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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 350 F4 - 375
    • 352-53
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[pag 660 (352 f4:353 F1)]

tra intelligibili di pura intelligibilità formale ed intelligibili sussumenti ontici autocoscienti che son trattati come equivalenti ad ontici in sé in quanto o fenomenici o aventi a loro principio il fenomenico, ma è altrettanto evidente che i concetti della storia della filosofia si fanno per tale teoria soggetti della doppia predicazione, dell'intelligibilità formale e della loro legittima funzione di sussumenti ontici autocoscienti che da un lato sono materialmente e formalmente identici con essi e dall'altro sono da trattarsi come equivalenti di ontici in sé, essendo la differenza solo l'assenza o la presenza della denotante dell'autocoscienza, con la conseguenza che il principio primo da cui muove l'intera teoria deve essere quello di una eterogeneità fra i concetti in quanto soggetti della prima sola delle predicazioni e i concetti in quanto soggetti di entrambe le predicazioni; che se si obietta che la teoria stessa sembra cassare siffatto principio in quanto la sua struttura è principio di un annullamento delle due classi, essendo tutti i concetti sussunti sotto i due predicati, è lecito controbbiettare che l'annullamento è un fatto non immediato, ma mediato, e come tale non evidente o automatico per la sfera delle dialettiche, e insieme uno stato dei concetti che deve essere argomentato con un discorso alle cui sorgenti sta l'esigenza prima, questa sì veramente originaria evidente automatica, di una siffatta distinzione, per la quale un concetto non è sufficientemente argomentato nella sua legittimità dalla prima sola delle due predicazioni, esigenza in funzione della quale è posto l'intero raziocinio concludente nell'inesistenza materiale di siffatti concetti ma atto a porsi come ragione sufficiente dell'ontità autocosciente di siffatti concetti almeno problematici e di un'illiceità per il pensiero di condizione umana ad accettarli nella loro piena legittimità di intelligibili; d'altra parte lo stesso discorso si fa per quelle teorie che identificano la verità con il farsi dei veri stessi, ossia che sotto il concetto di legittimità piena pongono i concetti, che siano stati una volta sussunti sotto gli attributi di intelligibilità formale, in forza del fatto che in una certa tappa del divenire della sfera delle dialettiche umane quest'ultima sussunzione si è verificata, essendo totalmente inutile o insignificante l'altra sussunzione che nel momento in cui si è data con autocoscienza la prima, è stata riscontrata e che nel presente è ancora richiesta, degli stessi concetti sotto la legittimità di una loro predicazione ad ontici autocoscienti trattati come ontici in sé; a guardar bene le cose, questa teria esclude la deduzione di legittimità di un intelligibile dalla sua predicazione ad un ontico autocosciente, fenomenico o non fenomenico, che sia da assumersi come ontico in sé sic et simpliciter, ma non dalla sua predicazione a se stesso in quanto costruzione del pensiero di condizione umana in una certa sua situazione e sotto la sollecitazione di certi fattori-motori, con la conseguenza che la verità e validità formali e materiali di un concetto non sono soltanto fondate sulla sua sussunzione sotto gli attributi dell'intelligibilità formale, ma sono anche ricondotte al fatto che esso è per dir così impastato con i materiali a disposizione dal pensiero, con la conseguenza che poiché nell'utilizzazione di questa materia è lecito affermare che diversi sono i punti di partenza e i criteri di analisi e di elaborazione a seconda che il principio motore sia questo o quello o che c'è un unico punto di partenza




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