Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 101 -150
    • 102
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 102 -


[pag.102 F1]

disgiuntivo il pensiero, posseduta la nozione di P→M e di M→S, segue il medesimo processo [P→M→S]→[P→S], in cui però il rapporto tra P ed M e tra M ed S sono identici solo formalmente e non materialmente come quelli che coincidono l’uno con un generico sovraordinato indefinito inerente a uno speciale subordinato indefinito, l’altro con un generico sovraordinato definito inerente a uno speciale subordinato definito; nel sillogismo disgiuntivo M è preso nella sua connotazione e insieme nella sua denotazione e quindi nella sua immanenza entro tutti gli intelligibili sottoordianti della sua classe. Se volessimo rappresentare intuitivamente i due differenti processi, potremmo valerci di questi due disegni, per il sillogismo in Barbara

 

 

 

[(leggi: freccia 1 verso P; freccia 2 verso S; freccia 3 verso M)]

 

 

[(leggi: freccia 2 verso A, freccia 3 verso S; freccia 1 verso M)]

 

Fra gli argomenti a sostegno della nostra affermazione ne scegliamo due a struttura indiretta: a) nelle lingue neolatine il termine designante un intelligibile generico se preceduto da articolo determinativo designa l’intelligibile nella sua generica connotazione fuori da immanenza in qualsiasi nozione sottoordinata e libera da funzione denotatrice oppure designa lo stesso intelligibile generico coincidente con uno dei suoi denotati, e in questo caso assegna al termine l’ulteriore funzione o autononomastica (??antonomastica??)) o definitoria nell’indeterminatezza; nel sillogismo disgiuntivo il vocabolo designante il medio è sempre usato o al singolare con articolo indeterminativo, nel qual caso l’intelligibile designato

[pag.102 F2]

è il generico in quanto però denotante l’intera classe dei sottoordinati e quindi dei denotati  attraverso l’indeterminatezza che entro esso ciascuno dei sottoordinati acquista in forza dell’indicazione pel genere, oppure al plurale con articolo determinativo, e in questo caso è indicata l’intera classe dei sottoordinati nella sua totalità; se l’intelligibile, che nel sillogismo disgiuntivo è medio e insieme ha funzione di soggetto della maggiore, fosse il genere avulso da qualsiasi funzione denotatrice e quindi considerato non come classe ma come individuale rappresentazione razionale, l’uso dell’articolo determinativo preposto al termine designante usato al singolare sarebbe legittimo e non dovrebbe suscitare nel parlante e nell’ascoltante quel senso di fastidio e quello sforzo di riadattamento di uno stato rappresentativo al complesso significativo improprio che invece di fatto desta e provoca: noi diciamo “un animale è vertebrato o invertebrato, l’uomo che è un animale è vertebrato (o non è invertebrato), l’uomo non è un invertebrato (o è un vertebrato) “, “ gli animali sono ecc. “; solo con fatica e con uno sforzo di rielaborazione dell’enunciato, al fine di adattarlo alle condizioni nozionali del pensiero, diciamo: “ l’animale è vertebrato o invertebrato, ecc. “; b) sia dato che il concetto-soggetto della maggiore abbia valore esclusivamente generico e sia rappresentazione non della classe degli intelligibili denotati ma della connotazione che questi hanno tutti in comune, astratta dal contesto delle connotazioni dei singoli individui della classe; ne viene che il sillogismo solo apparentemente si costruisce su una dialettica attraverso tre concetti, mentre di fatto la dialettica che lo tesse opera attraverso quattro concetti almeno: in altri termini, semplificando il sillogismo mediante una subordinazione dei concetti al concetto-medio puramente dicotomica, la formula “ M è o A o B, S è A (S non è B), S non è B (S è A) “, in cui M sia un genere privato di ogni sua funzione denotatrice, è il segno di un’operazione dialettica che rende equivalenti M ed S benché di fatto non lo siano, essendo M la rappresentazione in sé della ragione della classe ed essendo S la rappresentazione di uno dei membri della classe; non tenendo conto dell’obiezione che la premessa maggiore “ M è o A o B “ è priva di significato

