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in
matematica come in logica e in metafisica, fa di questo uno dei canoni di
identificazione degli ontici intelligibili indipendentemente da un riscontro
dell'effettiva intelligibilità della materia da altro che non sia la sua
attitudine ad entrare in una certa forma, e così l'irrazionalità di radice di
√2 ((scritto col segno matematico √ 2)) e di qualunque altro ontico
matematico irrazionale entra con la sua materia nella sfera degli intellegibili
proprio grazie alla sua attitudine a farsi biffa di serie dialettiche la cui
struttura formale è principio della loro intelligibilità; ma io ho osservato
che la funzione di biffa di un ontico autocosciente in una serie dialettica non
è univoca perché in questa serie si deve distinguere l'ontico autocosciente che
è principio della successione delle dialettiche dagli ontici autocoscienti che
vi intervengono in funzione della loro dipendenza da siffatto principio o
perché sue denotanti o perché ontici che non sono sue denotanti ma che son tali
che le loro note entrano necessariamente in rapporto o col tutto o con porzioni
denotanti del principio, sicché si deve distinguere una funzione di biffa-principio da una funzione di
biffa-medio, ed ho osservato che ciascun membro della distinzione a sua volta
non è univoco, perché nel caso che l'ontico autocosciente sia principio, tutta
la serie delle dialettiche che muovono da esso ha la liceità da un lato di
costruirsi tenendo conto unicamente della struttura formale- materiale
dell'ontico-principio ed escludendo qualsiasi intervento di indipendente
funzionale delle strutture formali-materiali degli altri autocoscienti che vi
entrano come biffe-medi, dall'altro di porsi giustapponendo l'una all'altra le
due considerazioni sia della struttura formale -materiale della biffa-principio
sia delle strutture materiali-formali di ciascuna delle biffe medi, mentre nel
caso che l'ontico autocosciente sia biffa -medio alla stessa serie dialettica è
data la liceità o di utilizzarlo come un autocosciente che è in totale
dipendenza funzionale dalle modalità peculiari delle strutture relazionali che
alla serie delle dialettiche derivano dalla struttura formale-materiale del
principio o di utilizzarlo come un ontico autocosciente che con la sua materia
e con i rapporti formali che questo accoglie o pone come unicamente legittimi
agisce attivamente sulla struttura relazionale che la serie dialettica deve adottare
e quindi sulla struttura formale-materiale che la serie accoglie a principio -
l'autocosciente A non è biffa in generale di una serie dialettica se non sulla
base di un'analisi formale meramente generica della serie; di fatto o entra
nella serie come principio e in questo caso non è un principio in generale
della serie e non per un'analisi formale esclusivamente generica, ma vi agisce
o come principio assoluto e incondizionato che con i suoi modi materiali e
formali determina i modi materali e formali di tutti i restanti autocoscienti
che mediano tra esso e il termine della serie, o come principio che è tenuto ad
accordare costantemente la propria struttura materiale-formale su quella delle
biffe -medi, ciascuna delle quali in sé pretende di essere per quel che
riguarda non le sue relazioni con il principio ma la sua connotazione
materiale-formale un'indipendente funzionale ossia un principio di se stessa,
oppure partecipa alla serie con la funzione di biffa- medio, nel qual caso per
quel che riguarda le relazioni tra biffe e biffe o consente che il principio
agisca indipendentemente ed assolutamente su di esso o
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pretende di
intervenire attivamente a lato del principio -; dunque posto un ontico
autocosciente l'intelligibilità della cui materia sia conseguenza della sua
funzione di biffa di una serie dialettica intelligibile, son da tener presenti
quattro casi: a) l'autocosciente, posto a principio della serie, è assunto ad
indipendente funzionale assoluta in modo tale
che le denotanti materiali e formali delle biffe-medi traggano da esso
ogni loro qualificazione: delle due l'una: o le biffe-medi sono ontici
autocoscienti che o immangono nel principio nel rapporto di immanenza che lega
una denotante al tutto di una connotazione o lo costituiscono allo stesso modo
con cui molteplici semplici eterogenei costituiscono il tutto di un composto
senza tuttavia porsi come denotanti della sua unitaria connotazione, o le
biffe-medi sono almeno in parte ontici autocoscienti che hanno la liceità di
darsi con autocoscienza anche fuori dalla sussunzione sotto siffatto principio;
nel primo caso la serie delle dialettiche va debitrice della sua legittimità
formale, ossia della dialettica di sostituibilità della sua struttura formale
alla struttura intelligibile posta come pura e come ragione di intelligibilità
formale pura, alla dialettica di sostituibilità della sua stessa struttura
formale alla struttura relazionale del principio, ossia al rapporto di perfetta
sostituibilità che connette gli spostamenti d'attenzione tra i singoli
autocoscienti correlati come costitutivi del principi(o) e gli spostamenti
d'attenzione tra gli stessi autocoscienti in quanto biffe debitrici della loro
ontità autocosciente alle singole dialettiche della serie, con la conseguenza
che la legittimità formale della serie fa tutt'uno con la legittimità formale
del principio, la cui intelligibilità trova la sua ragione in esso stesso e non
nella dialettica di cui fa parte e con la conseguenza che o di siffatta
intelligibilità si pretende sia ragione la predicazione al principio degli
attributi di intelligibilità formale pura, ricadendo così nel caso su
esaminato, o della stessa intelligibilità si cerca la ragione altrove e, tra
l'altro, anche nella costituzione materiale del principio, ma allora
l'inferenza dell'intelligibilità non è dall'appar(te)nenza dell'autocoscienza
alla serie delle dialettiche; quando invece gli ontici autocoscienti che son
biffe -medie han la liceità di darsi con autocoscienza anche come degli assoluti
o, se non altro, come biffe di serie dialettiche da altri principi, delle due
l'una o la perfetta dipendenza funzionale di questi medi dal principio si
giustappone a una dialettica di sostituibilità tra ciascuna biffa in quanto
biffa della serie dialettica da quel principio e la stessa biffa in quanto o
assoluto in sé o biffa di altra serie da altro principio, o a siffatta
dipendenza funzionale non s'accompagna questa dialettica di sostituibilità;
poiché nel primo caso si deve argomentare la perfezione della dipendenza
funzionale di ciascuna biffa non già dal principio della sussunzione della
biffa sotto il principio ma dal dato di fatto dell'accettazione da parte della
biffa di siffatta sussunzione, poiché cioè il rapporto da indipendente
funzionale a dipendente funzionale che connette il principio della serie a
ciascuna biffa-medio ha la sua ragione nella connotazione materiale e formale
di questa, la legittimazione della serie dialettica e di ciascuna sua biffa,
compreso l'autocosciente che è suo principio, promana sì dalla dialettica di
sostituibilità della sua struttura formale alla struttura formale-razionale
pura,
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