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tra
intelligibili di pura intelligibilità formale ed intelligibili sussumenti
ontici autocoscienti che son trattati come equivalenti ad ontici in sé in
quanto o fenomenici o aventi a loro principio il fenomenico, ma è altrettanto
evidente che i concetti della storia della filosofia si fanno per tale teoria
soggetti della doppia predicazione, dell'intelligibilità formale e della loro
legittima funzione di sussumenti ontici autocoscienti che da un lato sono
materialmente e formalmente identici con essi e dall'altro sono da trattarsi come
equivalenti di ontici in sé, essendo la differenza solo l'assenza o la presenza
della denotante dell'autocoscienza, con la conseguenza che il principio primo
da cui muove l'intera teoria deve essere quello di una eterogeneità fra i
concetti in quanto soggetti della prima sola delle predicazioni e i concetti in
quanto soggetti di entrambe le predicazioni; che se si obietta che la teoria
stessa sembra cassare siffatto principio in quanto la sua struttura è principio
di un annullamento delle due classi, essendo tutti i concetti sussunti sotto i
due predicati, è lecito controbbiettare che l'annullamento è un fatto non
immediato, ma mediato, e come tale non evidente o automatico per la sfera delle
dialettiche, e insieme uno stato dei concetti che deve essere argomentato con
un discorso alle cui sorgenti sta l'esigenza prima, questa sì veramente
originaria evidente automatica, di una siffatta distinzione, per la quale un
concetto non è sufficientemente argomentato nella sua legittimità dalla prima
sola delle due predicazioni, esigenza in funzione della quale è posto l'intero
raziocinio concludente nell'inesistenza materiale di siffatti concetti ma atto
a porsi come ragione sufficiente dell'ontità autocosciente di siffatti concetti
almeno problematici e di un'illiceità per il pensiero di condizione umana ad
accettarli nella loro piena legittimità di intelligibili; d'altra parte lo
stesso discorso si fa per quelle teorie che identificano la verità con il farsi
dei veri stessi, ossia che sotto il concetto di legittimità piena pongono i
concetti, che siano stati una volta sussunti sotto gli attributi di
intelligibilità formale, in forza del fatto che in una certa tappa del divenire
della sfera delle dialettiche umane quest'ultima sussunzione si è verificata,
essendo totalmente inutile o insignificante l'altra sussunzione che nel momento
in cui si è data con autocoscienza la prima, è stata riscontrata e che nel
presente è ancora richiesta, degli stessi concetti sotto la legittimità di una
loro predicazione ad ontici autocoscienti trattati come ontici in sé; a guardar
bene le cose, questa teria esclude la deduzione di legittimità di un
intelligibile dalla sua predicazione ad un ontico autocosciente, fenomenico o
non fenomenico, che sia da assumersi come ontico in sé sic et simpliciter, ma
non dalla sua predicazione a se stesso in quanto costruzione del pensiero di
condizione umana in una certa sua situazione e sotto la sollecitazione di certi
fattori-motori, con la conseguenza che la verità e validità formali e materiali
di un concetto non sono soltanto fondate sulla sua sussunzione sotto gli
attributi dell'intelligibilità formale, ma sono anche ricondotte al fatto che
esso è per dir così impastato con i materiali a disposizione dal pensiero, con
la conseguenza che poiché nell'utilizzazione di questa materia è lecito
affermare che diversi sono i punti di partenza e i criteri di analisi e di
elaborazione a seconda che il principio motore sia questo o quello o che c'è un
unico punto di partenza
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