Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
[pag 29 (160 F1/2)] è lecito escludere subito da un((??)) particolare considerazione il suo articolarsi su di un episillogismo al quale ceda la propria premessa minore con funzioni o di premessa maggiore o di premessa minore, perché il primo rapporto genera sillogismi, articolati in polisillogismo, che hanno il soggetto del sillogismo di partenza a loro medio o diretto o indiretto, e quindi non fanno se non ripetere in una forma complicata ed accessoria quanto è già noto dalla forma primaria di un polisillogismo la premessa maggiore del cui episillogismo sia la conclusione del sillogismo di partenza, mentre il secondo rapporto, anch'esso generatore di sillogismi articolati in un polisillogismo, ripete in forma accessoria, secondaria, complicata, quel che i prosillogismi, articolantisi sul sillogismo di partenza la cui conclusione utilizzano a propria premessa maggiore, rappresentano nella forma assoluta, originaria e semplice; d'altra parte, gli episillogismi in Camestres o in Cesare e in Darapti che s'inferiscono dal sillogismo di partenza prendendone la premessa minore a propria o maggiore o minore, danno a conclusione rappresentazioni artificiali e secondarie di ciò che è già noto attraverso processi diretti e primari; se, invece, il sillogismo s'articola su di un episillogismo che ripeta la sua conclusione, delle due l'una: l'episillogismo la riprende o come propria premessa maggiore o come propria premessa minore: là, l'episillogismo o fa del soggetto della maggiore il predicato della minore e con ciò si pone in Barbara, ed è costretto ad assumere a soggetto la specie immediatamente sottoordinata al medio per predicarle il generico assoluto che è predicato della maggiore, nel qual caso è destinato ad articolarsi su tanti episillogismi sottoordinati quante sono le specie del soggetto del sillogismo di partenza, fino ad arrestare il processo alla specie infima che sarà soggetto dell'episillogismo infimo ed assoluto, sicché offre la rappresentazione di tutta la serie ordinata degli intelligibili denotati dalla differenza specifica del primo come da una loro connotante specifica necessaria e dalla connotante generica assoluta di questa, o lascia il soggetto della maggiore con le stesse funzioni nella minore e con le funzioni di medio nel sillogismo e si pone con ciò in Darapti, con le conseguenze già note come valide per tutti questi modi, o lascia il predicato della maggiore con le stesse funzioni nella minore e con le funzioni di medio nel sillogismo, e con ciò si pone in Camestres, e patisce tutte le conseguenze valide per un siffatto modo; qui, l'episillogismo o pretende di conservare il modo Barbara del suo prosillogismo e, assunto a medio il predicato della propria minore, deve assegnare a sé e alla maggiore un predicato che, quand'è lecito, è tutt'al più una descrizione o definizione del medio stesso, sicché il sillogismo è valido e rispetta il principio della triplicità dei termini, purché una definizione o descrizione del medio sia data e purché la si distingua dal medio stesso nell'identico modo con cui un composito articolato si distingue dal medesimo composito unitario; dal che, peraltro, non risulta certo nessun ampliamento o approfondimento delle rappresentazioni offerte dal sillogismo di partenza e dai prosillogismi che su di esso s'articolano; che se poi cerca di mutare la figura del sillogismo da cui deriva, non gli resta che porsi in Darapti o in Cesare e accettare per la propria quel che si è detto per tutte le conclusioni di questi due modi; [pag 30 (160 F2/3)] ; se si considerano i due modi con cui il sillogismo s'articola sul prosillogismo cedendogli la propria premessa minore, che in esso è o conclusione o premessa minore, non tenendo conto se non della struttura della prima figura obbligatoria nel primo caso, fondamentale nel secondo, è facile osservare che, pur non tenendo conto del fatto che, nella prima struttura, il prosillogismo è o errato o categorico solo in apparenza e ipotetico di fatto, i due polisillogismi che ne derivano riproducono la rappresentazione che s'ottiene nell'altra forma di articolazione del sillogismo su di un prosillogismo, ma senza la completezza e integrità di questa nella quale è costantemente presente a vincolare i vari intelligibili quella connotante generica assoluta che nei due non compare; conviene dunque tener presente solo l'articolarsi del sillogismo di partenza su di un prosillogismo che ne ripeta la premessa maggiore non già come propria premessa minore - in questa struttura, o si risale a prosillogismi in Cesare o in Darapti, o si perviene a un prosillogismo in Barbara che deve avere a medio un generico sommo, con le conseguenze già note -, bensì come propria conclusione, prosillogismo il quale essendo in Barbara e, dovendo mediare il soggetto e il predicato, introduce una connotante generica relativa del suo soggetto, la nota specifica necessaria, adotta a suo medio il generico relativo immediatamente sovraordinato al soggetto, s'articola su tanti prosillogismi quante sono le connotanti generiche relative fino a quella che è immediatamente sottoordinata al generico sommo, ed entra a