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Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

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  • Prot. 151 - 200
    • 189
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[pag 124 (189 F1/2)]

se gli intelligibili, che mediano tra la specie infima e il generico assoluto come note immanenti con funzione generica relativa nella comprensione della prima e come connotazioni in cui il secondo immane con funzione generica assoluta, sono molteplici, la sua dialettica inferisce immediatamente l'immanenza del generico assoluto dall’affermazione di immanenza del generico assoluto nella specie che gli è immediatamente sottordinata e dall'affermazione di immanenza nella specie infima di siffatta specie che in tal modo si pone a medio primo, giacché, non essendo lecito a nessuna dialettica seguire simultaneamente il duplice processo di immanenza, dall'alto del generico assoluto nella sua specie immediata e di questa nella specie immediatamente sottordinata e così via fino alla specie che non immane in nulla, dal basso del generico immediatamente sovraordinato alla specie infima nella specie infima e del generico immediatamente sovraordinato al generico immediato della specie infima in questo e così via sino a quel generico assoluto nella cui connotazione nessun altro generico articolabile immane, ed insieme non essendo dato scegliere il secondo processo di cui la dialettica progressiva si è già impadronita, non resta che inferire l'immanenza del generico assoluto nella specie infima dall'immanenza del generico assoluto nella sua specie immediata e di questa nella sua specie immediata sino all'infima fatta coincidere con quella considerata, con la conseguenza che l'atto primo di inferenza si limita a cogliere l'immanenza del generico assoluto nella sua specie immediata e di questa nella specie infima considerata; se il giudizio infimo è inferito dalla rappresentazione della denotazione della specie infima da parte del generico relativo che è specie immediata del generico assoluto e della denotazione di questo generico relativo da parte del generico assoluto, l'ulteriore dialettica è tenuta ad inferire solo la prima denotazione, perché l'altra è tutt'al più affidata ad una dialettica che, dovendo svolgersi tra intelligibili che non sono una connotazione e un suo generico, è di modalità diversa, e perché solo nella denotazione della specie infima da parte di quel generico che è specie del generico assoluto è dato un vacuo intelligibile che è superato con un discorso di modalità identica a quello che ha riempito il vuoto tra il generico assoluto e la specie infima, con la conseguenza che, avendo la prima denotazione la funzione di premessa minore come quella il cui predicato è il medio per l'illazione della conclusione, l'ulteriore dialettica inferisce la premessa minore, e l'inferenza della premessa minore, ossia la coincidenza della premessa minore di ogni episillogismo con la conclusione del prosillogismo immediato, è il modulo del connettivo tra prosillogismo ed episillogismo; se il nesso tra episillogismo e prosillogismo è l'identità tra la minore del primo e la conclusione del secondo e insieme il mutamento di funzioni che l'identico giudizio patisce passando dall'uno all'altro, il termine minore di tutti i sillogismi, invariabile, è la specie infima che è insieme termine minore del prosillogismo come quell'intelligibile a cui la dialettica complessiva e le dialettiche sussidiarie costantemente si rifanno per ritrovare nella sua comprensione i vari generici via via toccati, il termine maggiore di tutti i sillogismi, è variabile ed è offerto dal generico assoluto


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[pag 125 (189 F 2/3)]

