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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 151 - 200
    • 164
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[pag 43 (164 F 1 /2)]

-con la conseguenza che le specie di S del sillogismo di partenza non potranno comparire né negli episillogismi sottordinati, di fatto inesistenti, né nei prosillogismi i quali, riprendendo dall'episillogismo loro sottordinato la premessa minore per farne la propria conclusione ripeteranno costantemente, come proprio, S del sillogismo di partenza, cosicché nessuno dei polisillogismi costruiti sul sillogismo che abbia ad S un intelligibile non specie infima vedrà comparire nella propria dialettica le specie di questo destinate a rimanere  costantemente escluse -, poi che ciascuno di essi, assumendo a proprio predicato il medio dell'episillogismo immediatamente sottordinato, deve inserire tra il proprio predicato e il proprio soggetto un intelligibile che, essendo necessariamente sottordinato al primo e sovraordinato al secondo, è o una nota generica relativa dello specifico necessario specie di M del sillogismo di partenza o lo stesso specifico necessario o il generico di S del sillogismo di partenza di cui lo specifico necessario è una delle denotanti specifiche - con la conseguenza che là dove M del sillogismo di partenza non è la generica relativa immediatamente sottordinata a P, sono esclusi tutti i generi di M medi tra M e P -; donde deriva che i nove sillogismi vanno dall'estremo in cui sono esclusi dalla dialettica il numero massimo di intelligibili - e precisamente tutti gli intelligibili che hanno la nota specifica necessaria a denotante specifica ad eccezione di quello che ha questa a sua differenza specifica, e tutti gli intelligibili che sono connotanti generiche dello specifico necessario ad eccezione della generica assoluta e della generica relativa ad esso immediatamente sovraordinata, il che si dà se il sillogismo di partenza ha ad S l'intelligibile denotato dallo specifico necessario in funzione di differenza specifica e ad M la generica relativa immediatamente sovraordinata allo specifico necessario - all'estremo in cui tutti gli intelligibili interessati da una dialettica passante per uno specifico necessari sono inclusi nella dialettica del polisillogismo- e precisamente lo specifico necessario, i suoi generi, gli intelligibili cui inerisce come denotante specifico, il che si dà se il sillogismo di partenza ha ad S la specie infima e a M la nota generica relativa immediatamente sottordinata a P -, passando attraverso dialettiche che coinvolgono un numero sempre più elevato di intelligibili; si deve, dunque, concludere che il sillogismo del quinto tipo è principio di un polisillogismo regressivo completo alla condizione che abbia ad S la specie infima e a M il generico immediatamente sottordinato a P.  Il concetto di negazione, come esclusione dal pensato di un rapporto tra due intelligibili in quanto illecito e illegittimo, se ritrovato in un giudizio è esclusione per illiceità e illegittimità della pensabilità del rapporto tra predicato e soggetto che dal punto di vista kantiano del dictum de omni è rapporto di inerenza del primo nel secondo: se si ammette che al pensiero sia data la rappresentazione di un unico e supremo concetto che sia nota generica assoluta di tutti gli intelligibili pensabili, l'esclusione dal pensiero di un rapporto di predicazione fra due intelligibili avrà sempre a sua ragione l'assenza nella comprensione dell'uno di essi non già dell'intera comprensione dell'altro,

[[NB, dopo il punto c'è una nota dell'autore "Riprendere la divisione in BG, BS, GtG, CtS e correggere sulla base di quanto scritto qui sotto”]]


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[pag 44 (164 F2/3)]

bensì di una nota specifica necessaria che presente in questa non si dà in quella e del nesso necessario che vincola lo specifico necessario al suo generico e ne fa un pensato uno, con la conseguenza che la negazione in un giudizio riguarderà sempre uno specifico necessario e sarà il segno di uno spostamento di livello dell'attenzione pensante che nell'atto di relazionare l'intelligibile soggetto all'intelligibile predicato sale al piano di intelligibilità cui il predicato appartiene e, ritrovato ivi lo specifico necessario che è differenza specifica del predicato, riconosce la disuguaglianza che pone siffatta nota come inidentificabile con ciascuna delle note costitutive della connotazione del soggetto e che impedisce di relazionare il predicato al soggetto come un escluso dalla materia di questo; dal punto di vista dell'attribuzione al pensiero di un intelligibile genere di tutti gli altri, la negazione nel giudizio non è un fenomeno universale del pensiero, in quanto non estende la sua giurisdizione a tutti i giudizi, ma solo a quelli il cui predicato non sia il genere assoluto e univoco, e fra questi a quelli il cui predicato comprende una nota specifica necessaria che la connotazione del soggetto esclude da sé, o coincide con essa; se invece si rifiuta al pensiero la liceità di darsi un intelligibile che sia nota generica assoluta presente nella connotazione di tutti gli altri, e quindi loro genere assoluto, se cioè si pretende di arrestare il pensiero a un livello supremo di intelligibilità, insuperabile e insieme disarticolato in un numero più o meno grande di categorie disarticolate, da un lato ci si troverà di fronte a una serie di giudizi negativi, ripetenti tutti la stessa situazione di cui sopra, l'esclusione cioè del predicato dalla connotazione del soggetto per inidentificabilità della differenza specifica di quello con una delle note specifiche necessarie immanenti in questa, ai quali però si dovranno aggiungere i giudizi il cui predicato è escluso dalla connotazione del soggetto in quanto il predicato è una categoria altra da quella che è nota generica assoluta del soggetto; non intendiamo qui risolvere la questione dell'unicità o molteplicità dei generi sommi, e ci limitiamo ad assumere per ipotesi non dimostrata la sua soluzione dell'unicità della categoria suprema: in questo caso i giudizi negativi si dividono in due classi, quelli che escludono il predicato dalla connotazione del soggetto sulla ragion sufficiente che il predicato o è un intelligibile la cui differenza specifica non compare come nota specifica necessaria nella connotazione del soggetto o è un intelligibile una cui nota specifica necessaria non è identica a nessuna delle note specifiche necessarie della connotazione del soggetto, e quelli che escludono la predicazione del predicato al soggetto sulla ragion sufficiente che il predicato è una nota specifica necessaria inidentica a nessuna delle note specifiche necessarie della connotazione del soggetto o è una delle note inerenti alla connotazione di una nota specifica necessaria inidentica a nessuna delle note specifiche necessarie inerenti nella connotazione del soggetto - dato lo schema A non è B, conviene distinguere il giudizio negativo in cui B o comprende le note B1, B2, B3...Bn, di cui Bn è la differenza specifica inidentica alle note A 1n, A2n, A3n,...An che sono specifici necessari inerenti alla connotazione di A




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