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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 1 - 50
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il passaggio all’atto di note differenti (5 e 6) che vanno a giustapporsi a quelle già attuali in A (1 e2), se B diviene D ed E affiancando alla sua attualità già data (1 2 3 4) rispettivamente un’attualità (7 e 8) e un’attualità differente (9 e 10) e se identica osservazione deve farsi per C nei confronti delle sue specie F, che si attua con l’arricchimento sul piano dell’atto di nuove note (11 e 12) che determinano quelle di C (1 2 5 6), e G che ha il proprio attuale ricco dell’atto di C (1 2 5 6) e del proprio (13 e 14), la costante assenza di una ripetizione di movimenti dalla potenza all’atto e la costante innovazione degli attuali che vanno ad arricchire nella specie l’atto del genere elidono qualunque ipotesi di movimento cieco, casuale, indeterminato nella salita alla determinazione specifica da parte del generico, e pongono il postulano ((??)) di linee di determinabilità costituite, ciascuna, da una serie di complessi determinabili potenziali vincolati l’uno all’altro da rapporti di apodittica causalità effettrice tali che il darsi del primo (12→34) pone necessariamente il secondo (12→34→78) e questo il terzo, e il terzo il quarto, secondo una successione tale che l’attuarsi del quarto segni l’impossibilità di una causalità effettrice dal primo al secondo di tipo differente (12 ≠5 6) e dal secondo al terzo pure di diverso tipo (12→ 34≠ 9 10), nessuna dimostrazione apriori può darsi di ciò, data l’assoluta potenzialità in cui tutte le successioni giacciono ad esclusione del primo complesso in atto e determinato, facente tutt’uno con la connotazione del genere sommo. Ma l’apoditticità a posteriori del postulato trae seco come conseguenza che entro la scalare gerarchia di intelligibili si disegnino in atto delle canalizzazioni longitudinali che, a differenza di quanto si verifica nei successivi e scalari piani latitudinali, sono eterogenee l’una dall’altra, secondo il seguente schema che per comodo e convenzionalmente tracciamo secondo una specificazione platonico -dicotomica: ogni canalizzazione

[[N.B. del dattilografo:il quadro riporta lettere greche con vuoti intermedi e che possono non essere state ben riportate]]

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corrisponde a una linea di intelligibilità ascendente che è insieme linea di attualità discendente; per questo ogni intelligibile, se latitudinarmente può essere conclassificato con altri intelligibili in una catalogazione la quale però ha una portata esclusivamente formale e non cognitiva, sicché da questo punto di vista è lecito denotare più intelligibili in vincoli di predicazione che però nulla di essi fanno conoscere tranne la loro natura formalmente razionale - ad esempio, H ed I sono cogeneri rispetto a D; H I L M N O P Q sono specie di uno stesso numero di generi e ciascuno genere di uno stesso numero di generi ecc. -, dal punto di vista longitudinale, che è poi quello unicamente valido rispetto all’intelligibilità, perché condizionato dall’identità parziale della connotazione in atto, e rispetto alla conoscenza, perché consenziente la visione evidenziale della sintesi della connotazione pel medio di un’analisi che coincide col rilievo e la scoperta del generico che in essa immane e dello specifico che in essa rimane una volta riferito ad ogni genere sovraordinato ciò che a questo pertiene, esso intelligibile appartiene ad un’unica linea di evoluzione determinatrice sicché nell’atto in cui lo si inserisce in un vincolo di predicazione il cui valore debba fuoriuscire dall’area esclusivamente per forma e per contenuto, siffatto intelligibile può essere solo soggetto di quei generi che appartengono alla sua canalizzazione di attualità e di intelligibilità e che possono farsi predicati solo di quelle specie entro il cui canale attuale - intelligibile essi compaiono, può essere solo predicato per quelle specie che compaiono entro canali intelligibili che da lui discendono; di conseguenza, ogni intelligibile non può essere né soggetto di generi appartenenti ad altre correnti intelligibili, né predicato  per specie che non compaiono nelle sue correnti intelligibili. La ragione di questa limitazione nell’usufrutto di un intelligibile in genere a contenuto di un rapporto predicativo in genere può essere fornita dalla materia stessa che costituisce il canale di intelligibilità e che coincide con l’identità di tutte le note connotanti ogni intelligibile immerso nel canale, identità che permane invariata a tutti i livelli formali o latitudinali ad eccezione dell’ultimo cui si arrestano o volontariamente o apoditticamente l’analisi e l ‘attenzione cognitiva, al quale appartiene

