Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 201 - 251
    • 204-05
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 175 -


[pag 175(204 F4/205 F1)]

sotto la comprensione e la sua rappresentazione sotto l'estensione; quindi la distribuzione del soggetto è non la norma del giudizio di tipo A, ma il naturale e necessario modo di rappresentazione del soggetto stesso in funzione del predicato e dei suoi rapporti con la connotazione del soggetto; ma quanto vale per il soggetto si estende anche al predicato, il quale nel giudizio di tipo A vien tradotto dalla sua naturale rappresentazione in perfetta congruenza tra comprensione e estensione alla condizionale rappresentazione in cui la comprensione è resa congruente con l'estensione mediante un particolare adattamento di questa senza che ci sia bisogno di una particolare enunciazione verbale indicativa del fenomeno essendo lasciata all'evidente funzione predicativa del termine il compito di indicare l'immanenza del predicato nel soggetto e quindi la subordinazione del pensamento dell'estensione alla condizione in cui la connotazione del predicato viene a trovarsi entro quella del soggetto, sicché la mancata distribuzione del predicato, ossia la concezione della sua estensione unita a influenze o funzioni distributive, è in realtà e di fatto la particolarizzazione della sua estensione, la stessa che diverrà esplicita attraverso la conversione del giudizio;anche per il predicato quindi e per la sua mancata distribuzione quanto la logica classica dice non è una norma ma la necessaria conseguenza della sua funzione nel corpo del giudizio; in conclusione la pretesa norma del giudizio categorico universale affermativo nel quale è distribuito il soggetto ma non il predicato, né è una regola ma un modo costante e immodificabile che inerisce al rapporto né è fondato sull'estensione; tuttavia, accettata la norma per quel che pretende di essere e di descrivere, risulta che un giudizio categorico del tipo "A è B e C ", in cui A è la classe di tutte le specie di B e di C indicate con A loro comune nota generica di cui B e C son specie, e B e C sono i generi di A tali però che solo alcuni degli A sian specie di B e gli altri solo specie di C, non verifica la legge della distribuzione perché il suo soggetto non è distribuito come quello che accoglie la predicazione alla condizione che la sua rappresentazione coinvolga la nozione della classe, ossia il concetto del collettivo delle connotazioni in cui immane la nota generica di A ed escluda la nozione di ciascun ente la cui connotazione o coincide o comprende siffatta nozione, il che comporta che il soggetto sia pensato esclusivamente come una collezione e non come un intelligibile dotato di comprensione e di estensione in congruenza reciproca; d'altro canto, un discorso analogo è da farsi per il suo predicato che è costituito da rappresentazioni che non tollerano il concetto di distribuzione non perché non la verifichino ma perché in quanto collezioni sono al di là di qualunque classificazione che venga fatta secondo il criterio della distribuzione; la seconda difficoltà s'incontra quando si consideri la rappresentazione secondo cui l'intelligibile che è soggetto del giudizio è dato in questa funzione e la rappresentazione secondo cui è dato nel reciproco inferito direttamente: nel primo giudizio è la rappresentazione di una collezione, nel secondo è la rappresentazione di un genere; affrontiamo la prima difficoltà: essa consiste essenzialmente nella contraddizione che insorge




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License