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Giordano Bruno Cavagna (n. 1921 - m.1966) Metaf. class. e metaf. cristiana IntraText CT - Lettura del testo |
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[pag 145 (195 F3/4)] nella sua specie infima quel momento intelligibile che rivale ((rivela??)) l'immanenza di quel predicato nel soggetto indipendentemente dai nessi intermedi, ma è altrettanto vero che l'unico atto di parziale analisi capace di offrire siffatta conoscenza dovrebbe rilevare nella specie infima almeno uno specifico necessario indipendentemente dal generico di cui il conosciuto essere((??))differenza specifica, il che non costituisce e non è lecito che costituisca per il pensiero ragion sufficiente per risalire al genere relativo e tanto meno all'assoluto - non tutte le cose che si muovono senza visibile motore esterno sono viventi e quindi animali o piante, né tutte le cose dotate di una complicazione della struttura chimica sono organismi -; con ciò, l'assertorietà è data solo alla condizione di una contraddizione di partenza; in assenza di una valida ragion sufficiente per l'enunciazione di un siffatto giudizio assertorio e in presenza di una contraddizione da preordinarsi ad esso, non resta che negare la liceità della sua assertorietà e quindi della sua indipendenza e sutura dalla rappresentazione disarticolata dell'intelligibile; questa resta l'unico stato originario delle dialettiche le quali debbono simultaneamente porsi come nessi di continuità e come nessi di discontinuità, in quanto la rappresentazione di una serie continua di allacciamenti comporta la simultanea nozione dell'allacciamento di qualunque momento compreso il primo all'ultimo, sicché l'affermazione del giudizio di immanenza del generico assoluto nella specie infima è assolutamente concomitante con l'enunciazione dei giudizi di connessione intermedia; in questo il pensiero è automatico e meccanico e non spezza affatto la sua dialettica in due momenti l'uno dei quali, la conclusione assoluta e infima del polisillogismo, di forma apodittica, l'altro dei quali, il restante complesso dei giudizi del polisillogismo, ragione e fondamento dell'apoditticità del primo; un'unica necessità e un unico movimento corre lungo tutto il polisillogismo, il che non nega una qualsivoglia teleologia al pensiero, che è in grado benissimo di valersi del polisillogismo naturale come strumento o di conoscenza da perseguirsi o di azione da compiersi, ma la esclude dal corpo del polisillogismo; quando però si tien sottocchio la struttura formale del polisillogismo e di ciascuno dei suoi membri, col corso e ricorso del dialettico spostarsi dell'attenzione dall'immanenza di un generico in una connotante all'immanenza dello stesso generico nell'intelligibile della cui connotazione la connotante è nota, dall'immanenza di un generico in una connotante all'immanenza del generico nella specie infima di cui la connotante è nota, e con la necessaria ripetizione della conclusione del polisillogismo in una delle premesse del polisillogismo, quello che è il meccanico moto a spola ((??))della dialettica di condizion umana può darsi assuma l'aspetto ben diverso della ricerca di una necessità e di una legittimità a un enunciato che in tal vista apodittica vale benissimo a fondare la necessità e la legittimità di un altro enunciato fino a che non si arrivi a quel giudizio infimo nei cui riguardi il resto del polisillogismo assume la veste di principio e di ragione; le cose guardate così sembrano sostituire al rapporto da ragione a conseguenza intercorrente fra connotazione disarticolata
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