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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 134 (192 F1/2)] dello stesso termine maggiore a una nota della nota la quale a sua volta rimanda a un 'ulteriore predicazione del maggiore a una nota della nota della nota, con la conseguenza che è dato al pensiero un reticolato di rapporti procedente all'infinito ciascun momento del quale, strutturato secondo il processo triadico dell'immanenza di un primo intelligibile in un secondo e in un terzo intelligibile sulla base dell'immanenza del secondo nel terzo, è conseguenza di un momento sua ragione in cui l'immanenza del primo intelligibile nel secondo risulta dalle immanenze del primo in un quarto intelligibile e di questo nel secondo, dall'altro quello schema formale di polisillogismo regressivo nel quale il diritto di predicare il termine maggiore al minore sulla base della predicazione del maggiore a una nota del minore è ricavato dal diritto di predicare la nota al minore sulla base della sua predicazione a un'altra nota del minore e sulla base della predicazione di questa al minore, predicazione la quale è fondata sulla predicazione della seconda nota a una terza da predicarsi al termine minore, e così via secondo una struttura all'infinito, in cui ciascun momento è la predicazione di una nota a un intelligibile in forza della predicazione di un'altra nota allo stesso intelligibile e della predicazione della prima nota alla seconda, e insieme la conseguenza della predicazione della seconda nota all'intelligibile in forza della predicazione di una terza nota all'intelligibile o della predicazione a questa della seconda. La logica classica allora è tenuta a trattare le due coppie di schemi formali che ha a sua disposizione una per il polisillogismo progressivo, l'altra per il regressivo, come due fonti di conoscenza aventi ciascuna una sua funzione ed entrambe un 'unica origine: sia lo schema formale finito che quello infinito risultano dall'applicazione del dictum de omni il quale, nella sua formulazione kantiana, impone al pensiero di rappresentarsi l'immanenza di un intelligibile estremo contrapposto ogniqualvolta è data una serie in cui il primo estremo immane in un intelligibile e questo nel successivo e questo nel successivo fino a quel successivo che immane nel secondo estremo; ma lo schema formale infinito del polisillogismo progressivo scaturisce sia dalla definizione infinitesimale della serie, che, consentita dalle rappresentazioni meramente problematiche degli intelligibili, attribuisce alla serie un numero infinito di membri interposti fra i due estremi, sia dal canone precauzionale che incatena il pensiero alla puntuale aderenza alla serie attraverso una serie successiva di rappresentazioni ciascuna delle quali si limita a cogliere l'immanenza dell'estremo convenzionalmente primo nella comprensione di((dei??)) membri seriali ((serie??)) e a fondarla sull'immanenza dello stesso estremo in un altro membro che a sua volta immanga nella comprensione considerata, mentre lo schema formale finito dello stesso polisillogismo, se si rifà allo stesso canone precauzionale, trova alle sue origini la definizione finita della serie, che, imposta dalle rappresentazioni ontiche degli intelligibili, impone un numero definito ai membri seriali inseriti tra i due estremi; a sua volta poi lo schema formale infinito del polisillogismo regressivo, se è generato da un'identica definizione infinitesimale della serie
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