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e poiché la loro irriducibilità riguarda proprio le
porzioni privilegiate che sono in ciascun conclassario le quali debbono pure
darsi l'una nei confronti dell'altra con differenze che investono la totalità
di ciascuna porzione e ogni suo componente perché sia data la ragione
dell'illiceità delle dialettiche a ridurle a un unico e perché tale ragione non
coincida con la mera differenza dei rapporti spaziali e temporali in cui ogni
porzione o una sua parte entrano come biffe in rapporto a sensoriali che sono
fuori dalla porzione e appartengono o alla zona di insostituibili di ciascun
conclassario o ad altro, si tratta di vedere in che consista questa differenza
e in che modo gli spostamenti d'attenzione riescano a non tenerne conto per
procedere, nonostante essa, alla sostituibilità e alla classificazione;
limitare la differenza alla particolarità del sensoriale in generale e affidare
il suo superamento o il suo postamento((spostamento??) in non cale alla
costanza e immutabilità parziali o totali, limitatamente o infinitamente
durature del rapporto di cui il sensoriale è biffa, come fanno gli empiristi e
Kant, vuol dire partire dal presupposto a priori della costante e immutabile
condizione di mutabilità di ogni sensoriale che entri in un complesso di
sensoriali in simultaneità e inserire nel gioco dialettico una componente
ipotetico-problematica che non pare sufficiente a fondare l'ontità di
spostamenti dialettici di sostituibilità che si diano nonostante il costante e
immutabile mutamento dei sensoriali; a parte il fatto che la costanza e
immutabilità o perenni o temporanee del rapporto non riguarda il tutto della
porzione privilegiata, la quale o è irrelata con alcunchè d'altro che non sia
la zona di insostituibili delle unificazioni in cui immane, e allora non mutua
certo da un rapporto che dev'essere variabile la ragione di farsi biffa di
spostamenti per sostituibilità, o è biffa di un rapporto costante con qualcosa
d'altro, ma allora è parte di una più ampia porzione privilegiata fondamento di
una ben più ampia classe, e non lo riguarda perché la sostituibilità reciproca
delle totalità di più porzioni privilegiate è sempre lecito porla come
conseguenza di una serie di sostituibilità reciproche fra le varie parti delle
molte porzioni, è falso che un rapporto perennemente o temporaneamente costante
e immutabile sia condizione sufficiente a instaurare delle dialettiche di
sostituibilità fra le dialettiche di cui il rapporto è forma nonostante la
particolarità o totale e ineliminabile differenza che distingue e pone
insostituibili l'uno all'altro fuori da quel rapporto-forma i sensoriali che la
forma incapsula come sue biffe, perché se il rapporto ha a sua materia quel che
si chiama relazione spaziale la condizione per la quale più dialettiche, che ne
facciano la forma di connessione fra due di molti sensoriali, divengano a due a
due biffe di una dialettica di sostituibilità che sia ragion sufficiente per
l'inclusione delle dialettiche e dei sensoriali loro biffe entro la porzione
privilegiata di una classe è che i
sensoriali biffe delle dialettiche con a forma la relazione spaziale siano
dialettificabili secondo una sostituibilità reciproca che li correla a due a
due indipendentemente dalla loro funzione di biffe della relazione spaziale e
che deve aggiungersi come ulteriore ragione della sostituibilità reciproca di
due delle dialettiche a forma spaziale a lato della sostituibilità della forma
stessa,
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ruolo questo di
cofattore o coindipendente funzionale che la sostituibilità reciproca dei
sensoriali esercita purchè lo spostamento d'attenzione fra i due sia stato
condotto sì indipendentemente dal rapporto spaziale, ma sulla base
dell'identità di funzione che ciascuno dei due sensoriali ha come biffa della
forma spaziale entro la rispettiva dialettica a forma spaziale, mentre se il
rapporto ha a sua materia o una relazione temporale o una relazione altra da
quella temporale o da quella spaziale, le dialettiche che l'utilizzano a loro
forma e a nesso di due sensoriali che si fanno loro biffe, sono tenute
rispettivamente, se vogliono entrare a due a due come biffe di uno spostamento
d'attenzione che ne renda autocosciente la sostituibilità, o a verificare fra i
loro sensoriali la dialettica di sostituibilità reciproca secondo i modi della
verifica propria dei rapporti spaziali, come ragion sufficiente, aggiunta all'altra
della sostituibilità delle rispettive forme temporali, della loro
sostituibilità reciproca in quanto ragione del(la) loro appartenenza e
dell'appartenenza delle loro biffe alla porzione privilegiata di una classe o a
offrire per ciascuno dei sensoriali loro biffe un modo ontico tale che consenta
loro la sostituibilità reciproca, indipendentemente dal rapporto non-spaziale o
non-temporale, ma sul fondamento dell'identità della funzione di ciascuno come
biffa del rapporto, al tempo stesso che garantisce a ciascuno il diritto di
appartenere come biffa a una dialettica e di esplicare una funzione entro una
dialettica che è sostituibile ad un'altra in forza della sostituibilità delle
due forme; il ritenere che la ripetizione, finita o infinita, di un rapporto
fra una coppia di sensoriali che è ripetibile in forza della sostituibilità
