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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 9 (154 f 1-2)] e indicata sotto il punto di vista della sua connotante specifica necessaria e a predicato la medesima connotazione contemplata e indicata sotto il punto di vista dell'intera serie delle connotanti che le ineriscono e nella cui premessa minore il soggetto è la connotazione cui inerisce come generico la connotazione contemplata sotto il punto di vista della sua connotante specifica e predicata da questa, oppure è un enunciato verbale che solo nella forma espressiva e linguistica ricalca la struttura di un sillogismo categorico in Barbara, mentre di fatto è l'indice di un sillogismo ipotetico la cui premessa maggiore ha a soggetto la connotante specifica necessaria e a predicato la connotazione integra di cui l'intelligibile soggetto è specifico necessario, e con ciò esprime la necessità di rappresentare i due intelligibili in un rapporto di coesistenza necessaria, la cui premessa minore afferma l'immanenza della connotante specifica necessaria nella connotazione del soggetto del prosillogismo, e alla cui conclusione non resta che affermare l'immanenza nella stessa connotazione delle connotanti generiche su cui la specifica s'articola necessariamente - lo stesso prosillogismo, considerato dal punto di vista quantitativo, come un sottoordinato al dictum de omni nella sua formulazione aristotelico-scolastica, o è una tautologia, in quanto pone l'identità delle funzioni di sussunzione sotto un generico, o l'identità dell'immanenza nell'estensione di un generico, di due specifici o di due estensioni, quella del soggetto della maggiore e quella del suo predicato, e la sussunzione sotto l'unico generico o immanenza nell'unica estensione di uno specifico o di un'estensione, quella del soggetto della minore, o una forma di sillogismo categorico che è tale solo per l'espressione verbale, la quale però di fatto rimanda a un sillogismo ipotetico, che, una volta stabilito nella sua maggiore come conseguenza dell'esistenza di un intelligibile la necessaria conseguenza della sua simultanea coesistenza con un intelligibile riguardato sotto altro punto di vista, deve concludere dall'ontica sussunzione sotto il primo intelligibile di un altro intelligibile, il soggetto della minore, l'apodittica sua sussunzione sotto siffatto intelligibile -, in secondo luogo il prosillogismo pone se stesso come termine primo e invalicabile del discorso, come quello che in realtà è un atto di analisi il quale come dimostrazione della propria validità e legittimità non può addurre altro se non la verifica per altra strada delle sue conseguenze - sia il sillogismo B G: B è A, C è B, C è A, di cui A è connotante generica assoluta di B e quindi di C, specie infima o specie non infima di A come quella in cui B immane come connotante generica relativa; sia dato un prosillogismo la cui conclusione sia C è B, premessa minore dell'episillogismo; il prosillogismo, in quanto sussunto sotto il dictum de omni in formulazione kantiana, deve essere in Barbara, essendo il giudizio "C è B" un AG, deve avere C a soggetto della minore e B a predicato della maggiore; di qui, poiché non è lecito assumere a medio un intelligibile che sia inerente nella connotazione del soggetto e nella cui connotazione inerisca il predicato, l'unico medio lecito sarà un D in cui B immanga;
[pag.10 (154 F 2/3)] ma B immane immediatamente in C; e allora non resta che assumere un D che immanga in C e che instauri un rapporto di predicazione lecito con B, il che può esser fatto accogliendo la connotazione di B riguardata sotto un punto di vista diverso da quello sotto cui la si è considerata quando la si è denominata D, il che è lecito solo riguardandola nella sua connotante specifica necessaria; si darà allora il prosillogismo D è B, C è D, C è B in cui C è B è conclusione dimostrata e insieme premessa minore dell'episillogismo, ma B = D e quindi il prosillogismo è una tautologia; allo stesso risultato si perviene assumendo il prosillogismo D è B, C è D, C è B, in cui C = D, sotto il dictum de omni in formulazione estensivo-quantitativa; è lecito, invece, considerare il prosillogismo come una semplice enunciazione verbale di un polisillogismo ipotetico: se D è, è B, C è D, C è B, in cui la connotante specifica D immanente in C è affermata con la sua supposta esistenza ragione del pensamento necessario della connotante generica B in forza della connessione apodittica che lega B a D, il che, riguardato dal punto di vista della formulazione quantitativa del dictum de omni, suona che la supposta esistenza di una connotazione in cui inerisca la connotante specifica D è ragione della necessaria sua sussunzione sotto l'intelligibile