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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 46 (165 F1/2)] muovendo da questa classificazione, una volta che si coinvolga un giudizio negativo in un sillogismo e con ciò si assuma un sillogismo di prima figura con conclusione negativa, si deve distinguere un sillogismo in Celarent il cui medio sia una connotante generica di S e il cui P sia negato al medio in quanto connotante generica di S (CtG) e un sillogismo in Celarent il cui medio sia una connotante specifica necessaria di S e il cui predicato sia negato al medio in quanto specifico necessario di S(CtS).Del sillogismo CtG prendiamo in considerazione sei strutture, il sillogismo CtG il cui S è specie infima e il cui M è la connotante generica relativa su cui s'articola la differenza specifica di S, ossia il genere immediatamente sovraordinato a S, il CtG che ha a S una specie infima e o a M una connotante generica relativa che non è genere immediatamente sovraordinato a S, il CtG che a S, specie non infima, predica un M sua connotante generica relativa e genere immediatamente sovraordinato, il CtG che a S, specie non infima, predica come M una connotante generica relativa, ma non suo genere immediatamente sovraordinato, il CtG che a S, specie infima, predica un M che è sua connotante generica assoluta e quindi suo genere sommo o categoria, il CtG che predica come M un genere sommo o categoria a un S che non è specie infima di questo; nelle prime tre strutture il predicato negabile di M e di S è o una specie di M come quella che non è lecito affermare immanente nella connotazione del suo genere - la condizione della triplicità dei termini esclude che la specie negata ad M coincida con S -, o un intelligibile cogenere di M come quello che, nato da un nesso con una differenza specifica altra dalla differenza specifica di M, costituisce un'ontità intelligibile unitaria che non è inclusa neppure per partecipazione nella connotazione di M, o un intelligibile cogenere di uno dei generi di M e insieme specie di un genere di M non coincidente con la categoria di M come quello che, sintesi unitaria di un genere di M con una differenza specifica altra dagli specifici necessari di M, non immane neppure per partecipazione nella connotazione di M, o un intelligibile speciifico necessario non inerente alla connotazione di M come quello che ne resta escluso; nelle altre due strutture ad M e ad S è lecito negare un predicato che per le suddette ragioni è o specie di M o cogenere di M, ma che mai può essere genere di M categoriale e che tutt'al più può coincidere con uno specifico necessario non immanente nella connotazione di M alla condizione che di M e insieme delle categorie cogeneri sia lecita una definizione; consideriamo le cinque strutture di un CtG: I 1) con S specie infima, M suo genere immediatamente sovraordinato e P specie di M cogenere di S ma altro da S, sul sillogismo di partenza non è articolabile né un episillogismo in Celarent o in Cesare che ne riprenda la conclusione a propria premessa maggiore nell'intento di valersi a proprio medio del soggetto o del predicato del giudizio e quindi di costruirsi secondo la prima o la seconda figura, perché nell'uno e nell'altro schema il medio coincide con una specie infima che mai è connotante di nessuna connotazione, né un episillogismo in Celarent o in Camestres che ne riprenda la conclusione a propria premessa minore nell'intento di costruirsi o secondo la prima figura o secondo la seconda rispettivamente valendosi a medio o del soggetto o del predicato del giudizio, perché nel primo schema la distribuzione del predicato, [pag 47 (pag 165 F 2/3)] effettuata nella conclusione ma non nella premessa maggiore, offende il latius hos, nel secondo schema non è dato il predicato non essendo dato nessun soggetto di una specie infima, mentre sul medesimo sillogismo di partenza non è articolabile né un prosillogismo in Barbara che, ripetendone la premessa minore nella propria conclusione, non troverebbe nessun medio da inserire tra il soggetto e il predicato della sua conclusione né un prosillogismo in Cesare, che, ripetendone la premessa maggiore nella propria conclusione, non troverebbe nessun medio da predicare al soggetto di questa e da negare al predicato della medesima, giacchè, dato il rapporto di genere a specie che connette quello a questo, qualsiasi concetto che è lecito predicare al primo, è apoditticamente predicato al secondo, ma sono articolabili solo un prosillogismo in Celarent e un prosillogismo in Camestres, il primo dei quali, assunta la conclusione a propria premessa maggiore, adotta a medio una connotante generica relativa di S destinata ad esser negata a P per lo stesso motivo per cui il medio del sillogismo di partenza era a questo negata, e con ciò si fa origine di un polisillogismo che s'articolerà su tanti prosillogismi quanti sono i generi di S adottabili ad M di un sillogismo di I figura in Celarent, il secondo dei quali, usa la conclusione propria premessa maggiore, utilizza come medio o la differenza specifica in forza della quale il soggetto del giudizio è divenuto propria specie inidentificabile con esso, e in questo caso è limite a se stesso e non travalica in nessun polisillogismo, o una connotante di tale differenza specifica che non immanga in nessuna delle connotanti di S, e in questo caso si prolunga in un polisillogismo articolabile su tanti sillogismi quanti sono gli intelligibili medi tra la differenza specifica e la sua connotante desiderata; I 2) con S specie infima, M genere immediatamente sovraordinato ad S e P negato ad M come a un suo cogenere, sul sillogismo di partenza non s'articolano episillogismi che ne riprendano la conclusione a propria premessa maggiore o a propria premessa minore e pretendano assumere la struttura della prima figura giacché nel primo caso non trovano intelligibile con funzioni di soggetto e nel secondo debbono assumere lo schema dell'illegittimo modo AEE, ma solo episillogismi che, valendosi dello schema della seconda figura, o ne ripetano la conclusione nella propria maggiore, nel qual caso il loro modo in Cesare assume a soggetto una delle specie del predicato del sillogismo di partenza e insieme è limite a se stesso, invalicabile a un ulteriore episillogismo, o ne ripetano la conclusione nella propria minore, nel qual caso il loro modo in Camestres, se assume a predicato la specie immediatamente sottordinata al predicato del sillogismo di partenza, si compone in un polisillogismo di tanti episillogismi quante sono siffatte specie tutte ordinatamente assunte come predicati da negarsi del soggetto originario; sul medesimo sillogismo di partenza, se non è articolabile nessun prosillogismo che ne riprenda la premessa minore nella propria conclusione per difetto di medio, sono articolabili prosillogismi che, riprendendone la premessa maggiore nella propria conclusione, se pretendono conservare lo schema della prima figura, hanno diritto di assumere a medio o il genere del loro soggetto, nel qual caso si limitano a negare nella propria maggiore l'immanenza del loro predicato
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