puntuale perfetta di se stesso in quanto immanente in una dialettica
autocosciente a se stesso in quanto immanente in una qualsivoglia altra
dialettica autocosciente, sia condizione sufficiente per allargare la
ripetizione e quindi la sostituibilità alla totalità di ciascuna dialettica e
quindi per fare della serie delle dialettiche sostituibili, in unione con altre
serie di dialettiche reciprocamente sostituibili in forza soltanto della
sostituibilità puntuale e perfetta delle loro forme, altrettanti principi di
un'adunata dei sensoriali aventi in tutte identità di funzione in quanto biffe
la quale li strutturi in aggregato cui è sostituibile il gruppo delle
dialettiche utilizzanti a biffe sensoriali dell'aggregato le quali si son così
adunate in conseguenza dell'entrata di ciascuna in una serie di sostituibili,
il ritenere quindi che la sola sostituibilità dei rapporti-forma sia il
principio di dialettiche di sostituibilità che a lor volta sono principi della
costituzione di una porzione privilegiata in seno a ciascuna di molte
unificazioni di sensoriali e dell'unificazione di queste in una classe, a parte
che non rende ragione del modo ontico di unificazione autocosciente con cui
molti sensoriali si danno se non alla condizione di cadere nel circolo vizioso
che l'unificazione in sé è principio acronico e diacronico della porzione
privilegiata in quanto immanente nell'unificazione e sostituibile alla porzione
di ciascuno dei conclassari purchè in essa si dia la porzione privilegiata
stessa a ragione del suo farsi unificazione, impedisce di instaurare una
congruenza, la quale è pur sempre un nesso di identità o sostituibilità, fra la
teoria e la sfera degli autocoscienti
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di cui la teoria si pone a sostituto-sostituibile, e
comporta addirittura un assurdo entro le dialettiche della sfera degli
autocoscienti se queste dovessero veramente lasciarsi sostituire dalla teoria o
sostituirla: una volta infatti costituita una classe a livello del fenomenico,
da una parte la sfera delle dialettiche distingue le dialettiche con a forma un
certo rapporto e reciprocamente sostituibili soltanto in forza della
sostituibilità reciproca delle loro forme dalle dialettiche che, pur avendo a
forma lo stesso rapporto delle altre nelle stesse condizioni di sostituibilità
di sé come forma di una dialettica a se stesso come forma di un'altra, stanno
l'una all'altra come dei sostituibili per sostituibilità anche delle rispettive
biffe, e fa della distinzione materiale il correlato di una distinzione
funzionale per le quali le prime sono principio solo di una classe i cui
conclassari sono le dialettiche stesse, e le seconde son pricipio anche di una classe i cui conclassari sono le
unificazioni di sensoriali in cui le dialettiche con la loro forma e coi loro
sensoriali-biffe immangono in quanto
parti delle immanenti porzioni privilegiate, mentre invece la teoria pretende
l'esclusione dall'autocoscienza di siffatte distinzioni e, ridotte tutte le
dialettiche di sostituibilità a spostamenti d'attenzione, rilevanti
all'autocoscienza la sostituibilità della sola forma, da una dialettica ad
un'altra, attribuisce a quest'unico tipo di dialettica la capacità di farsi
ragione di tutte le classi, dall'altra la stessa teoria, pretendendo di farsi
sostituto sostituibile degli ontici fenomeni della sfera delle dialettiche,
deve pure ammettere in questa e quindi in se stessa gli assurdi 1) che sia data
la sostituibilità reciproca di sensoriali immanenti in unificazioni
conclassarie di certe classi indipendentemente dalle forme di cui son biffe e
quindi contro la presupposta insostituibilità dei sensoriali in quanto ontici
in sé particolari e la presupposta loro sostituibilità solo in quanto biffe
delle loro forme, in quanto sono di una classe le dialettiche di sostituibilità
non solo fra dialettiche del gruppo di dialettiche della porzione privilegiate
ma anche fra i sensoriali dell'aggregato di sensoriali della stessa porzione in
quanto relati solo dai rapporti unificatori dell'aggregato e non dai rapporti
delle forme delle dialettiche del gruppo, 2) che, data la costante
particolarità dei sensoriali e la liceità di una sostituibilità solo di certe
forme che li hanno a biffe e quindi degli stessi sensoriali in quanto biffe di
queste forme, l'esperienza, in quanto unità in successione di complessi di
sensoriali simultanei, o esclude la liceità di trattare un'unificazione che si
dia in un complesso e in cui immanga la porzione privilegiata fondamento di una
classe come quel conclassario che è uno stesso ed unico autocosciente con
un'unificazione che con la stessa porzione immanente si dia in un complesso
precedente o posteriore, o imponga la necessità di trattare tutte le
unificazioni che si danno o in un complesso di simultanei o in complessi
successivi di simultanei e che hanno immanenti la porzione privilegiata
fondamento della classe come se fossero un unico e stesso autocosciente e come
se la loro distinzione e conclassarietà fossero dei nessi ((??)) insignificanti
inesistenti, dal momento che la riduzione del fondamento della sostituibilità
alla sostituibilità della sola forma delle dialettiche tra sensoriali
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