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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 333
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[pag 597 (333 F1 /2)]

infine, se quest'assioma, di qualsivoglia natura sia la sua denotazione di assiomaticità, della modalità formale generica del dictum, rifacendosi alle dialettiche riempienti la deficienza di una dialettica di predicazione in genere, rivela che la ragione della verità e validità della forma di sostituibilità è o immediatamente l'evinzione dell'autocosciente predicato dalla serie relata in unificazione dei disarticolati cui la disgregazione dell'unità o individualità di un autocosciente ha dato luogo, o una serie di dialettiche che come medi conducono alla stessa evinzione, e se questa evinzione è il necessario principio del modo di discrezione e assolutezza con cui l'autocosciente che si sostituibile nel rapporto di predicazione è predicato a ciò che esso pretende sostituire, si ha il diritto di ricondurre la forma della sostituibilità a una relazione di immanenza dell'autocoscienza predicato entro la serie relata dei disarticolati dell'autocosciente soggetto, e quindi di identificare con quest'immanenza il dictum in quanto forma generica; per questo la formula tradizionale del principio, quidquid universaliter dicitur ecc., e non soltanto per l'inclusione di attributi di intelligibilità formale o per l'esclusione dei principi che si sovraordinano alle dialettiche stesse che essa enuncia, non è valida, perché in essa si confonde il modo puro del dictum con quelle che sono le sue conseguenze quando una dialettica di predicazione viene dialettificata con un'altra dialettica di predicazione secondo le forme delle dialettiche del sillogismo; nello stesso errore cade la formula del Pfander, mentre quella del Dopp è ambigua; e quindi non resta che quella kantiana; ma anche in questa formulazione il dictum, pieno com'è di intelligibilità o meglio pieno come lo si deve fare di intelligibilità, non insorge affatto in un ambiente che sia totalmente intelligibile e in una dialettica di predicazione che sia totalmente intelligibile; esso, con la sua intelligibilità od ontica o problematica ma trattata come se fosse ontica, si originariamente nelle dialettiche di una classe costruita su fenomenici e vede quindi limitata la sua azione a tutte le dialettiche della classe che sono già autocoscienti non a quelle che attendono di porre se stesse e insieme l'autocoscienza che le accompagna, perché per queste la pretesa di una estensione ad esse del dictum è subordinata alla condizione che esse si rivestano di problematicità e attendano l'ontità dal confronto con le dialettiche che sono ontici autocoscienti, sicché se dal confronto scaturisce la sostituibilità o identità l'estensione del dictum è legittima, se dal confronto non è data la sostituibilità o identità non solo l'estensione è illegittima, ma la stessa azione del dictum sulla classe patisce alterazione, come quella che o si vede limitata solo a quel che è già stato dato con autocoscienza, nel qual caso la classe è chiusa, com'è per la classe dei dinosauri, o si vede esclusa anche da quel che è già stato dato con autocoscienza, nel senso che tutte le dialettiche di cui esso è principio son prive di verità e validità materiale, nel qual caso la classe è esclusa dalle dialettiche legittime, com'è della classe dei corpi celesti alla Aristotele; e val quindi la pena di ritornare su questo principio del dictum: il dictum, in quanto immanenza dell'autocosciente predicato nell'autocosiente soggetto e conseguente sostituibilità del primo a un disarticolato del secondo, assieme alle sue complicazioni


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[pag 598 (333 F3 /4)]

per le quali l'immanenza di un autocosciente predicato in un autocosciente soggetto e la sostituibilità di quello a un disarticolato di questo sono insieme immanenza dell'autocosciente predicato nell'autocosciente in cui sia immanente l'autocosciente soggetto e sostituibilità dell'autocosciente predicato a quel disarticolato dell'autocosciente in cui immane il soggetto col quale l'autocosciente soggetto si ponga in un rapporto di sostituibilità oppure immanenza nell'autocosciente predicato di quel disarticolato dell'autocosciente in cui immane l'autocosciente soggetto che sia colto immanente nell'autocosciente soggetto e sostituibilità ((a??)) di questo disarticolato a uno dei disarticolati dell'autocosciente predicato, è principio di intelligibilità formale per le dialettiche operate sulla classe, in tale funzione garantisce la validità e verità formali di queste dialettiche, ossia ne fa dei legittimi in quanto tutte stabiliscano siffatti rapporti di immanenza e di sostituibilità fra le loro biffe, e nella stessa funzione è denotato dagli attributi dell'intelligibilità formale che si pongono a suoi principi; ma per ciò che riguarda la materia delle dialettiche, il dictum non è capace di fornire nessun principio di intelligibilità materiale come quello che non inferisce né da sé né da nessuno degli attributi di intelligibilità formale che gli si sovraordinano la funzione che la qualificazione di ciascuna biffa delle dialettiche riceve dalla forma, e quindi non è sufficiente a stabilire che la qualità delle biffe o accolga la funzione di immanente- sostitutivo o di contenente - parzialmente sostituito che è il modo formale assegnatole dalla forma dialettica a seconda della direzione presa dallo spostamento d'attenzione corrente lungo la forma; questa funzione la qualità d'ogni biffa l'ha da sé e non da altro, e poiché questa qualità è quella di un sensoriale entro il quale, in quanto ontico autocosciente in sé, se non c'è nulla che deponga contro la predicazione di intelligibilità formale alla sua qualità, neppure c'è qualcosa che deponga a favore, sicché questa deposizione sarà sempre effettuata da qualcosa d'altro, che si farà ragione della predicazione, la legittimità del rapporto di immanenza o di sostituibilità dipende dalla mera ontità autocosciente della materia sensoriale per la quale nulla di apriori o di intelligibile è dato; non si contraddice, allora, a quel che su si è affermato che la facoltà dialettificatrice in generale non ha a suo principio la razionalità come facoltà di dialettiche intelligibili in generale, quando si afferma da un lato che in un tipo delle dialettiche a livello fenomenico, nelle dialettiche di predicazione, è immannte un modo connotato dagli attributi di intelligibilità formale e quando si nega che quest'immanenza sia condizione sufficiente per un'intelligibilità di una dialettica di predicazione in generale; ci si limita ad osservare che le dialettiche di predicazione utilizzano delle forme dell'intelligibilità formale o meglio compongono la loro forma con elementi alcuni dei quali si danno simultaneamente nella sfera delle dialettiche che a materia e forma prendono degli intelligibili formali puri, ma che nel fare ciò si pongono come legittimi solo se e quando rendono congruenti o coincidenti tutto quel che compone siffatti elementi, immanenza sostituibilità e conseguenti funzioni dei relati secondo l'immanenza o la sostituibilità, con i modi che di per sé e in sé le qualità della loro materia ossia delle loro biffe hanno autocoscienti,




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