B in forza del nesso apodittico dal tutto alla sua parte necessaria che connette B a D, e che quindi l'ontica esistenza di siffatta connotazione in C pone l'ontica sua sussunzione sotto B; d'altra parte, il sillogismo ipotetico non è che la rappresentazione dell'analisi di C e del risultato conseguente dell'inerenza di B in C, analisi e risultato che nessun ulteriore discorso può convalidare, se non investendo alcune o tutte le sue conseguenze, sicché il prosillogismo ipotetico è destinato a non articolarsi su di nessun altro prosillogismo materiato dagli stessi concetti -; VIII) prendendo in considerazione il caso, anche se contraddittorio allo schema del primo sito che fra il soggetto e il medio non intercorre un rapporto di inerenza immediata, il caso cioé che il soggetto non sia la connotazione in cui il predicato immane come generico definito immediatamente dallo specifico, qualora si pretenda articolare su di un prosillogismo della cui illazione faccia la propria premessa minore, il prosillogismo in Barbara con predicato costituito da una connotante generica relativa si costruirà attraverso il medio che inerisca nella connotazione del soggetto e che contenga nella propria connotazione il predicato, e si articolerà su tanti prosillogismi sovraordinati quanti sono gli intelligibili che possono intervenire tra il soggetto e il predicato con le stesse funzioni del medio del primo prosillogismo, ma sia in questo caso che in quello immediatamente precedente il polisillogismo affida la validità della premessa maggiore del sillogismo di partenza e quindi la validità della sua conclusione all'atto immediato dell'analisi non alla funzione dimostrativa ed argomentativa della serie sillogistica; [pag 11 (154 f3/4)] il secondo tipo di sillogismo BG, in cui P sia connotante generica relativa di M e quindi di S, sottostà a tutte le condizioni formali già conosciute per il primo tipo, e precisamente I) che è legittima la sua articolazione su di un episillogismo cui offra la propria conclusione come premessa maggiore, e su di un prosillogismo dal quale riprenda la conclusione come propria premessa maggiore, purché rispettivamente il suo S non sia specie infima del suo P e il suo M non sia specie immediatamente sussunta sotto P; II) che, componendosi in un polisillogismo con un episillogismo la cui premessa maggiore sia l'illazione del prosillogismo, qualora il soggetto di questa premessa maggiore non sia specie infima del suo predicato, l'episillogismo o è in Barbara e ha il soggetto della maggiore a predicato della minore e a medio dell'intera dialettica, nel qual caso offre la nozione certa ed utile dell'immanenza del suo predicato nel suo soggetto grazie all'immanenza del predicato nei due medi, o è in Darapti e in Camestres, essendo suo medio rispettivamente il soggetto o il predicato della maggiore, nel qual caso le conoscenze offerte dal polisillogismo sono superflue perché o tratte per subalternazione da una delle altre nozioni del polisillogismo o corollari di una di queste, mentre, se il soggetto della premessa maggiore dell'episillogismo è specie infima del predicato, vien meno la liceità della struttura in Barbara utile e certa ai fini del conoscere, e restano le altre due strutture superflue; III)che, qualora l'illazione del sillogismo di partenza si faccia premessa minore dell'episillogismo, indipendentemente dal rapporto immediato o mediato che connette il predicato al soggetto del giudizio come genere a specie, le strutture in Cesare o in Darapti dell'episillogismo - la prima quando il predicato della minore sia ripetuto come predicato della maggiore, e quindi come medio del sillogismo, e negato di un intelligibile che è soggetto della maggiore e predicato del sillogismo; la seconda se il soggetto della minore è soggetto della maggiore e medio del sillogismo che conclude in un giudizio particolare affermativo - sono superflue e non fanno conoscere nulla di più di quanto già rende noto la serie polisillogistica, mentre la struttura in Barbara dell'episillogismo - questa si dà attribuendo al predicato della minore la funzione di soggetto nella maggiore e di medio nel sillogismo - è legittima in forza della predicazione al medio e al soggetto dell'episillogismo di una connotante generica la quale immane come inerente nella connotazione del predicato del sillogismo di partenza che è prosillogismo del polisillogismo, nel qual caso, se è vero che la rappresentazione totale risultante dal polisillogismo è certa ed utile in quanto amplia i limiti entro cui il sillogismo di partenza chiudeva la conoscenza, è altrettanto vero che viene sconvolto l'ordine secondo il quale si è verificata la dialettica del pensiero,
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