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se un
qualche ontico che è con A è A, qualche ontico che è con A è X; se a
(alfa) è A, A è a
(alfa); se A è a
(alfa), qualche ontico che è con A, e quindi a che è con a
(alfa) e con A, è X, e: se a (alfa) è A, a (alfa) è X; se a (alfa) è A, A è a
(alfa); se A è a
(alfa), a
(alfa) è X [oppure per l'equivalenza di cui sopra: se a (alfa) è A, a è in X; se a
(alfa) è A, A è a
(alfa); se A è a
(alfa), a è in X], sillogismi che sono di III figura ma a conclusione
affermativa universale, secondo lo schema se M è, è P; se M è, è S; se S è, è P
-; attenendosi sempre alla serie di spostamenti che è lecito compiere per
concludere alla legittima conclassarietà di un'unificazione" nuova"
di sensoriali entro una classe, non necessariamente l'attenzione pare tenuta a
muovere dalla composizione in unità dei sensoriali dell'unificazione alla
porzione privilegiata che è ragione della classe: è lecito che la
concentrazione attentiva sulle dialettiche fra i sensoriali dell'unificazione
intuita costituisca il punto di partenza di una serie di dialettiche
all'origine della quale stanno lo spostamento d'attenzione da una o più o tutte
quelle dialettiche fra sensoriali a uno o più o tutte le dialettiche della
porzione privilegiata e l'acquisto d'autocoscienza della reciproca
sostituibilità dei due termini tra cui l'attenzione si sposta; ma si tratta di
vedere se questo è necessario, nel senso che l'insorgere con autocoscienza
dell'unificazione di sensoriali e la conseguente autocoscienza delle
dialettiche che tra essi son consentite costituisca l'unico punto di partenza
obbligato verso la ricerca della porzione privilegiata con attribuzione di
intelligibilità sotto cui alcune delle dialettiche tra sensoriali hanno il
diritto di sussumersi per identità di sostituibilità, ossia si tratta di vedere
se è necessario che sotto l'impulso all'unità per conclassarietà le dialettiche
che tra i sensoriali dall'((dell'??)unificazione siano gli unici dati con
autocoscienza che per primi sollecitino l'attenzione a una cernita fra tutte le
porzioni privilegiate già investite di intelligibilità alla ricerca di quella
la cui sostituibilità con una parte dell'unificazione "nuova" offre
il diritto della sussunzione di questa alla porzione e dell'appartenenza
dell'unificazione alla classe di cui la porzione intelligibile è principio;
data siffatta obbligatorietà la classificazione in genere sarebbe costantemente
un movimento dal livello del fenomenico verso il piano dell'intelligibilità, il
che è quanto implicitamente la descrizione platonico-aristotelica della
riduzione del fenomenico all'intelligibile sottintende, cioè un appello dal
basso all'alto che, nonostante meccanismi diversi, è pur sempre garantito nella
sua mozione originaria da qualcosa di automatico e quindi di infallibile,
associazione mnestica o congruenza tra potenziale ed attuale che sia, in forza
del quale la sollecitazione da parte del fenomenico sensoriale apre un solo
canale pervio ed esatto lungo il quale procede l'attenzione verso questo e
questo solo degli intelligibili che è poi quello che serve; ma nelle operazioni
che di fatto la sfera delle dialettiche comprende le cose non stanno così, se
non altro perché non hanno la liceità di stare così, altrimenti non sarebbero
in grado di accogliere gli errori di classificazione che di fatto vi si
ritrovano e che non tutti hanno a loro principio dialettiche illegittimamente
instaurate tra i sensoriali dell'unificazione
((o??)) da classificarsi;
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