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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 101 -150
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da un intelligibile, di tutti i rapporti formali in cui al pensiero di condizione umana é lecito porre ciascuna immagine con ciascuno degli intelligibili noti e rapportabili all’immagine, la sussunzione dell’intelligibile genere sotto il complesso categoriale è qualitativamente e quantitativamente identica alla sussunzione  sotto le stesse categorie dell’intelligibile specie, mentre le immagini pensate pel medio dell’intelligibile genere esauriscono una parte dei rapporti formali tra ognuno di essi e ogni intelligibile rapportabile la quale è inferiore al numero degli identici rapporti formali esauriti dalle immagini poste dall’intelligibile specie, donde viene che, se materialmente permane il rapporto inverso tra comprensione ed estensione, formalmente le comprensioni  permangono identiche ad entrambi i livelli e vien meno una variazione costante  nei rapporti tra comprensione ed estensione - il fatto che le connotazioni X1 X2 X3...Xn dell’intelligibile X e Y1 Y2 Y3....Yn dell’intelligibile Y siano tali che X1 = Y1, X2 = Y 2... Xn = Yn-1, e che X2 (=Y2) sia denotazione specifica di X1 (=Y1)((??=Y2??)), ecc. e Yn sia denotazione specifica di Y1....Yn-1 (= X1...Xn), pone X e Y nel rapporto di genere a specie e stabilisce una relazione inversa tra la comprensione di e l’estensione di X e di Y, le quali verificano per X una differenza quantitativa che è l’inverso di quella che si dà per Y; dal punto di vista aristotelico, segnate la ((le??))quantità della comprensione di X e di Y rispettivamente con x e con y e la quantità dell’estensione di X e d Y rispettivamente con x’ e y’, abbiamo che x(<y): y (>x) ≠ x’ (>y’): y’ (<x’); dal punto di vista platonico, segnate con x, x’, y, y’ rispettivamente  le stesse quantità e con n, x’’, y’’ rispettivamente la quantità di tutto l’intelligibile in generale, la quantità della specie cogenere di X e la quantità della specie cogenere di Y, abbiamo che x [=1= (n-x’’)]: y [=1 = (n-x’’-y’’)] ≠ x’: y’; dal punto di vista qualitativo, aggiunti ai precedenti  segni di a1 a 2 a 3....an, b1 b2 b3...bn ad indicare rispettivamente  i rapporti

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formali in cui le note di X si pongono con quelli tra gli intelligibili dati con cui possono rapportarsi e i rapporti formali sussistenti tra le note di Y e gli intelligibili ad esse rapportabili, abbiamo x=y nel caso che x e y siano calcolate come somme delle sussunzioni di X1...Xn e di Y1...Yn sotto le categorie sotto cui è lecito sussumerli, mentre si dà x ≠ y, essendo la diversità di x da y uguale a quella posta dall’interpretazione aristotelica, se x e y sono calcolati sulla base delle uguaglianze X2 =a1, X3 =a 2...Xn = an e Y2 = b1, Y3 =b2....Yn = bn; l’intelligibile organismo, connotato dalle note di 1)individuale e di 2) protoplasmatico, e l’intelligibile autotrofo, connotato dalle note di I)individuale, di II) protoplasmatico e di III) fotosintetico, data l’evidente identità delle note 1) e I), 2) e II) sono in rapporto di genere a specie; le loro comprensioni, dal punto di vista aristotelico, essendo nel rapporto di 2 a 3 (n a  n+ 1), stanno in relazione inversa alle loro estensioni che sono nel rapporto di n+ 1 a n, mentre dal punto di vista platonico stanno in un rapporto di 1 a 1 che, nonostante le differenze qualitative delle due unità, non equivale  al rapporto delle due estensioni che è sempre di n+1 a n; dal punto di vista qualitativo, considerando le due comprensioni costituite dal numero dei rapporti di intelligibilità che son posti dalla sussunzione delle note sotto le categorie di tipo aristotelico di sostanza, qualità, relazione, o sotto le categorie  kantiane di sostanza e di causa, le loro quantità risultano totalmente identiche, e totalmente diverse risultano  le loro estensioni, in quanto la somma di intelligibilità  in quanto liceità di sussunzione che dall’organismo piove su tutti gli intelligibili che sotto di esso possono sussumersi risulta costantemente inferiore a quella procurata dall’autotrofo, sicché volendo fissare  un modulo per il rapporto  tra comprensione ed estensione, l’unico possibile è 1: y, n cui y è variabile per diminuzione, modulo progressivo quindi che non ripete né l’aristotelico x: y, in cui x varia di una quantità crescente o decrescente a seconda che y simultaneamente vari di una quantità decrescente o crescente, né il platonico 1: y, in cui però di contro a un y di diminuzione progressiva  si dà un 1 che ripete se stesso solo formalmente, non materialmente; solo le comprensioni sono riguardate  dal punto di vista della esaustione da parte delle note dei rapporti formali in cui esse si pongono con altri intelligibili, la comprensione dell’organismo risulta più povera come