[pag.102 F 3]

se M è segno dell’intelligibile assunto nella sua pura genericità, perché tale obiezione è, come vedremo condizionata a un certo modo di vedere le cose, resta il fatto che il rapporto tra M ed A-B non è lo stesso che intercorre tra S e i medesimi concetti, qualora si voglia attribuire ad M funzione esclusivamente generica e non denotatrice, e l’assenza di identità dei due rapporti, provata dal fatto che non si vede come M in quanto genere possa essere non B se è A o non-A se è B mentre S deve essere B se è non-A o A se è non B, se da un lato dimostra ulteriormente la diversità di M da S, dall’altro rende formalmente errato il sillogismo; qualora si voglia identificare S con un M che sia segno del genere in quanto ragione, in sé presa, della classe, l’unico sillogismo possibile è un categorico, del tipo, ad esempio, in Barbara (M è o A o B, S è M, S è o A o B); fuor di questo caso, una volta attribuita ad S la funzione di designare un intelligibile denotato da M, attorno ad S potrà costruirsi un sillogismo disgiuntivo alla condizione di fare di M il segno di un intelligibile denotato da M, il che se garantisce la validità del sillogismo in nome dell’uguaglianza S = M, dà al sillogismo la veste speciale che tutti i sillogismi hanno, ossia di strutture a due momenti cognitivi, il secondo dei quali non è che l’esplicitazione di quanto di implicito si dà nel primo: infatti, un sillogismo in generale non è soltanto l’equazione di due rapporti concepita sotto il punto di vista del suo risultato [(M è P, S è M, S è P) = (P: M:: M: S) = (M. M = S. P) = (M = S. P)], ma è pure lo svolgimento di quanto di implicito è contenuto nella premessa maggiore [(M è P)= la conoscenza intera di P nella sua connotazione, nella sua denotazione, nella sua causalità, nella sua effettività, riguarda la conoscenza intera di M, nella sua connotazione, nella sua denotazione, ecc.)], svolgimento che si ritrova in parte nella premessa minore [(S è M) = la denotazione di M comprende anche S] e in parte nella conclusione [(S è P)= la conoscenza intera di P nella sua connotazione ecc., riguarda S che non è che M]; nella premessa maggiore del sillogismo disgiuntivo

[pag.102  F 4]

esplicitamente si proclama la problematicità della denotazione del concetto -soggetto ad opera della connotazione di uno dei concetti del predicato e la necessità che la denotazione sia univoca ed esclusiva, ma insieme si riconosce implicitamente la necessità che la denotazione univoca ed esclusiva sia attuata e comporti quel che ogni denotazione comporta ossia che la conoscenza intera del denotante investa il denotato [(M è o A o B)=(M può essere A). (M può essere B). (M deve essere A e non B). M (deve essere B e non A) = la conoscenza di A nella sua connotazione, nella sua denotazione ecc., investe M nella sua connotazione, nella sua denotazione, ecc. e insieme e per conseguenza esclude un rapporto tra M nella sua connotazione ecc. e B nella sua connotazione ecc.; e viceversa ]; l’implicito riceve poi esplicitazione nella premessa minore [(S è A = S non è B)= (la conoscenza di A nella sua connotazione ecc. investe S)= (la conoscenza di B nella sua connotazione eecc. non riguarda S)] e nella conclusione [(S non è B) = (S è A)]; ma perché siffatta esplicitazione sia lecita occorre che S possa sostituire impunemente M, il che è lecito solo se M=S; ma S è un membro della classe di cui M è la ragione; perciò M deve essere preso come membro della classe avente a sua ragione M e non come ragione della classe. Se, dunque, un sillogismo disgiuntivo di forma tipica ha a premessa maggiore un giudizio disgiuntivo il cui concetto-soggetto designa indefinitamente un membro della classe avente a sua ragione il concetto-soggetto stesso, si deve affermare che il giudizio disgiuntivo in genere ha  a suo soggetto un concetto siffatto e che nel giudizio disgiuntivo il soggetto designa un subordinato al predicato o la classe dei subordinati al concetto sovraordinato che fa da predicato e non quel contrario rapporto che i logici pare continuino ad affermare: infatti, il giudizio disgiuntivo, in quanto giudizio, deve essere un ente intelligibile utilizzabile in un sillogismo e deve conservare, astrattamente preso, la struttura formale nella quale il sillogismo l’utilizza. Se dal punto di vista formale risulta essere la predicazione di una sussunzione indeterminata, la cui determinazione necessaria sarà atto di un processo successivo, alla totalità dei membri di




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License