Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 350 F4 - 375
    • 371
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 712 -


[pag 712 (371 F1 /2)]

a una loro validità e verità materiali e formali in nome di una pretesa indipendenza funzionale dalla connotazione autocosciente in cui si davano dalle condizioni umane del pensare e che insieme questa connotazione non verificava l'indipendenza, ma anzi si dava come immaginativa, con la conseguenza che dell'antico criterio che poneva a principio della verità e validità materiali e formali con intelligibilità l'indipendenza funzionale dal pensiero di ciò che l'autocoscienza è per sé, il nuovo criterio altro non faceva che conservarne il principio e ripudiarne l'inesatta applicazione o inferenza per sostituirvi una puntuale inferenza; col che la nuova scienza pone ad ontico autocosciente primo non l'immanenza dell'intelligibilità, ma la datità con eventuale immanenza di intelligibili;

una volta identificata l'oggettività con la datità e una volta posta questa a principio della verità e validità, materiali e formali, semplici o intelligibili in funzione della inintelligibilità o intelligibilità che connotano l'autocosciente ad autocrazia cognitiva, assieme alla sua datità, si tratta di vedere quali fra tutti gli autocoscienti siano sicuramente con datità: in pratica, fino a questo momento noi abbiamo costantemente distinto gli autocoscienti in genere nei due modi o tipi delle dialettiche e degli ontici autocoscienti che non han che fare con una dialettica; per i primi son da intendersi sia quelli la cui ontità ha a sua condizione necessaria e sufficiente non solo la denotante dell'autocoscienza ma anche una concentrazione d'attenzione che prende corpo in uno spostamento d'attenzione o in più spostamenti d'attenzione sia quelli la cui ontità vien sottratta allo o agli spostamenti d'attenzione che li costituiscono solo nel caso che l'autocoscienza entri a denotare il segno che grazie a un particolare spostamento d'attenzione è stato fatto indice della loro struttura, ma che, non appena l'autocoscienza esiga di farsi denotante non del loro segno ma delle effettive denotanti ontiche nei cui confronti il segno esplica la sua funzione riacquistano l'ontità di ontici che sono in grazia di autocoscienza e di spostamenti d'attenzione, il che null'altro vuol dire se non a) che alcuni degli autocoscienti sono costituiti da due o più autocoscienti dall'uno all'altro dei quali si sposta l'attenzione con un atto che pone con autocoscienza uno o più relazioni riducentisi alle funzioni reciproche tra gli autocoscienti che son biffe degli spostamenti e che è ragione del darsi con autocoscienza di quel che chiamiamo conclusione della dialettica e che è o lo stesso complesso delle biffe con le loro funzioni reciproche e con gli spostamenti

d'attenzione che fanno di queste degli autocoscienti o una dialettica, che è porzione del tutto dialettico che è sua ragione, tra una delle biffe del tutto e una o più altre dello stesso tutto, b) che tutti gli autocoscienti che sono del tutto dialettico da un lato hanno la condizione necessaria e sufficiente della loro ontità ossia della loro autocoscienza nell'appartenenza al tutto ossia nel darsi con autocoscienza solo mantenendosi componenti e immanenti dei vari giuochi di spostamenti d'attenzione, dall'altro hanno ciascuno la liceità di farsi biffe di una dialettica di sostituibilità perfetta con un ontico autocosciente la cui materia è un autocosciente che non è per una dialettica o un insieme di siffatti autocoscienti e la cui funzione o rapporto formale con la biffa di cui è sostituto perfetto è di sostituire la propria materia


- 713 -


[pag 713 (371 F2 /3)]

come connotazione denotata dall'autocoscienza a tutto ciò che nel suo sostituto si con autocoscienza, con la conseguenza di dotare il pensiero della liceità di valersi dell'autocosciente la cui ontità richiede l'attività e il tempo degli spostamenti d'attenzione che la condizionano senza impiegare né l'una né l'altro, compiendo solo l'atto di denotare la materia del sostituente d'autocoscienza - il che non è da parte nostra presa di posizione nella questione della spontaneità o convenzionalità del segno o sostituente a favore dell'una o dell'altra, ma è mera presa di consapevolezza della naturalità o originarietà della dialettica di sostituzione che fa di quella materia che non è per una dialettica il sostituente di una materia che è per dialettiche, e insieme della originarietà, o indipendenza funzionale dalle condizioni umane del pensare della connotazione di ciò che nell'autocosciente segno è per sé, o della convenzionalità o immaginatività, o dipendenza funzionale da tali condizioni di tale connotazione, che è di questo o quel segno -, c) che la sostituzione del segno a ciò che è per spostamenti d'attenzione, se è uno strumento di economia, non annulla la struttura ontica del sostituito, in quanto il segno non ha la liceità di riempire la propria materia della materia di tutte le denotanti di ciò di cui è sostituente, con la conseguenza che, ad ogni esigenza che nello stato dialettico del pensiero insorge di denotare con autocoscienza questa materia, l'autocoscienza è tenuta a spostarsi da quell' ontico-segno che non richiede spostamenti d'attenzione all'autocosciente di cui l'ontico è segno a ricostituirsi a denotante di tutto ciò che in esso si con e per gli spostamenti dialettici; ora, la modalità caratteristica di questi autocoscienti che sono dialettiche è che, una volta distinte in essi le due porzioni, di quel che essi sono per sé e dell'autocoscienza che denota ciò che essi sono per sé, non è mai lecito predicare la prima dell'indipendenza dalle condizioni umane del pensare in quanto evidentemente la connotazione di ciò che essi sono per sé è costantemente in funzione almeno della capacità di spostare l'attenzione e non si con autocoscienza se non alla condizione che l'autocoscienza si faccia denotante dello o degli spostamenti d'attenzione che sono da un lato alcune delle note della connotazione e dall'altro principio di quelle note che denotano altre della stessa connotazione con la modalità di questa o di quella funzione; che se ciò esclude dalla proprietà dell'autocrazia cognitiva tutto ciò che è dialettica o che è per una dialettica, non esclude tuttavia la liceità di predicare ad una dialettica o a ciò che è per essa la datità, ma fa della predicazione un momento o porzione di un'ulteriore dialettica i cui spostamenti d'attenzione abbiano a loro biffe sia la datità, sia la dialettica o ciò che è per essa, sia un ontico autocosciente cui la predicazione di datità spetti indipendentemente da una dialettica e abbiano a loro porzione la conclusione che in forza del rapporto di sostituibilità che connette la dialettica o ciò che è per essa all'ontico autocosciente che è di datità per sé e non per una dialettica (,)l'ontico della datità entra in relazione di sostituibilità con una denotante della connotazione di ciò che la dialettica o ciò che è per essa sono per sé; e tutto questo comporta che la datità del dialettico in generale sia un ontico autocosciente mediato e come tale relativo e secondario, inetto a farsi principio di qualsivoglia dialettica




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License