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quella che dei tre rapporti formali in cui il protoplasmatico si pone, in quanto assimilante con metabolismo, con gli altri intelligibili ad esso rapportabili limitatamente a questa sua denotante  - rapporto formale assimilante - omogeneo, rapporto formale assimilante-eterogeneo, rapporto formale assimilante-omo- ed eterogeneo -, non ne esaurisce nessuno, non offrendo nessuna immagine che sia materia per uno dei tre, mentre la comprensione dell’autotrofo, che offre materia per uno dei tre rapporti formali, risulta più ricca, e con ciò ripristina il rapporto fra le comprensioni e le estensioni  x: y, di tipo aristotelico -; la sussunzione in progressione dialettica della specie sotto il genere e della specie e del genere sotto i generi sommi perde in genere il carattere di derivazione per divergenza che è il suo modo peculiare nelle teorie aristotelica e platonica intorno alla generale forma logica, e, se, estromettendo l’irreversibile impoverimento proprio di quest’ultima, conserva dell’altra la tendenza a ricostituire in tanto maggior misura la pienezza dell’essere originario quanto più i livelli di intelligibilità  si accostano al piano delle specie infime, presenta l’aspetto nuovo di un’unica canalizzazione di derivazione lungo la quale è lecito ascendere e discendere senza che alcuna modificazione di intelligibilità formale si instauri ad ogni livello ad impedire l’equivalenza formale di esso con l’antecedente e il susseguente, riducendosi le differenze fra livello e livello  a una maggiore e minore ricchezza materiale o integrità rappresentativa in funzione della minore o maggiore vicinanza alle sorgenti dell’intelligenza: se la teoria platonica dalla pienezza dell’ontico intelligibile per eccellenza trae per derivazione scismatica una coppia di canali destinanti a sfociare ciascuno in un ontico intelligibile, inferiore  di valore perché più povero di essere, dal quale si bipartono due ulteriori canali, e così via, sicché il movimento discensivo provoca una dialettica, di progressiva estromissione di ontità intelligibile, che nessuna dialettica contraria riesce a riparare, se la teoria aristotelica dalla pienezza dell’ontico intelligibile primo conduce per derivazioni canali di intelligibilità divaricanti nelle dieci categorie, da ciascuna delle quali cala un canale di intelligibilità che scende fino alle specie infime in parallelo con i canali delle altre, sicché un intelligibile  accoglie  tanto più di intelligibilità quanto più numerosi sono i canali che la sua comprensione taglia, e quanto meno numerosi sono i canali che la sua comprensione non interseca  fino a giungere alla specie infima che dovrebbe tagliarli  tutti ricostituendo in sé, sa pure con la discrezione delle suddivisioni parallele, la pienezza intelligibile originaria, con la conseguenza che la dialettica di

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ascesa e di discesa  sostanzialmente non modifica la quantità e la qualità dell’intelligibile originario se non nei gradi intermedi fra il sommo e l’infimo, la teoria qualitativa pone un unico canale di derivazione dall’essere a una specie infima destinato a vedere le sue sponde  divaricare via via che scende  non per accogliere ulteriori modi essenziali di intelligibilità, ma per completare  materialmente  le deficienze materiali esistenti nell’uniforme forma sovrastante; (nota a matita dell’autore:” Riprendere tutte le osservazioni dal punto di vista della logica delle classi “) infine, il rapporto di inerenza del genere nella specie che da un punto di vista  è di interpretarsi come rapporto di contenenza ossia di parte a tutto o di tutto a parte, mentre da altro punto di vista è da concepirsi come ripetizione di uno stesso ontico  a differenti livelli e come particolare stato dell’intelligibile ad un livello e particolare altro suo stato ad altro livello, depone la forma che gli è tipica nelle teorie aristotelica e platonica e assume un modo totalmente nuovo: per l’interpretazione platonica la specie inerisce  nel genere, ossia nell’ontico in sé e per il pensiero ripete in se stessa  nel genere  e fuor del genere in se stessa, secondo una ripetizione che non è equivalenza  se non formale, sicché il rapporto di contenenza è reciproco nel senso che la specie contiene il genere limitatamente  all’intelligibile di questo cui è lecito sussistere indipendentemente da alcuni complementi materiali, e il genere contiene  la specie in quanto indifferentemente omogeneizzata al generico e al cogenerico - i rapporti di struttura che, da un punto di vista platonico, connettono l’intelligibile organismo alla sua specie del procariota o schizobio, cogenere dell’eucariota o gametobio, è un rapporto di inerenza biunivoco, nel senso che l’intelligibile del procariota, in sé e nel pensiero, ripete se stesso al proprio livello e al livello del suo genere e insieme immane come parte a tutto nel genere, in quanto però annullanti la propria nota della riproduzione gametica nell’omogeneità della riproduzione in genere entro cui  ha trovato annullamento per omogeneizzazione la nota  contraria della riproduzione per scissione, e ha immanente come una parte in un tutto, l’organismo limitatamente, tuttavia, alla mera riproducibilità privata della facoltà della scissione -; per l’interpretazione aristotelica l’inerenza del genere nella specie è univoca e se dal punto di vista dell’ontico in sé è inesistente una ripetizione del generico al proprio livello e al livello della propria specie ed è data solo la sua immanenza come parte nel tutto entro la sua specie, dal punto di vista del pensiero permane siffatta immanenza accompagnata da ripetizione -per la teoria aristotelica, l’organismo immane nel procariota senza liceità di ripetizione




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