- 714 -
[pag 714 (371 F4 /372 F1)]
che pretenda
utilizzare il dialettico a datità come un materialmente e formalmente vero e
valido; dovunque intervenga una dialettica di qualsiasi tipo scatta questa
legge formale, che subordina la verità e validità materiali e formali della
dialettica e delle sue porzioni alla sua datità e fa di questa un dato mediato
e secondo il cui principio dovrà esser cercato fuori dalla dialettica stessa e
fuori da un qualsivoglia ontico che sia dialettica o per una dialettica; noi
sentiamo infatti il giogo di questa legge anche in tutti gli ontici
autocoscienti che entrano nella schiera degli ontici che sono per un pensiero
di condizione umana in grazia di quelli che si chiamano degli atti di fede, dei
portati di fiducia, dei sentito-dire; anche questi sono di fatto una dialettica
di sostituibilità tra un segno e un autocosciente o un insieme di tali
dialettiche, ma sebbene non necessariamente l'autocosciente sia una dialettica,
esso in ciò che è per sé è per quella dialettica e quindi in dipendenza
funzionale da un pensiero di condizione umana e, comunque sia accettato nelle
dialettiche, come vero e valido o come dubbio o come indegno di legittimità,
sempre tuttavia attende di entrare in rapporto di sostituzione con un
autocosciente che non sia dialettica ((dialettico??)) e in cui ciò che questo è
per sé sia un'indipendente funzionale dal pensiero umano, sicché anch'esso è un
indiretto e un mediato; poiché tutte le dialettiche, coi loro componenti, son
sempre autocoscienti in sé privi di datità, non resta che l'autocrazia
cognitiva sia degli autocoscienti immediati o intuitivi, intendendo per questi
gli ontici cui la denotante dell'autocoscienza tocca, come si suol dire, per un
rapporto immediato tra soggetto e oggetto, ma dei quali si dovrebbe dire
piuttosto che la dotazione di autocoscienza vi rivela che quel che essi sono
per sé non implica nessun autocosciente spostamento d'attenzione tra le
modalità ontiche che lo compongono come condizione necessaria e sufficiente del
suo darsi con autocoscienza; perciò, se si assume come modo formale peculiare
dell'autocosciente intuitivo o immediato l'attitudine che quel che esso è per
sé ha di arricchirsi della denotante di autocoscienza indipendentemente
dall'intervento di qualsiasi spostamento d'attenzione, da un lato si è condotti
a limitare quella peculiarità agli autocoscienti a qualficazione materiale
semplice, dall'altro non ci si trova affatto nella necessità di classificare
gli autocoscienti nelle due sole classi degli ontici a materia qualitativa
semplice e degli ontici a materia che è per una dialettica, il che
comporterebbe l'esclusione dall'autocoscienza degli ontici che sono immediati e
intuitivi e insieme composti ossia dotati di una molteplicità di qualitativi
materiali e di funzioni relazionali, ma si è costretti a precisare che questi
ultimi debbono ritenersi intuitivi e immediati quando ciascuna delle
costituenti della o delle dialettiche che ne hanno innalzato all'autocoscienza
la complicazione materiale e formale è identica e sostituibile, se materiale,
alla qualificazione di un materiale semplice di immediata autocoscienza e
quindi autocosciente nonostante l'assenza di qualsiasi dialettica immanente
nella materia, se formale, a se stessa in quanto coincidente con le modalità di
uno spostamento d'attenzione immediatamente operato su due di siffatti
materiali di immediata autocoscienza; dunque, pare dato il diritto di
considerare intuitivi o immediati solo o gli ontici autocoscienti la cui
modalità ontica
|