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delle
denotanti qualitative e formali degli ontici autocoscienti su cui esso
eserciterà poi le sue attitudini di denotare con autocoscienza, di concentrare
l'attenzione e di spostarla da questa a quella nota, dall'altro debbono
rassegnarsi ad attribuire sia all'ontico autocosciente con cui [??] tutta la
loro intepretazione della genesi e della natura dell'autocosciente in generale,
sia ai singoli autocoscienti in generale che son principi dell'inferenza di
questo, la dipendenza funzionale dal pensiero di condizione umana in quelle
certe note sovraggiunte, ma l'indipendendenza funzionale dallo stesso pensiero
in quanto attività denotante con autocosciente, concentrante attenzione e
spostante attenzione, pena la decadenza della loro stessa descrizione al
livello di quella dipendenza funzionale dal pensiero che è da essi attribuita a
tutti gli ontici e con ciò all'inettitudine di offrire con autocoscienza
materie e forme che non sian se non quel che le modalità del pensiero impongono
di essere, tanto è vero che le note che essi aggiungono al pensiero di
condizione umana le debbono eterogeneizzare dalle altre come quelle che non
sono mai denotabili con autocoscienza per un atto immediato ma solo pel medio
di una certa serie dialettica il cui principio sta appunto nell'indipendenza
funzionale dal pensiero di condizione umana di quel tanto che, essendo
dell'ontico autocosciente per sé dovrebbe poi esser ragione della dipendenza
funzionale dallo stesso pensiero di tutte le denotanti dell'autocosciente ivi
compreso quel tanto, con la conseguenza che l'intera serie delle loro
dialettiche concludente nella loro teoria muove da due presupposti, che il
conoscere sia il darsi con autocoscienza di un autocosciente che con le note
materiali e formali che sono in indipendenza funzionale dal pensiero di
condizione umana sono riproduttive o perfettamente sostituibili di un ontico
che è in sé in quanto totalmente indipendente dalle modalità del pensiero di
condizione umana e che per pensiero di condizione umana è da intendersi in
generale un ontico in sé privo di costituenti intelligibili che sian altre
dagli ontici autocoscienti la cui materia è costituita dalle modalità
qualitative e formali delle forme dell'intelligibilità in genere, in
particolare da un lato quel che si chiama soggettività empirica in sé e che io
ho chiamato pensiero di condizione umana e che è l'ontico autocosciente,
funzionalmente indipendente in quel che esso è per sé, le cui denotanti sono
tutte denotate da un atto di autocoscienza immediata e tutto coincidenti nella
loro materia e forma, in quanto ontici per sé, da quelle tre attività di cui
sopra, dall'altro quel che chiamano soggettività e che non è se non lo stesso
ontico autocosciente del pensiero di condizione umana, ma denotato di ulteriori
note per ciascuna delle quali la denotazione da parte dell'autocosciente non è
atto immediato ma risultato di una certa serie di dialettiche; anche per
costoro quindi conoscere significa il possesso di almeno un ontico
autocosciente che è materialmente e formalmente riproduttivo di un ontico in sé
che è totalmente in indipendenza funzionale dalla attività del denotare con
autocoscienza e del concentrare e dello spostare l'attenzione, anche se poi il
possesso di siffatto autocosciente è il principio dell'esclusione di
qualsivoglia altro autocosciente dalla classe che dovrebbe comprendere
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