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Prot. 350 F4 - 375
[pag 654 (350 F4
351 F2)]
si diano con
autocoscienza in modo tale che l'attenzione che si concentri su di esse si
sposta su b1 o su b2 b3 che pure si diano con
autocoscienza in forza del fatto che l'autocoscienza di a1 si dà in
modo che le modalità di b1 acquistano qualcosa se l'attenzione si
sposta da a1 a b1 e viceversa le modalità di a1
acquistano qualcosa se l'attenzione si sposta su di essa da b1, e
così dicasi per a1 a2 e b2 b3, lo
spostamento d'attenzione che trova le sue ragioni nella mera autocoscienza di a1
e di b1, di a1 a2 e di b2 b3,
da un lato si attua e pone ciò che chiamiamo rapporto, dall'altro si attua in
un certo modo e così pone quel che chiamo modo o forma del rapporto che non è
se non la canalizzazione particolare da a1 a b1 da a1
a2 a b2 b3, ossia le modalità
autocoscienti che s'aggiungono ad a1 o ad a1 a2
quando l'attenzione va da esse rispettivamente a b1 o a b2
b3 e insieme le modalità autocoscienti che s'aggiungono a b1
o a b2 b3 quando l'attenzione da essi va rispettivamente
ad a1 o ad a1 a2-; ma ho anche notato che quel
che chiamiamo razionalità o intelligibilità di questo spostamento d'attenzione
è entro certi limiti necessario che si dia con il porsi con autocoscienza dello
spostamento stesso, ma non è sufficiente, tant'è vero che la sfera delle
dialettiche che si trovi dinanzi a una predicazione di intelligibilità a un siffatto spostamento, qualsivoglia sia
la suggestione iniziale di questa predicazione, s'appaga solo quando sia dimostrata
ossia quando alberghi una serie di spostamenti d'attenzione che sono
altrettante sussunzioni dello spostamento sotto spostamenti d'attenzione
progressivamente svuotantesi di determinazioni materiali e tendenti a comporsi
con biffe e forme che sono ontici meramente formali-funzionali, quelli che
chiamiamo intelligibili puri; e ho pure notato che ostinarsi a identificare i
gradi superiori del processo di sussunzione con meri astratti dall'originario
spostamento d'attenzione fra le biffe materiali assolute e prime, ossia
persistere nell'identificare l'intelligibilità del materiale col materiale
stesso non significa tanto cadere in un circolo vizioso di dedurre una
conseguenza da se stessa - perché
evidentemente in qualunque origine si ponga l'intelligibile formale puro
l'ammissione di una legittimità di sussunzione sotto di esso comporta
un'identificazione del materiale con il formale intelligibile sicché delle due
l'una o veramente si riesce a dimostrare un'origine autonoma dell'intelligibile
e ci si salvaguarda dal circolo vizioso per quel che riguarda l'aspetto
meramente formale del ragionamento, ma non ci si salvaguarda da quel che si
cela sotto questo aspetto formale, ossia l'illiceità di identificare sic et
simpliciter intelligibile formale puro con intelligibile materiale, o si fa di
quell'origine autonoma una presunzione di dimostrato e così si lasciano in
piedi tutt'e due le aporie quella del circolo vizioso e quella implicita
dell'identificazione -, quanto piuttosto vuol dire sottrarre alla sfera delle
dialettiche un qualsiasi canone per decidere una scelta siano tra le relazioni
materiali a predicazione legittima di intelligibilità e le relazioni materiali
la predicazione di intelligibilità alle quali è una mera presunzione; e ho
notato anche che il pensiero di condizione umana quando si è trattato di
sistemare in una qualsivoglia armonia l'intelligibile formale puro con le
relazioni materiali o ha preteso lavorare sulle dialettiche costitutive del
primo in assoluta indipendnza dalle seconde, sulla base di questa o quella
dimostrazione
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