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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag.116 F1] Z1 Z2...Zn predicabili a B1 -. La soluzione di questo problema, che è lecito chiamare della predicabilità intellettiva delle denotazioni, ha, come è logico, a sua condizione fondamentale la definizione del concetto di predicazione o, il che è lo stesso, di intellezione-intelligenza. Dal punto di vista materiale, la predicazione è sintesi di una molteplicità di concetti particolari analiticamente distinti sulla base di una loro reciproca eterogeneità, sintesi la cui dipendenza o funzione dalla particolarità dei concetti rimanda per la definizione alla sua formalità. Dal punto di vista formale, la predicazione è relazione tra una dualità di intelligibili analiticamente distinti per reciproca eterogeneità, relazione che da un lato consiste in una dialettica dell’attenzione cognitiva dal primo al secondo e dal secondo al primo, e dall’altro fonda se stessa su di una struttura determinata dei due concetti il cui modo è tale che l’uno dev’essere rappresentato in simultaneità con l’altro nonostante la loro eterogeneità: la simultaneità della rappresentazione e l’eterogeneità provocano la dialettica e quindi la relazione. La formalità strutturale è ragione della formalità relazionale od operativa e dev’essere perciò indagata e definita onde dalla conoscenza dei suoi modi derivi una conoscenza dei modi dell’altra: dal punto di vista strutturale, gli intelligibili avvinti in predicazione sono costituiti in modo tale che le connotazioni di entrambi sono o direttamente o indirettamente coincidenti, oppure hanno costituzione siffatta che le loro connotazioni non potranno mai coincidere né direttamente né indirettamente; abbiamo una coincidenza diretta delle due connotazioni nel caso che l’eterogeneità delle denotazioni sia formale e non materiale, nel senso che la connotazione dell’un intelligibile analiticamente spartita nelle sue denotazioni abbia il diritto di essere predicata ad una rappresentazione intelligibile identica nella sua struttura materiale alla rappresentazione che tollera la predicazione della connotazione dell’altro intelligibile pure analizzata nelle sue denotazioni: abbiamo il diritto di parlare di una coincidenza diretta quando una sola e medesima rappresentazione intelligibile assunta nella totalità delle sue denotazioni materiali ritrova in sé tutti gli intelligibili denotanti l’uno e l’altro degli intelligibili uniti in predicazione; è questo il caso della predicazione per identità materiale esplicita e per identità formale implicita [pag.116 F 2] sia data la rappresentazione intelligibile X, avente X1 X2 X3...Xn a denotanti materiali e X’1 X’2 X’3...X’n a denotanti formali, la predicazione di B ad A (A è B) ha una formalità strutturale che è coincidenza diretta delle due strutturazioni nel caso in cui sia lecito predicare sia A che B ad X in quanto denotato da X1 X2 X3...Xn; in nome della liceità di questa duplice predicazione, che si verifica sia nel caso che A ed X siano una sola e stessa rappresentazione, sia nel caso che A ed X siano nel rapporto di genere a specie, la identità delle strutture materiali delle connotazioni di A di B di X è esplicitamente evidente, mentre l’identità delle rispettive strutture formali è implicita nel senso che le denotazioni formali di A, nonostante la loro eterogeneità dalle denotazioni formali di B, entrano pur sempre in un rapporto necessario con queste e si pongono con queste in sintesi secondo una delle relazioni apodittiche che la ragione può rappresentarsi; siffatta coincidenza diretta, che pone un vincolo predicativo che può chiamarsi per identità materiale esplicita e per identità formale implicita, lo ritroviamo nelle equazioni funzionali quantitative in generale della matematica e nelle definizioni.La coincidenza indiretta delle due connotazioni connesse da predicazione ha luogo quando almeno uno dei due intelligibili viene a identificarsi con la totalità delle denotazioni materiali della rappresentazione con cui l’altro si identifica, solo però attraverso una serie di processi dialettici più o meno lunga attraverso gli intelligibili che sussunti sotto il primo pongono la continuità intelligibile fra il primo stesso e la rappresentazione assunta nella sua totale struttura materiale; la coincidenza indiretta, quindi, si dà di diritto ogniqualvolta una rappresentazione intelligibile viene a identificarsi con l’intero nucleo delle sue denotazioni materiali direttamente con l’uno degli intelligibili avvinti da predicazione e indirettamente, pel tramite di più o meno numerose sussunzioni, con l’altro, essa pone una predicazione che è per identità materiale implicita e per identità formale esplicita -sia data la rappresentazione X, con le denotazioni materiali X1 X2 X3...Xn