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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag.128 F1] genere e calante attraverso la nota generica nel seno dell’intelligibile di estrema sussunzione, partente l’altra dall’altra categoria e pervenute pel medio dalla ((della??)) nota specifica nel medesimo seno; il punto di vista qualitativo invece, assiepate le categorie in una semplice rappresentazione entro cui l’eterogeneità garantisce distinzione ai categoriali e l’unicità cognitiva giustifica la necessità della loro interdipendenza reale, una volta datosi il compito di utilizzare le categorie come fonti di intelligenza per tutte le nozioni sottoordinate, è tenuto anch’esso a predicare alla connotazione della nozione da rendersi intelligibile quella categoria che è ritrovata come genere di una delle note presenti nella connotazione, secondo un rapporto connotazione-categoria che è univoco e funzionale solo dialetticamente e operativamente, non strutturalmente e funzionalmente: in questo senso che, se è vero che la scelta delle categorie da utilizzare come predicati è preceduta dall’analisi di ciascuna delle note della connotazione, dal rilievo dato a quel che di supremamente generico si dà nella connotazione di ciascuna nota, nella predicazione del categoriale, come supremo generico, alla connotazione in funzione però del particolare rapporto di inerenza tra ogni categoria e la nota ad essa legittimamente sussunta, è altrettanto vero che, abbandonato il processo dialettico-operativo meramente iniziale, e ritrovate le varie categorie, la predicazione di ciascuna di esse alla connotazione non resta necessariamente vincolata né alla sua inerenza a quella certa nota né al rilievo che la concentrazione attentiva a questa attribuisce, ma si unisce, in forza dell’originaria simultaneità di rappresentazione sotto cui tutte le categorie son date, alle altre categorie predicabili, con un intreccio tanto più forte quanto più immediata è la loro interdipendenza reciproca, e assieme a queste fuoriesce dalla dipendenza funzionale dal rilievo operato dall’attenzione sulla nota direttamente sussuntale; strutturalmente, allora, la predicazione di una categoria alla connotazione di un intelligibile, sotto il nostro punto di vista, è immanenza immediatamente evidente in una delle denotazioni dell’intelligibile cui la predicazione è riferita, ed è immanenza tosto evidente nella denotazione generica se la categoria è principio di esistenza e di pensabilità delle altre, ed è insieme immanenza discorsivamente argomentabile in ciascuna delle altre denotazioni dello stesso intelligibile, mentre, relativamente al ministero di intelligenza della categoria, la categoria è genere astrattamente [pag.128 F2] esclusivo di tutte le note dell’intelligibile ad eccezione di quella che, sotto il punto di vista della categoria, è eretta a genere immediato dello stesso intelligibile (il qual genere immediato coincidenza col genere assoluto nel caso su detto di una categoria principio di esistenza delle altre ), ma è erigibile a genere onnicomprensivo di tutte le note dell’intelligibile; infine, la concomitante e simultanea predicazione, alla connotazione di un intelligibile inferiore, di due o più categorie l’una delle quali sia principio di esistenza e pensabilità delle altre, strutturalmente è immanenza di tutte entro la denotazione che relativamente alla connotazione è genere assoluto in quanto è principio di esistenza e di pensabilità delle altre, mentre, per quel che riguarda la forma dell’intelligenza, è erezione delle categorie a generi della denotazione che è immediatamente genere assoluto e primo entro la connotazione dell’intelligibile - essendo X l’intelligibile da predicarsi con le categorie ed essendo X1 X2....Xn le sue note, il cui ordine è da genere a differenza specifica, date le categorie A B...N, il criterio quantitativo-geometrico fissa tra la predicazione di A ad X, in funzione della sussunzione di X1 sotto A, e di C ad X, in funzione della sussunzione di X3 sotto C, un rapporto univoco e funzionale, per cui X è A solo in funzione dell’immanenza di X1 in A e del rapporto X1 è A, e X è C solo in funzione dell’immanenza di X3 in A e del rapporto X3 è X con le conseguenze a) che il rapporto X è A e X è C sono i segni di due rappresentazioni tali dei rapporti fra le strutture per cui rispettivamente è rappresentato immanente in X1 a sua volta rappresentato immanente in X e C è rappresentato immanente in X3 a sua volta rappresentato immanente in X, e insieme sono i segni di due rappresentazioni tali dei rapporti di intelligibilità fra le nozioni, per cui, rispettivamente, A è rappresentato come genere di X1 a sua volta rappresentato come genere di X e C è rappresentato come genere di X3 a sua volta rappresentato come genere di X, b) che il rapporto “X è A e C” è il segno di una rappresentazione delle strutture che disegna A immanente in X1, C immanente in X3, X1 e X3 simultaneamente immanenti in X, e insieme è il segno di una rappresentazione tale dei rapporti di intelligibilità che sovraordina ad X, fatta specie inferiore, i generi X1 e X3 e, al tempo stesso, sovraordina a X1 e a X3, come a sue specie, le categorie A e C, generi superiori a tutto, senza che alcuna unità sia data alle due serie discendenti all’infuori [pag.128 F3] del