far parte di un polisillogismo che squaderna in ordine da specie a genere tutte le connotanti che denotano lo specifico necessario; tenendo presenti le articolazioni valide e primarie del sillogismo di partenza sugli episillogismi e sui prosillogismi, risultano tre modi di polisillogismo, il polisillogismo le conclusioni dei cui sillogismi son premessa maggiore dell'episillogismo immediatamente sottoordinato, il polisillogismo le conclusioni dei cui sillogismi sono premessa minore dell'episillogismo immediatamente sottoordinato, il polisillogismo le conclusioni dei cui sillogismi sono o maggiore o minore dell'episillogismo immediatamente sottoordinato: il secondo modo riduce il polisillogismo a due soli sillogismi, dei quali l'episillogismo offre la definizione o la descrizione del soggetto alla condizione che queste siano lecite del medio e quindi lascia fuori dalla dialettica tutti i concetti interessati ad eccezione dei tre termini dell'episillogismo di partenza, mentre il terzo riesce tutt'al più ad aggiungere alla definizione o descrizione del soggetto la rassegna di tutti gli intelligibili che son connotanti del medio del sillogismo di partenza, soltanto il primo modo offre in ordinata successione di genere a specie da un lato tutti gli intelligibili che han che fare con la nota specifica necessaria in quanto sue (??) connotanti generiche, dall'altro tutti gli intelligibili che han che fare con l'intelligibile di cui lo specifico necessario è differenza specifica, in quanto l'accolgono nella propria comprensione come connotante generica e con ciò si sottodispongono a sue specie; del secondo tipo di sillogismo BS relativo, con M costituito da una nota specifica necessaria immanente in S e predicato da una sua connotante generica relativa, è lecito dire che: [pag.31 (160 F3/4)] I) il suo modo con S specie infima di P, articolato su di un episillogismo, vede ripetuta la propria conclusione o nella premessa maggiore o nella premessa minore dell'episillogismo, che nel primo caso non ha il diritto di porsi in Barbara, ma solo o in Camestres o in Darapti, mentre nel secondo caso affianca ai modi Cesare e Darapti, una struttura in Barbara il cui medio è una nota generica relativa dello specifico necessario e che prosegue in episillogismi di identica forma fino a che a medio non si abbia il generico relativo cui inerisce il generico assoluto, P dell'episillogismo infimo ed assoluto e della specie infima, oppure vede ripetuta la propria premessa minore o nella premessa maggiore dell'episillogismo che non può strutturarsi in Barbara, ma solo in Camestres e in Darapti, o nella premessa minore dell'episillogismo, il quale a modi in Cesare e in Darapti affianca una struttura in Barbara, legittima solo alla condizione che il P non sia la stessa nota generica relativa del sillogismo di partenza, e destinata a ricalcare lo stesso quadro materiale del precedente episillogismo in Barbara; donde risulta data la secondarietà o artificialità dei modi della seconda e della terza figura, l'articolazione sull'episillogismo è primaria e feconda solo nella serie degli episillogismi che riprendono la propria premessa minore dalla conclusione del prosillogismo sovraordinato; lo stesso modo del sillogismo di partenza, articolato su di un prosillogismo, vede ripetuta la propria premessa maggiore o nella conclusione del prosillogismo che, data la necessità del suo modo in Barbara, o è errato per offesa alla triplicità del termine o è di dirito e di fatto un sillogismo ipotetico, nel caso che P sia specie immediatamente sovraordinata ad S, o rimanda, nel caso diverso, a un prosillogismo viziato dalle stesse malformazioni, o nella premessa minore del prosillogismo che, sempre in Barbara, dà vita a un polisillogismo i cui medi, note generiche relative dello specifico necessario, si succedono fino a pervenire a un P che sia o il generico assoluto o la sua definizione-descrizione; che se poi vede ripetuta la propria premessa minore o nella conclusione o nella premessa minore del prosillogismo, questo è nell'un caso affetto dai vizi formali i cui sopra o si limita a ripetere il sillogimo di partenza, senza poter proseguire in ulteriori prosillogismi pena i soliti errori formali; donde risulta che nozioni primarie ed utili sono offerte solo dal polisillogismo che riprende nelle premesse minori dei propri sillogismi la conclusione dell'episillogismo sottordinato e che, tuttavia, nulla di nuovo dice rispetto a quel che facevano conoscere gli episillogismi traenti la propria premessa minore dalla conclusione del prosillogismo sottoordinato e in ultima istanza dalla conclusione del sillogismo di partenza; infine, per quante combinazioni lecite vengano cercate in vista di un polisillogismo di cui uno dei componenti sia il sillogismo di partenza, la sfera degli intelligibili attraverso cui discorrono le dialettiche resta costantemente inferiore alla totalità degli intelligibili entro cui deve svolgersi una dialettica interessata da una connotante specifica necessaria, ed esclude da sé le nozioni dei generi sovraordinati alla specie infima e denotanti dallo stesso specifico necessario;
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |