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infine, se quest'assioma, di qualsivoglia natura sia la sua
denotazione di assiomaticità, della modalità formale generica del dictum,
rifacendosi alle dialettiche riempienti la deficienza di una dialettica di predicazione
in genere, rivela che la ragione della verità e validità della forma di
sostituibilità è o immediatamente l'evinzione dell'autocosciente predicato
dalla serie relata in unificazione dei disarticolati cui la disgregazione
dell'unità o individualità di un autocosciente ha dato luogo, o una serie di
dialettiche che come medi conducono alla stessa evinzione, e se questa
evinzione è il necessario principio del modo di discrezione e assolutezza con
cui l'autocosciente che si dà sostituibile nel rapporto di predicazione è
predicato a ciò che esso pretende sostituire, si ha il diritto di ricondurre la
forma della sostituibilità a una relazione di immanenza dell'autocoscienza
predicato entro la serie relata dei disarticolati dell'autocosciente soggetto, e
quindi di identificare con quest'immanenza il dictum in quanto forma generica;
per questo la formula tradizionale del principio, quidquid universaliter
dicitur ecc., e non soltanto per l'inclusione di attributi di intelligibilità
formale o per l'esclusione dei principi che si sovraordinano alle dialettiche
stesse che essa enuncia, non è valida, perché in essa si confonde il modo puro
del dictum con quelle che sono le sue conseguenze quando una dialettica di
predicazione viene dialettificata con un'altra dialettica di predicazione
secondo le forme delle dialettiche del sillogismo; nello stesso errore cade la
formula del Pfander, mentre quella del Dopp è ambigua; e quindi non resta che
quella kantiana; ma anche in questa formulazione il dictum, pieno com'è di
intelligibilità o meglio pieno come lo si deve fare di intelligibilità, non
insorge affatto in un ambiente che sia totalmente intelligibile e in una
dialettica di predicazione che sia totalmente intelligibile; esso, con la sua
intelligibilità od ontica o problematica ma trattata come se fosse ontica, si
dà originariamente nelle dialettiche di una classe costruita su fenomenici e
vede quindi limitata la sua azione a tutte le dialettiche della classe che sono
già autocoscienti non a quelle che attendono di porre se stesse e insieme
l'autocoscienza che le accompagna, perché per queste la pretesa di una
estensione ad esse del dictum è subordinata alla condizione che esse si
rivestano di problematicità e attendano l'ontità dal confronto con le
dialettiche che sono ontici autocoscienti, sicché se dal confronto scaturisce
la sostituibilità o identità l'estensione del dictum è legittima, se dal
confronto non è data la sostituibilità o identità non solo l'estensione è
illegittima, ma la stessa azione del dictum sulla classe patisce alterazione,
come quella che o si vede limitata solo a quel che è già stato dato con
autocoscienza, nel qual caso la classe è chiusa, com'è per la classe dei
dinosauri, o si vede esclusa anche da quel che è già stato dato con autocoscienza,
nel senso che tutte le dialettiche di cui esso è principio son prive di verità
e validità materiale, nel qual caso la classe è esclusa dalle dialettiche
legittime, com'è della classe dei corpi celesti alla Aristotele; e val quindi
la pena di ritornare su questo principio del dictum: il dictum, in quanto
immanenza dell'autocosciente predicato nell'autocosiente soggetto e conseguente
sostituibilità del primo a un disarticolato del secondo, assieme alle sue
complicazioni
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per le quali l'immanenza di un autocosciente predicato in un
autocosciente soggetto e la sostituibilità di quello a un disarticolato di
questo sono insieme immanenza dell'autocosciente predicato nell'autocosciente
in cui sia immanente l'autocosciente soggetto e sostituibilità
dell'autocosciente predicato a quel disarticolato dell'autocosciente in cui
immane il soggetto col quale l'autocosciente soggetto si ponga in un rapporto
di sostituibilità oppure immanenza nell'autocosciente predicato di quel
disarticolato dell'autocosciente in cui immane l'autocosciente soggetto che sia
colto immanente nell'autocosciente soggetto e sostituibilità ((a??)) di questo
disarticolato a uno dei disarticolati dell'autocosciente predicato, è principio
di intelligibilità formale per le dialettiche operate sulla classe, in tale
funzione garantisce la validità e verità formali di queste dialettiche, ossia
ne fa dei legittimi in quanto tutte stabiliscano siffatti rapporti di immanenza
e di sostituibilità fra le loro biffe, e nella stessa funzione è denotato dagli
attributi dell'intelligibilità formale che si pongono a suoi principi; ma per
ciò che riguarda la materia delle dialettiche, il dictum non è capace di
fornire nessun principio di intelligibilità materiale come quello che non
inferisce né da sé né da nessuno degli attributi di intelligibilità formale che
gli si sovraordinano la funzione che la qualificazione di ciascuna biffa delle
dialettiche riceve dalla forma, e quindi non è sufficiente a stabilire che la
qualità delle biffe o accolga la funzione di immanente- sostitutivo o di
contenente - parzialmente sostituito che è il modo formale assegnatole dalla
forma dialettica a seconda della direzione presa dallo spostamento d'attenzione
corrente lungo la forma; questa funzione la qualità d'ogni biffa l'ha da sé e
non da altro, e poiché questa qualità è quella di un sensoriale entro il quale,
in quanto ontico autocosciente in sé, se non c'è nulla che deponga contro la
predicazione di intelligibilità formale alla sua qualità, neppure c'è qualcosa
che deponga a favore, sicché questa deposizione sarà sempre effettuata da
qualcosa d'altro, che si farà ragione della predicazione, la legittimità del
rapporto di immanenza o di sostituibilità dipende dalla mera ontità autocosciente
della materia sensoriale per la quale nulla di apriori o di intelligibile è
dato; non si contraddice, allora, a quel che su si è affermato che la facoltà
dialettificatrice in generale non ha a suo principio la razionalità come
facoltà di dialettiche intelligibili in generale, quando si afferma da un lato
che in un tipo delle dialettiche a livello fenomenico, nelle dialettiche di
predicazione, è immannte un modo connotato dagli attributi di intelligibilità
formale e quando si nega che quest'immanenza sia condizione sufficiente per
un'intelligibilità di una dialettica di predicazione in generale; ci si limita
ad osservare che le dialettiche di predicazione utilizzano delle forme
dell'intelligibilità formale o meglio compongono la loro forma con elementi
alcuni dei quali si danno simultaneamente nella sfera delle dialettiche che a
materia e forma prendono degli intelligibili formali puri, ma che nel fare ciò
si pongono come legittimi solo se e quando rendono congruenti o coincidenti
tutto quel che compone siffatti elementi, immanenza sostituibilità e
conseguenti funzioni dei relati secondo l'immanenza o la sostituibilità, con i
modi che di per sé e in sé le qualità della loro materia ossia delle loro biffe
hanno autocoscienti,
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