loro unificarsi nella comune connotazione di X; il criterio qualitativo, giunge ad affermare che X è A e che X è C, dopo aver ritrovato, rispettivamente, A immanente in X1 immanente in X e C immanente in X3 immanente in X, e, per questo, dopo aver preso consapevolezza che tra X, X1, A da un lato e dall’altro tra X, X3, C si dà una dipendenza da specie a genere; ma, per esso, né il giudizio X è A è segno di un’esclusiva immanenza di A in X1 e di X1 in X e di un’esclusiva sovraordinazione di genere a specie di A ad X1 e di X1 ad X, né il giudizio X è B è segno di corrispondenti immanenza e sovraordinazione altrettanto esclusive, giacché X è A esprime sia un’immanenza che è immediatamente evidente per A in X1 e per X1 in X, ma che è altrettanto presente, se pure da ritrovarsi dopo adatto discorso, per A in X2, X3...Xn e per X2, X3...Xn, sia una sovraordinazione di genere a specie che è tosto evidente da A a X1 e da X1 ad X, ma che esiste, e adatto discorso la scopre, da A a X2, X3....Xn, e da X2, X3,....Xn ad A, mentre X è B è il segno di una immanenza e di una sovraordinazione formalmente identiche, se pure materialmente diverse; di conseguenza, lo stesso criterio nel giudizio X è A e C vede, per ciò che riguarda le strutture, il segno della contemporanea immanenza di A e C sia nelle due denotazioni di X che sono specie immediatamente evidenti rispettivamente di A e di C sia in qualsivoglia altra denotazione, per ciò che riguarda la forma di intelligenza, il segno ((regno??)) della contemporanea sovraordinazione, col ministero di generi di A e C sia alle rispettive denotazioni che subito appaiono loro specie, sia a qualsiasi denotazione, sia in particolare alla denotazione che la prima operazione ha trovato essere specie di A -. Se ora ci poniamo dinanzi la rappresentazione dei rapporti di genere a specie in cui categorie, denotazioni, connotazione della nozione da rendere intelligibile con il ricorso alle categorie, si pongono quando il pensiero le pensa come principi, le une per le altre, di intelligibilità, risulta che la differenza profonda fra la forma che il criterio quantitativo assegna alla rappresentazione e la forma che a questa assegna il criterio qualitativo, è il sintomo intuibile di un aspetto non completamente definito e, almeno di primo acchito, aporetico che l’ordine formale della rappresentazione qualitativa racchiude in sé: la sovraordinazione delle due categorie, come generi, alla denotazione generica e la sovraordinazione di questa, come genere, all’intera connotazione della nozione da fondare nell’intelligibilità appare giustificata nel suo principio, nella necessità cioè di [pag.128 F4] pensare con un’unica rappresentazione l’una e l’altra categoria, ma non si mostra legittima quando, per il capovolgimento del processo dialettico, si prenda in considerazione il medesimo ordine, in quanto però subordinazione della connotazione alla denotante e di queste alle categorie, giacché qui dovrebbe esser data l’immanenza dei due sussumenti sia nel sussunto medio che nel sussunto infimo, in riferimento però alla sola immanenza del sussunto medio; ma per quel che sopra abbiam detto che le due categorie sono sovraordinate al loro sussunto diretto l’una in forza della sua inerenza in atto entro la denotazione generica di questo, l’altra solo in funzione dell’inscindibile nesso tra le due categorie, dall’analisi del sussunto diretto o medio non risultano ragioni sufficienti a legittimare una sussunzione di tutta la sua connotazione sotto le due categorie la quale astragga dalla porzione specifica la porzione generica e concentri tutta l’energia attentiva su questa - sia il concetto da intelligere X con le denotanti X1 X2 X3 delle quali X3 sia specifica di X2 e X2 specifica di X1 e per le quali sian date le categorie A immanente in X1 e B immanente in X2 e X3; la serie discendente, quantitativamente fissata, A genere di X1 -X2, in quanto immanente in X1, e genere anche di X pel medio della sua specie X1 - X2, è parallela alla serie B genere di X1-X2, in quanto immanente in X2, e genere di X pel medio della sua specie X1-X2; la stessa serie, qualitativamente definita, è A-B generi di X1 - X2, per l’immanenza di A in X1 e per l’inscindibile nesso di B con A, e generi di X per la loro immanenza nella loro specie X1 -X2 genere di X; in questo caso, la legittimità della sussunzione di X sotto X1 -X2 è data dal rapporto di parte a tutto fra il secondo e il primo, ma la legittimità delle sussunzioni di X sotto X1 -X2 e sotto A - B, non pare essere data da identico rapporto, in quanto l’intuizione coglie il rapporto di parte a tutto tra A e X1, ma non tra A e B da un lato e X1 dall’altro, sicché quell’intuita unità inscindibile tra A e B compare solo al livello supremo delle categorie e non si ripete al livello delle specie, le quali quindi non danno o non paiono dare ragione di essere sussunte sotto un binomio che poi non verificano immanente là dove l’immanenza dovrebbe esser verificata; il che è quanto intende sottolineare la logica aristotelica quando si rifiuta di sussumenre X1 - X2 sotto B in forza della mera denotazione di X1 e sotto A relativamente alla nota X2 e quando acconsente di sussumere Xl - X2 sotto A e B alla condizione che A sia discretamente giustapposto a B;
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