero che nessuna ragione è
data del diritto di un'unificazione di sensoriali a farsi membro di una classe
fuori da quelle che coincidono con le condizioni definite di quella particolare
classe a costituirsi nei suoi modi,
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