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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 301 F2 - 350 F3
    • 346
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[pag 639 (346 F1 /2)]

e quindi di una qualsivoglia dialettica di sostituibilità di quelle della classe fra l'unificazione e un'altra a piacere delle conclassarie, fan parte delle connessioni di intelligibili di forma ipotetica: anzitutto l'attenzione sposta se stessa dall'autocoscienza della dialettica di sostituibilità reciproca delle due porzioni privilegiate all'autocoscienza del diritto che ha l'unificazione di sensoriali in cui immane la porzione privilegiata a farsi membro e materia della classe, secono una dialettica, tuttavia in cui l'apoditticità è solo della forma da principio a conseguenza che è dello spostamento, mentre le biffe vengon lasciate in una condizione di ontici autocoscienti problematici, senza che tra le due modalità con cui i componenti la dialettica entrano in questa si dia contraddizione in quanto la problematicità di ogni autocosciente è la modalità che ad esso spetta come ontico in sé irrelato dall'altro, e fra la problematicità di ogni biffa e l'apoditticità della forma del loro rapporto reciproco non intercorre né una soluzione di continuità né un vincolo di sussunzione reciproca, tale per cui l'una abbia la liceità di farsi sussumente dell'altra, con la conseguenza che nessuna omogeneità di qualsivoglia genere lega le due che, restando dei totalmente eterogenei, consentono legittimità allo spostamento che tra((??trae??)) la propria apoditticità da quella della sua forma e la propria liceità dal fatto che la funzione di principio e la funzione di conseguenza delle due biffe è della loro qualificazione [[Nota a matita dell'autore:”indagare e sviluppare questo punto per il concetto di problematicità”]] in quanto ontici autocoscienti che fuori dalla forma della dialettica non posseggono nessuna legittimità né per la propria ontità autocoscienza né per la propria qualificazione e insieme immessi ((??immersi??)) nella dialettica neppure da questa la ricavano data l'irrelatezza totale che svincola la modalità dell'apoditticità della forma da quella della problematicità delle biffe; donde segue che se per il darsi autocosciente di una dialettica di sostituibilità reciproca delle due porzioni privilegiate, in forza della formale intelligibilità predicata alla porzione privilegiata in sé, la biffa che è principio dello spostamento d'attenzione a forma da principio a conseguenza da problematica che è nella sua funzione di biffa si fa apodittica e quindi legittimamente ontica nell'autocoscienza, l'apoditticità della forma da principio a conseguenza dello spostamento d'attenzione, in quanto è principio di una trasposizione dall'autocoscienza, dalla qualificazione denotata dall'autocoscienza, dalla modalità di questa qualificazione, della prima biffa all'autocoscienza, alla qualificazione con autocoscienza, alla modalità di questa qualificazione, della seconda biffa, pone che la legittima sostituzione dell'ontità autocosciente alla problematicità della prima biffa pel medio della sua apoditticità sia legittimo principio di identica sostituzione entro la seconda biffa, sicché al primo spostamento d'attenzione che è rapporto di apodittica connessione di principio a conseguenza tra due ontici consegue l'apoditticità e quindi legittima autocoscienza della funzione di membro o materia della classe dell'unificazione sensoriale pel medio dell'apoditticità e quindi legittima autocoscienza della sostituibilità di una sua porzione alla porzione privilegiata; ma non pare che questa sia l'unica connessione che vincola lo spostamento di sostituibilità delle due porzioni alla conclassarietà dell'unificazione di sensoriali;


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[pag 640 (346 F2/3)]

la successione degli spostamenti precedenti di fatto riguarda il passaggio immediato che si ha, in seno alla sfera delle dialettiche della classe in quanto intelligibili, da un certo rapporto apodittico posto come norma o canone generico senza la preoccupazione se esso abbia oppur no una certa ragion d'essere e neppure se esso abbia oppur no la liceità di trovare mai applicazione e di qui inferire la ragion d'essere di sé in quanto canone, all'applicazione del rapporto stesso in quanto canone, col che se da un lato è dato il diritto di trattare l'apoditticità della conseguenza della conclassarietà di un'unificazione sensoriale dalla dialettica di sostituibilità che regola per dir così il comportamento dell'autocoscienza e dell'attenzione ogniqualvolta si offra loro una siffatta dialettica di cui sia biffa  una qualsivoglia unificazione di sensoriali e se di conseguenza è offerta la ragion sufficiente del modo di canone che la dialettica da principio a conseguenza pretende rivestire nell'atto stesso in cui si lega all'autocoscienza, dall'altro è negata qualunque serie di dialettiche o qualunque dialettica da cui la dialettica da principio a conseguenza ricavi il diritto dell'apoditticità della sua forma quando di questa sian biffe la sostituibilità reciproca delle porzioni e la conclassarietà di un'unificazione sensoriale; in definitiva quella serie di dialettiche non costituisce affatto il punto di partenza dell'effettivo spostamento d'attenzione dalla sostituibilità reciproca di due porzioni alla conclassarietà di un'unificazione sensoriale, ma ne è il mero punto d'arrivo, e tanto meno la mera predicazione di attributi di intelligibilità formale, su qualsivoglia diritto o ragione fondata e a qualsivoglia dei componenti della sfera di una classe attribuita, è condizione sufficiente a porsi a ragione di quella dialettica da principio a conseguenza, perché è destinata a limitare il proprio condizionamento alla mera inferenza della conclassarietà dell'unificazione di sensoriali dalla sostituibilità di una sua parte a una certa altra porzione pel medio dell'ontità autocosciente di quest'ultima e con ciò a limitare la sua azione di ragion sufficiente alla portata di canone di quella dialettica da principio a conseguenza; sicché, a parte il fatto che resterebbe da discutere se tale successione di spostamenti sia veramente una struttura formale da catalogarsi tra le forme della logica in generale e quindi resterebbe da discutere se veramente i sillogismi ipotetici di modo ponente o tollente, dei quali la successione è un caso, siano veramente forme logiche o almeno forme di sillogismi ipotetici, è certo che qualche altra successione di dialettiche deve esser data onde diventi legittima questa struttura di sillogismo di prima figura e di modo ponendo ponens; se la condizione necessaria e sufficiente perché sia con autocoscienza una classe come intelligibile è l'autocoscienza dell'intelligibilità di una porzione privilegiata, e se la condizione necessaria e sufficiente dell'autocoscienza dell'intelligibilità di una porzione privilegiata è l'autocoscienza del rapporto di sostituibilità reciproca di due porzioni, l'una delle quali già assunta a porzione privilegiata e l'altra immanente in un'unificazione di sensoriali altra da quelle relativamente alle quali la porzione ha assunto la funzione privilegiata, lo spostamento di sostituibilità reciproca della porzione privilegiata in sé alla porzione della “nuovaunificazione nulla depone a favore di qualche necessità,




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