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l’intelligibile ricco di note che nessuno degli intelligibili sovraordinati possiede. Ma questa ragione, che è per dir così di fatto e che null’altro è se non il risultato induttivo di un’intuizione, la conclusione di un discorso aposteriori della cui universalità e necessità nessun argomento né è né può essere trovato, riceve tutt’altra definizione dal presupposto aristotelico da cui siam partiti e dal postulato con cui abbiam dovuto arricchire il presupposto stesso; l’identità delle note connotanti gli intelligibili di una linea intellettiva ascendente, che per il suo moto di ascesa sarà tenuta a verificare l’identità per tutte le note ad eccezione di quelle assolutamente o relativamente specifiche, fa tutt’uno con la loro attuazione ossia con il processo evolutivo che le conduce dalla potenza all’atto in forza di quella successione di causalità effettrici ciascuna delle quali è in funzione di quella immediatamente precedente, sicché, se il canale di intelligibilità coincide con una ripetizione a differenti livelli formale-latitudinali di un certo numero di intelligibili connotativi in atto, questa medesima ripetizione coincide con la funzione di causalità effettrice che certe masse di determinati esercitano stabilmente su potenziali determinabili, funzione causatrice che, continuando incessantemente ad esercitarsi fin che c’è del potenziale determinabile ed esaurendosi allorché l’intera sfera del potenziale in genere è totalmente percorsa in tutta la sua estensione, ossia finché l’ultimo dei gruppi potenziali determinabili non è salito all’atto, fa sì che questa e non quella zona di potenziale divenga determinata e conosciuta, nulla tuttavia di potenziale restando al suo stato primordiale pel semplice fatto che le canalizzazioni di attuazione, prese nel loro complesso, tendono ad attuare ed esaurire l’intera potenza originaria; la ragione, per la quale questo e non quello dei complessi determinabili potenziali entri in rapporto di causalità con questa e non con quella delle successioni di complessi determinati, la ragione cioè per la quale a un certo atto sussegua un certo movimento di attuazione - ad esempio, il processo di attuazione dallo stato di potenza del complesso determinabile che una volta conosciuto in atto chiamiamo mammiferinità e che abbraccia se non altro la viviparità e l’omotermia, ha a sua causalità effettrice la successione causatrice in atto dell’esistenza in genere, del’esistenza biologica in genere, dell’esistenza biologica automotrice in genere, dell’esistenza biologica automotrice

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articolantesi su uno scheletro interno in genere, e sembra non poter trovare analoga causalità effettrice in una successione di determinati in atto differente quale potrebbe essere ad esempio la catena i cui anelli siano l’esistenza in genere, l’esistenza biologica in genere, l’esistenza biologica vegetale in genere, ecc. -, non può essere data nel superstite platonismo della teoria aristotelica il quale è l’handicap e il limite della completa razionalità irraggiungibile dalla metafisica classica a base contemplativa. Ma questo qui non c’interessa. Quel che importa è che entro la linea di determinazione si danno delle successioni di intelligibili in atto che sono costituite da rapporti apodittici scavalcanti, per dir così, altri gruppi di intelligibili che entro la linea evolutiva rimangono allo stato potenziale, sicché il complesso totale della gerarchia scalare abbracciante tutti gli intelligibili dell’universo guardato dal piano latitudinale infimo si presenta come un insieme di corsi convergenti entro ciascuno dei quali si ha un’alternanza di gruppi intelligibili in atto intercalati da gruppi intelligibili potenziali, essendo l’alternanza non arbitraria o asimmetrica o aprospettica, bensì perfettamente ricca di una simmetria per la quale a un gruppo intelligibile attuale di un corso corrisponde il medesimo gruppo intelligibile ma in potenza in tutti gli altri; di conseguenza ai differenti livelli latitudinali si ha sempre l’intera e identica quantità di intelligibilità variante però da stallo a stallo in funzione di ciò che di potenziale o di attuale si è dato nell’intelligibile di ciascun stallo; essendo il complesso dei corsi intelligibili convergente, si avrà necessariamente che al punto di massima convergenza si avrà  il massimo di potenza, e al punto di massima divergenza si avrà il massimo di atto. D’altra parte, in riferimento a ciò che ci riguarda, gli intelligibili, che saranno molteplici non appena ci si diparte dal punto di massima convergenza, si presentano all’esame individuale come masse composite di intelligibili in atto divisi da intelligibili in potenza, e si presentano a un confronto reciproco come masse composite di intelligibili che in atto in questo corrispondo((no??)) a ciò che di potenza c’è in quello, sicché




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