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poiché
quest'ultima modalità contraddice a tutti i suoi presupposti, lo schema della
soluzione sceglie uno degli altri due e afferma di diritto la liceità della
contemporaneità della concentrazione d'attenzione sul tutto simultaneamente
intuito e della concentrazione d'attenzione sulle singole dialettiche che
rilevano i rapporti tra gli intuiti a qualificazione semplice, ma
surrettiziamente reintroduce la diacronica successione delle due che di fatto
si dà nella sfera del pensiero di condizione umana, nel senso che
surrettiziamente deve riconoscere come ontico autocosciente l'anteriorità della
mera autocoscienza degli intuiti a qualificazione semplice in simultaneità
rispetto all'autocoscienza delle loro relazioni di cui le dialettiche son
ragione; e una volta fatto ciò, sia perché queste dialettiche sono
necessariamente degli autocoscienti a dipendenza funzionale dalle condizioni
del pensiero umano sia perché in nulla si distinguono dalle dialettiche
successive, che sono loro ripetizione delle quali è indubitabile che siano
autocoscienti a dipendenza funzionale dalle condizioni umane del pensare
conseguenti l'autocrazia cognitiva solo in forza della loro sostituibilità a
quelle di cui son ripetizione, per evitare il circolo vizioso di fare delle
ripetute la ragion sufficiente delle ripetenti e delle ripetenti la ragion
sufficiente delle ripetute e ((o??))la petizione di principio di attribuire
alle ripetute la funzione di ragion sufficiente o in base all'identità che le
lega alle loro ripetenti, contraddittoriamente fanno delle prime la ripetizione
di dialettiche già intuitivamente autocoscienti in simultaneità con
l'autocoscienza del tutto intuito simultaneamente; donde da un lato la
surrettizia introduzione di una diacronia tra la mera intuizione della simultaneità
degli intuiti e l'autocoscienza delle loro relazioni pel medio di dialettiche e
insieme la reintroduzione, contraddittoria a questa introduzione dell'acronica
simultaneità di quell'intuizione e di quest'autocoscienza, dall'altro, di
fronte alla necessità di fare delle relazioni immanenti nell'intuito simultaneo
altrettante ragioni delle dialettiche che, sotto il punto di vista
dell'introduzione surrettizia sono il medio necessario dell'erezione
all'autocoscienza delle relazioni stesse, e che, sotto il punto di vista della
reintroduzione contraddittoria, sono mere ripetizioni delle dialettiche che
pongono con autocoscienza le relazioni in simultaneità con l'autocoscienza
degli intuiti relati, assumono a ragion sufficiente delle relazioni, immanenti nel
tutto intuito in simultaneità, un ontico inautocosciente e in sé che è attività
inconscia del pensiero di condizione umana, a sua volta sottratta alla
relatività di questa condizione in un modo nella teoria platonica in un altro
in quella kantiana, e che sviluppa la sua funzionalità relazionando gli ontici
fenomenici a qualificazione semplice secondo relazioni che si daranno con
autocoscienza simultaneamente con i fenomenici stessi a qualificazione
semplice; e questa soluzione moltiplica le difficoltà che dovrebbe eliminare,
perché deve porre come immediati ed intuiti degli spostamenti d'attenzione
rilevanti o erigenti all'autocoscienza delle relazioni in modo da sottrarli
grazie a quell'immediatezza alla dipendenza funzionale dalle condizioni umane
del pensare, e insieme deve fare degli spostamenti d'attenzione degli
autocoscienti che non solo sono in questa dipendenza funzionale, ma appunto per
questo non hanno la liceità di godere di immediatezza e di intuitività, perché
in questa condizione
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