 e via via dalle specie che ordinatamente si dipartono da questo, ciascuna delle quali, comparendo già come medio per fondare l'immanenza del primo predicato e successivamente dei sottordinati nella specie infima, è medio dell'episillogismo e predicato del prosillogismo immediato - quantunque il termine maggiore sia variabile, è lecito assumere il generico assoluto a termine maggiore del prosillogismo, in quanto la variazione dei predicati è in funzione dell'invariabilità della predicazione di un generico assoluto a una sua specie infima -, il medio di ogni sillogismo è variabile ed è costituito dalla specie immediatamente sussunta sotto il predicato, sicché ogni intelligibile che è predicato del prosillogismo è insieme medio dell'episillogismo immediato; se l'inferenza da prosillogismo ad episillogismo è la affermazione che l'immanenza di un generico relativo nella specie infima ha a sua ragione l'immanenza di tale generico in un generico sottordinato che denota la specie infima, e l'assunzione della stessa affermazione come ragione dell'immanenza di un generico, o relativo o assoluto, nella specie infima in quanto immanente nel generico relativo, e se la stessa inferenza attende la sua ragione da un ulteriore prosillogismo, la dialettica perviene all'affermazione dell'immanenza di un generico relativo nella specie infima in quanto questo immane in una specie immediatamente sottordinata la quale è insieme genere immediato della specie infima, perché, una volta posta come linea di partenza il rapporto fra il generico assoluto e la sua specie infima in quanto conseguenza del rapporto fra il generico assoluto e la sua specie immediata da un lato e fra questa e la specie infima dall'altro, la discontinua trasposizione di attenzione segue il progressivo immanere di un genere nella sua specie immediata e con ciò deve arrestarsi alla successione di tre intelligibili in rapporto immediato di genere a specie l'infimo dei quali è la specie infima, con le conseguenze che la dialettica del polisillogismo sta nella rappresentazione del rapporto fra il generico assoluto e la specie infima il cui diritto è il discorso dal generico assoluto alla sua specie immediata, da questa alla specie immediatamente sottordinata in quanto denotata dal suo immediato genere relativo e immanente nella speie infima, e così via, che l'inferenza dall'immanenza del generico assoluto alla specie infima è la discesa dal primo al secondo pel medio di tutte le specie sottordinate al genere sommo, donde la regressività((??)), che la dialettica è compresa entro i due limiti dell'inferenza dell'immanenza del genere sommo nella specie infima dall'immanenza del genere sommo nella sua specie immediata e di questa nella specie infima, inferenza che costituisce l'episillogismo infimo, e dell'inferenza dell'immanenza nella specie infima dell'intelligibile che è genere del suo genere immediato dall'immanenza di tale intelligibile nel suo genere e di questo nella specie infima, inferenza che costituisce il prosillogismo supremo; se l'ascesa da episillogismo a prosillogismo è conservazione di funzione al termine minore del primo e mutamento della funzione del suo medio che si fa termine maggiore del secondo per ricevere da un nuovo medio la ragione della sua immanenza nel termine minore, i membri sono tanti quant’ è il numero degli intelligibili della serie dal genere sommo alla specie infima diminuito di due,


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[pag 126 (189 F 3/4)]

perché ogni prosillogismo ripete due dei tre termini del suo episillogismo e ai due aggiunge un nuovo termine, sicché nell'intera gamma dei membri tutti gli intelligibili compaiono almeno due volte in due sillogismi diversi, fatta eccezione per il generico assoluto e il generico relativo immediato introdotti ciascuno da un solo sillogismo, e quindi ogni membro è portatore di un intelligibile, fuor che il prosillogismo sommo e l'episillogismo infimo, ciascuno portatori di due intelligibili; se ogni prosillogismo è l'inferenza della premessa minore del suo episillogismo, tutti i giudizi sono dimostrati ad eccezione delle premesse maggiori e della minore del prosillogismo supremo, le quali affermazioni non attendono un'inferenza della stessa natura formale di quelle date dalla dialettica polisillogistica e perciò non è lecito che si valgano di questa a loro convalida, dovendo appellarsi a questo fine o a un atto di intuizione o a una dimostrazione fondata sull'analisi del loro predicato e sull'identità della comprensione scomposta di questo con la comprensione del loro soggetto.

  Da quest'ultimo canone discendono le modalità che si verificano in un nesso rappresentativo di intelligibili onde in esso si attui la dialettica di un polisillogismo regressivo: condizione fondamentale è che sia attuale il triangolo degli intelligibili ordinati nelle loro specie e nei loro generi, senza soluzioni intermedie e con comprensioni analizzate almeno in modo tale che ne risulti l'articolazione delle note generiche e delle differenze specifiche: se è data questa rappresentazione, son lecite la affermazione immediata dell'immanenza di ciascun livello nel livello immediatamente sottordinate e con ciò l'enunciazione vera delle premesse maggiori e della minore del prosillogismo supremo e quindi l'illazione da esse di tutti i restanti giudizi.

 Dalla totalità dei canoni discendono le condizioni della costruzione di un polisillogismo regressivo e quindi dei movimenti dialettici la cui rete complessiva la costituisce: il moto dialettico con un sillogismo a suo principio è regressivo quando il sillogismo ha come S una specie infima e come M un generico di S separato da S di tanti intelligibili quanti sono quelli che separano P da S diminuiti di un'unità, essendo P generico immediatamente sovraordinato a M, con la conseguenza che, se P è un generico assoluto il moto si limita ad elencare le immanenze  delle specie di M in S come ragioni della conclusione, e il sillogismo è episillogismo infimo, mentre se P è un generico relativo o immediato o mediato di P, la dialettica è tenuta a elencare rispettivamente o le immanenze di tutti i generici di S in S e in P-M come conseguenze della conclusione del sillogismo, il quale si pone a prosillogismo supremo, o le immanenze degli stessi generici di S in S e in P-M e le immanenze delle specie di P in S come ragioni di tutte le altre denotazioni considerate, e il sillogismo si pone a prosillogismo delle prime denotazioni e a episillogismo delle seconde; S di un sillogismo che sia principio di una dialettica regressiva, è specie infima, mentre un qualsivoglia altro sillogismo o è principio di una dialettica regressiva imperfetta se P è genere relativo immediato di M e M di S o se P è genere relativo immediato di S e M genere relativo mediato di S,




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