e con le denotazioni formali X’1 X’2 X’3...X’n, la predicazione di B ad A (A è B) è fondata [pag.116 F3] su una struttura formale che è di coincidenza indiretta quando sia dato predicare ad X in quanto denotato da X1 X2 X3...Xn direttamente A e indirettamente B, il che si attua sia nel caso che A sia identico ad X sia nel caso che A sia genere di X; una volta posto siffatto rapporto, è evidente che B si identifica con una delle denotazioni X’1...X’n, precisamente con quella che fissa una delle rappresentazioni formali sotto cui l’intera connotazione materiale X1...Xn di X deve essere pensata, risultando così evidente ed esplicita l’identità formale tra X e B, mentre per ciò che riguarda la loro identità materiale è necessario per il pensiero operare la transizione dialettica degli intelligibili che determinano la sovraordinazione di B alla classe di X; per questo abbiamo il diritto di parlare di una identità immediata ed esplicita di predicazione per ciò che riguarda la predicazione di B alla forma di X e quindi alla forma di A, e di una identità mediata ed implicita di predicazione per ciò che riguarda la predicazione di B alla materia di X e quindi alla materia di A; tutti i rapporti predicativi categoriali, in cui il predicato sia un intelligibile formalmente predicabile dal pensiero con l’intelligibile formale della categoria, sono del tipo della struttura per coincidenza indiretta e pongono una predicazione per identità materiale implicita e per identità formale esplicita.- Tutti gli altri vincoli predicativi, ad esclusione dei due qui sopra analizzati, indagati nella struttura delle connotazioni degli intelligibili relazionati, rivelano che delle due connotazioni una sola si identifica con l’intera denotazione materiale di una rappresentazione, mentre l’altra si identifica con una parte dell’intera denotazione materiale della rappresentazione; non si ha quindi il diritto di parlare di nessuna coincidenza tra i due giacché la sfera di ontico razionale, materiale e formale, dell’uno è solo una porzione della sfera di ontico razionale, materiale e formale dell’altro; d’altra parte, siffatto rapporto delle due strutture, al tempo stesso che impedisce di identificare gli intelligibili predicati, consente dall’altro di unirli nonostante la loro apparente eterogeneità in un’unica contemplazione per la quale la distinzione per assenza di identità si annulla dinanzi alla loro composizione; questa formalità strutturale per assenza di coincidenza [pag.116 F4] pone un rapporto di predicazione per esplicita immanenza materiale e formale, corrispondente a quel rapporto di parte a tutto di cui più sopra abbiamo parlato. Se la formalità relazionale è in dipendenza dalla formalità strutturale, ai due differenti tipi di struttura corrisponderanno due differenti modi della forma relazionale della predicazione: la predicazione di identità fonda una dialettica che trova la sua ragione nell’identità della rappresentazione materiale cui gli intelligibili materiali si riferiscono, la predicazione di immanenza fonda una dialettica avente la sua ragione nel rapporto di parte a tutto che vincola l’intelligibile predicato alla rappresentazione materiale con cui l’intelligibile soggetto s’identifica. In parole più semplici, si danno casi di predicazione in cui la rappresentazione intelligibile predicata e o materialmente identica alla rappresentazione intelligibile cui la predicazione è riferita o identica a quella delle forme di questa che è valida per l’intera sua connotazione materiale; si danno invece casi di predicazione, in cui la rappresentazione intelligibile predicata è identica, sia nella materia che nella forma, a una sola parte della connotazione della rappresentazione intelligibile cui la predicazione è riferita; i primi casi rientrano nella classe delle predicazioni per identità, i secondi nella classe della predicazione per immanenza. E’ da dirsi anzitutto che, se la predicazione è riguardata sotto il punto di vista della sua verbalità verbale o espressiva, la uniformità di questa cela necessariamente per lo meno una ambiguità, non essendo quindi univoco il segno della copula; in secondo lugo che l’intellezione, come dipendente funzionale dalla struttura formale della predicazione, dipenderà, per la prima classe della predicazione, dal particolare modo di essere sotto cui un intelligibile è riguardato, modo che assunto esso pure ad intelligibile viene riferito allo stesso ed unico intelligibile già riguardato sotto differente punto di vista, mentre per la seconda classe delle predicazioni dipenderà dalla riduzione a molteplicità disgiunta di una delle denotazioni dell’intelligibile, molteplicità che, eretta ad intelligibile, viene riferita all’intelligibile stesso come al tutto che la comprende -
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