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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 2 (152 f.1-2)] il polisillogismo è un apodittico e un naturale per il pensiero di condizione umana e solo secondariamente e artificialmente si fa strumento contingente e ricercato quando si esiga per un giudizio quella dimostrazione i cui antecedenti necessari o non godono della consapevolezza loro donata dall'attenzione prestata dal pensiero a tutti i suoi atti o non sono stati attuati per questo o quel motivo-l'apoditticità della simultaneità dei cinque atti naturali viene a cadere ogni volta che l'atto che tutti li condiziona, l'analisi della connotazione dell'intelligibile rappresentato, o non è totale o non è legittimo o non è ossequiente alle norme che lo regolano o si verifica senza connessioni con altri atti di analisi di altri intelligibili da cui sia stata resa nota l'immanenza in altre connotazioni delle stesse connotanti ritrovate entro la connotazione dell'intelligibile attualmente analizzato -; il polisillogismo, dunque, è un necessario non tanto in vista di una dimostrazione quanto in forza della naturale dialettica del pensiero umano, e appunto in forza di questa naturale sua apoditticità le sue strutture sono necessitate, nel senso che traggono la loro uniforme e costante forma dall'analisi di un intelligibile e dai dati che l'attenzione del pensiero ha elettivamente rilevato di mezzo alla totalità delle conoscenze che l'analisi stessa ha offerto, con la conseguenza che il rapporto che lega il polisillogismo all'episillogismo non è né in funzione, libera o arbitraria e indefinita, della volontà del pensiero di dimostrare la conclusione di un sillogismo pel medio della dimostrazione o della premessa minore o della premessa maggiore da cui la conclusione scaturisce, né in funzione di una univoca e unilaterale forza dimostrativa del prosillogismo nei riguardi di questa e non di quella delle due premesse la cui illazione attende ulteriore conferma dal prosillogismo stesso, né tanto meno il prosillogismo è una sorta di lusso che il pensiero abbia a sua disposizione; poiché un polisillogismo è un atto del pensiero che automaticamente si dà secondo una sua inafferrabile struttura formale in funzione sia della totalità dell'analisi compiuta su di un intelligibile sia del rilievo dato ai risultati dell'analisi, la struttura formale di un prosillogismo in genere sarà costantemente e uniformemente necessitata dalla struttura dell'episillogismo e viceversa, in quanto i due sono di fatto un'unica dialettica, con la conseguenza 1) che a una certa struttura di un prosillogismo conseguirà apoditticamente la funzione o di premessa maggiore o di premessa minore della sua conclusione nel corpo dell'episillogismo e una certa struttura di un episillogismo porrà apoditticamente a conclusione del prosillogismo o la premessa maggiore o la premessa minore,2) che è lecito definire il polisillogismo non già uno strumento di dimostrazione o solo della premessa maggiore di un sillogismo o solo della premessa minore del medesimo, ma una struttura formale di sillogismi l'uno dei quali deve apoditticamente offrire la propria conclusione a premessa maggiore o a premessa minore dell'altro a seconda dei rapporti di inerenza in cui i quattro concetti utilizzati dai due sillogismi giacciono reciprocamente, 3) che, qualora si abbandoni il piano dalla dialettica naturale e ateleologica per portarsi su quello teleologico e finalistico in cui il polisillogismo o è mero strumento [pag 3;152 f2-3] o in vista della dimostrazione di un certo giudizio o in vista dell'ordinamento gerarchico di più intelligibili, si deve partire da un certo giudizio per costruirvi sopra un sillogismo la cui peculiare relazione inerenziale degli intelligibili utilizzati pone apoditticamente a prosillogismo o un sillogismo la cui illazione è e non può non essere ed è soltanto premessa maggiore del sillogismo costruito o un sillogismo la cui illazione è e non può non essere ed è soltanto premessa minore del sillogismo costruito; poiché modi differenti di elaborare gli intelligibili si danno a seconda che il fine da perseguire pel medio del polisillogismo sia la dimostrazione di un giudizio o la gerarchizzazione di un gruppo di intelligibili, tutti connotanti di un'unica connotazione unitaria, e poiché quel che qui mi preme è un certo carattere generale del polisillogismo in sé, indipendentemente dalle sue conseguenze automatiche erette a fini, considero il polisillogismo unicamente in vista della dimostrazione di un giudizio che esso è atto a procurare;è lecito, allora, cominciare a sbarazzare la nozione di polisillogismo da certe connotanti che pretendono di essere sue condizioni o norme regolatrici assolute: in primo luogo polisillogismo non è solo un nesso di due sillogismi di cui l'illazione del primo è premessa maggiore del secondo, perché, ad esempio, nel caso di un sillogismo avente a P un genere sommo predicato nella premessa maggiore secondo un giudizio categorico universale all'intelligibile immediatamente sottordinato che come medio venga predicato nella minore ad S, oppure nel caso di un sillogismo il cui P sia attribuito nella maggiore, secondo un giudizio categorico universale all'intelligibile immediatamente sottoordinato, ripreso come M nella minore, il prosillogismo potrebbe avere a sua illazione il giudizio categorico universale che fa da maggiore nel sillogismo sottoordinato solo alla condizione di erigersi a sillogismo meramente apparente, come quello che dovrebbe assumere a M la connotazione totale di P, ma articolata nelle sue connotanti, ritrovate nel loro ordine e nella loro completezza nella connotazione di S, sicché l'illazione non farebbe altro che ripetere quanto è detto nelle premesse e non ne sarebbe la conclusione; donde si conclude che per il prosillogismo è lecito e non apodittico offrire all'episillogismo la propria illazione come premessa maggiore; d'altra parte, se è dato un sillogismo il cui P è attribuito con funzioni di genere sommo all'intelligibile immediatamente sottoordinato, il quale a sua volta come medio sia attribuito a una delle specie infime sottoordinate al genere sommo, il prosillogismo che offrisse la sua illazione a maggiore del sillogismo dato, dimostrerebbe l'immanenza del suo P nel suo S, ma non l'immanenza del suo S nell' S del sillogismo dato, il che è quanto appunto deve darsi apodittico per aversi l'immanenza del P del prosillogismo nell' S del sillogismo dato, donde si inferisce che un sillogismo siffatto rimanda a un prosillogismo la cui illazione gli faccia da premessa minore;
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