Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 151 - 200
    • 158-159
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 24 -


[pag 24 (158 F 4 / 159 F 1)]

3) il terzo tipo ha nella sua formula come P la connotante generica assoluta di M e quindi di S in cui P immane come una delle note specifiche necessarie, come S la specie infima di P in quanto specie infima del genere nella cui comprensione P immane come nota specifica necessaria a funzioni di differenza specifica, come M la connotante generica relativa immediatamente sottoordinata a P - ad esempio: il costante e uniforme è razionale, Socrate è costante ed uniforme, Socrate è razionale -; si considerano ancora del terzo tipo un sillogismo che ripete la struttura formale del precedente, ma assume ad S un intelligibile che non è specie infima di P- ad esempio: il costante e uniforme è razionale, l'uomo è costante e uniforme, l'uomo è razionale- e un sillogismo che abbia la stessa struttura formale, ma ponga ad M la connotante generica che è genere immediatamente sovraordinato alla nota specifica necessaria e ad S l'intelligibile in cui lo specifico necessario immane come differenza specifica, o una sua specie infima oppure non -ad es. il generatore è causa, l'uomo è generatore, l'uomo è causa-; 4)il quarto tipo ha nella sua formula come P una connotante generica relativa della nota specifica necessaria, come M la nota specifica necessaria, come S o l'intelligibile di cui la nota specifica necessaria è differenza specifica, o una sua specie infima oppur non _ ad es.: il viviparo è generatore, il mammifero è viviparo, il mammifero è generatore;5)il quinto tipo coinvolge nella sua formula un P che è la nota generica assoluta immanente nella comprensione della nota specifica necessaria, un M che non è la nota specifica necessaria e che quindi dev’essere una sua connotante generica relativa, un S che è uno degli intelligibili nella cui comprensione immane come nota lo specifico necessario; nel primo tipo del sillogismo BS relativo è lecito porre i seguenti casi: I) si pone che abbia ad S la specie infima di P: in primo luogo non s'articola o legittimamente o costruttivamente su di un episillogismo, che ne riprenda la conclusione e ne faccia la propria premessa maggiore, perché se il soggetto della premessa maggiore deve essere medio dell'episillogismo con funzioni di predicato della minore, onde l'episillogismo conservi lo stesso modo del suo prosillogismo, l'episillogismo non è in grado di darsi un soggetto, mentre, se il predicato della premessa maggiore si pone a predicato della minore negativa e a medio dell'episillogismo, o se il soggetto della premessa maggiore si pone a soggetto della minore e a medio dell'episillogismo, le conclusioni dei due sillogismi, rispettivamente in Camestres e in Darapti, offrono rappresentazioni delle quali la prima è apoditticamente vincolata per la sua validità al raziocinio di cui fa parte ma è secondaria e sussidiaria per particolari stati o scopi dal conoscere e insieme sposta la dialettica ad abbracciare un intelligibile la cui immanenza entro la sfera del moto dialettico è contingente e relativa, e la seconda trae benissimo la validità propria per una semplice dialettica immediata di subalternazione da giudizi costitutivi di altri polisillogismi e quindi non trova affatto la sua ragione necessaria nel polisillogismo di cui fa parte; alle medesime affermazioni si giunge quando si consideri l'articolazione del sillogismo di partenza su di un episillogismo che ne ripeta la conclusione nella propria premessa minore; in secondo luogo, se s'articola su di un prosillogismo cui ceda la propria premessa minore a conclusione, questa, come giudizio A S, entra in un sillogismo in Barbara che a medio tra il soggetto e il predicato non ha diritto di porre se non un intelligibile la cui connotazione inerisca nella comprensione del soggetto e accolga come inerente il predicato, intelligibile che deve essere o l'intera connotante specifica necessaria predicata al soggetto nella conclusione, ma rappresentata con una concentrazione dell'attenzione


- 25 -


[pag 25 (158 F 4 / 159 F 1)]

su di una sua connotante generica o relativa o assoluta e indicata col termine designante quest'ultima, oppure la connotante generica che inerisce nel soggetto e in cui la connotante specifica è inerente: ora, se il medio è la connotante specifica necessaria, il sillogismo in Barbara o offende la legge della triplicità dei termini, conservando solo apparentemente una legittimità formale, in forza dell'appuntarsi dell'attenzione su una sola componente dell'intera comprensione e in forza della designazione di questa mediante il termine dell'altra, e offendendola di diritto e di fatto in forza dell'identità che viene a stabilirsi tra il soggetto e il predicato della premessa maggiore, o si riduce alla mera formulazione linguistica del modo categorico in Barbara che di fatto e di diritto è un sillogismo ipotetico, il quale da un lato rileva la immanenza di un intelligibile nel soggetto del prosillogismo, dall'altro definisce la necessità dell'esistenza del predicato del prosillogismo come apodittica conseguenza della supposta esistenza di siffatto intelligibile in generale, grazie al nesso necessario che vincola l'intelligibile al predicato come una connotante generica alla connotante specifica che su di essa s'articola, e dalle due affermazioni necessariamente deduce l'immanenza del predicato nel soggetto; ma, anche se in quest'ultimo caso l'offesa alla forma è meramente verbale, il prosillogismo, cui è lecito articolarsi su di un ulteriore prosillogismo ipotetico, instaura una dialettica tra gli intelligibili che non è certo quella del sillogismo di partenza e che non è definita dalla formulazione o qualitativa o quantitativa del dictum de omni, con la conseguenza che il polisillogismo è un formalmente eccepibile, tanto più che la prima dialettica, quella del sillogismo di partenza, tratta dell'immutabilità di rapporti di costruzione qualitativa, mentre la seconda riguarda la costanza di un rapporto di simultaneità; che se il medio è la connotante generica relativa immediata del soggetto, delle due l'una, o il medio non coinvolge nella sua comprensione la nota specifica necessaria come sua differenza, e il polisillogismo s'articola su di un sovraordinato prosillogismo di identica struttura formale che rimanda a un nuovo prosillogismo formalmente identico, secondo una serie di sillogismi il cui medio è sempre la connotante generica relativa immediata del soggetto e che s'arresta al prosillogismo supremo assoluto il cui medio ha la nota specifica necessaria a sua differenza specifica, o la nota specifica necessaria che nel prosillogismo è predicato immane come differenza specifica nel medio, e allora il prosillogismo è supremo e assoluto, ma in entrambi i modi il polisillogismo, che è valido e legittimo perché rispetta la struttura formale di una dialettica che da una connotazione integra procede nella direzione delle connotanti generiche o specifiche che vi immangono, dà una rappresentazione soltanto parziale della sfera di concetti di cui il sillogismo di partenza è parte interessata, e precisamente della serie degli intelligibili la cui connotazione è denotata dalla connotante specifica necessaria considerata nel predicato, e della connotante generica assoluta denotante lo specifico necessario stesso, e lascia da parte tutte le connotanti generiche relative medianti fra quella e la connotazione integra di questa;




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License